FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

20 giugno: a Milano il circo statalista in città (ma fallisce)

L’altro ieri, 20 giugno, c’era il circo in città a Milano. Non quello con i giocolieri e i pagliacci ma quello degli statalisti che chiedono di “Salvare la Lombardia”.

Come? Commissariandola.

Non sto a far nomi, sappiate solo che sono associazioni e partiti di sinistra sinistra vera sinistra.

Non è vietato fare opposizione alla giunta regionale, tutt’altro, il PD lombardo sta facendo un buon lavoro, si prende le sue cantonate ogni tanto (chi non le prende?) ma è chiara la sua intenzione: combattere nell’arena lombarda.

Questi, invece, vogliono che intervenga il Savio Stato per fare “il commissariamento popolare”. Non scherzo, l’hanno scritto veramente.

Ma che sinistra sinistra sarebbe se non si dividesse?

E infatti ci sono state DUE manifestazioni: una “ufficiale” in Duomo e una “degli autonomi” sotto la Regione.

Ammetto: mi fanno quasi tenerezza, erano quattro gatti ma si credono chissà quanti, vediamo ad esempio questa foto.

Oh, a me paiono pochini pochini, specie considerando che (grazie a Dio) rispettano il distanziamento sociale. Se pensate che l’ormai celeberrima piazza della Lega era data per vuota questa pare vuotissima, si parla di circa 3’000 persone, c’è normalmente più casino in un’ordinaria giornata prefestiva.

Per di più, abbastanza prevedibilmente. Non hanno fatto nulla per coinvolgere la società civile: erano i soliti che anche prima del COVID-19 anelavano la sanità 100% pubblica e centralizzata, come l’eccellentissimo (sarcasm alert) NHS. In parole povere hanno miseramente fallito.

Tra bandiere rosse e simili sembrava di essere in una riedizione di qualche film di Don Camillo e Peppone, ma analizziamo le cose seriamente: perché una così bassa affluenza e, anche sui social, una risposta di pochissime persone – molte nemmeno lombarde – e insulti persino nei commenti di giornali solitamente non filo-Pirellone come MilanoToday.

Come mai? Non di certo per una svolta fontanista ma per la semplice ragione che il lombardo medio non è un fanatico ideologizzato: sa che esiste la giustizia e soprattutto la “giustizia politica” e non ritiene necessario che arrivi lo Stato, anche lui coi suoi abnormi errori, a comandare.

“Problemi per problemi, almeno teniamoci quelli che abbiamo votato.” potremmo dirla.

Non sappiamo se quanto accaduto in Lombardia abbia risvolti penali che siano per il governo statale o regionale, ma sappiamo bene una cosa: le urne sono un’ottima forma di giustizia.

Se il centrodestra ritenesse Fontana e Gallera troppo scomodi, semplicemente, li scaricherà. Se non lo facesse i lombardi avranno l’ultima parola alle urne e potranno cambiare colore alla giunta.

Proprio per questa ragione il PD “e assimiliati” criticano ferocemente l’amministrazione leghista ma sono molto, molto più calmi sulla Lombardia in generale: tutto sommato sanno che le cose funzionano e che con alcune migliorie si potrebbe fare meglio.

A proposito: quali migliorie? Ci ho scritto un libro! Puoi ottenerlo qui.

Tornando a noi: il PD anela, un giorno, un suo presidente al Pirellone. Sa che deve quindi valorizzare l’idea di Lombardia e ciò che ha: non puoi dire ai lombardi “koglioni… havete privatissato l’ha sanita… ora i risultati” come fa qualche pirla sui social, bisogna dire “bisogna rivedere la legge 23/2015 nelle componenti di sanità territoriale” e, in sostanza, far capire che avere una forte sanità territoriale non significa mica lasciare solo ai ricchi l’accesso ai centri privati d’eccellenza.

In questo il PD dà fede al suo nome: è democratico.

I comunistelli da piazza, invece, non lo sono. Sanno che la Lombardia, con lo zerovirgola, non la governeranno mai. E quindi vogliono sovvertire la democrazia lombarda per imporsi a forza.

Anche per questa ragione chi non è un grande fan di questa amministrazione regionale dovrebbe severamente condannare queste manifestazioni: sono profondamente antidemocratiche.

Ben più di quelle di qualche pirla in camicia nera che va a fare saluti romani a destra e a manca ma sbaglia braccio.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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