FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

La Lega è il solo partito a volere l’Europa (o forse lo era).

In questi giorni di delirio politico destinato a finire a breve con l’entrata nel vivo del campionato di calcio, si sono dette sciocchezze di tutti i tipi ed e’ francamente difficile assegnare il premio “cazzata dell’estate” a causa di una competizione davvero straordinaria.

La crisi pare volgere velocemente al temine per consentire ai distratti cittadini italiani al rientro dalle spiagge assolate di mezzo mondo, di potersi dedicare con il giusto impeto ed attenzione alla loro grande passione: il calcio appunto. Nel frattempo però a chi resta una residuale passione per la politica come chi scrive, corre l’obbligo di provare a vedere quale fra le giustificazioni della schizofrenica crisi estiva risulti essere la più idiota.

Credo di non avere dubbi in proposito, come direbbero ad Hollywood, The Winner is: e’ colpa dell’Europa! Questa le batte tutte. A turno i banchieri della Bce, frau Merkel, Macron, i poteri forti e i golpisti di Bruxelles hanno fatto capolino in una surreale vicenda che reputo purtroppo tutta italiana. E passi tutto ciò.

Un giorno Umberto Bossi mi disse: “Se la prendono con l’Europa perché è più facile. Provino a prendersela con l’Italia se ne sono capaci. Da Bruxelles non ti manderanno  mai i carabinieri, non useranno contro di te la magistratura. Non possono farti del male. I politici deboli se la prendono con l’Europa.” . Il nostro vero problema si chiama Italia. Ecco perché la cosa che fa più arrabbiare semmai è pensare che a fare questi ragionamenti sono gli eredi di quello che negli anni ‘90 è stato forse il più convinto movimento europeista dello stivale: la Lega Nord.

Si perché quando la Lega Nord faceva politica, al pari di tutti i grandi movimenti autonomisti ed europeisti guardava con grandi aspettative all’Unione Europea. Non può essere derubricato a caso il fatto che anche oggi dove soffia il vento autonomista e indipendentista si guarda (purtroppo senza grandi soddisfazioni) all’Europa. I Catalani che vogliono legittimamente secedere dalla Spagna  chiedono di essere riconosciuti dalla UE. Allo stesso modo gli scozzesi che si apprestano a votare nuovamente un referendum per separarsi dal Regno Unito, contestano fortemente la Brexit. Anzi per certi versi proprio il processo cosiddetto della Brexit ha accentuato la tendenza degli scozzesi a volersi separare e aumentato fortemente le possibilità di affermazione del Si nei sondaggi che circolano. Lo stesso vale per i Baschi, per i Corsi’ per i gallesi,, per i Fiamminghi e per i Valloni. Come poteva le Lega Nord ambire alla secessione dall’Italia e non volere più l’Europa? Come sarebbe potuto sopravvivere, in un mondo che iniziava un grande processo di globalizzazione, ridurre le dimensioni di uno stato e continuare ad essere competitivi e protetti nei confronti del testo del mondo? Non lo era, ed infatti la Lega (quella vera) che sognava l’indipendenza del Nord a metà degli anni 90 scriveva sui propri manifesti frasi di questo tenore: “ la Lega e’ il solo partito che vuole l’Europa ! Guarda più in là del naso, vota Lega Nord, o il paese torna indietro!” . Punto e a capo!

Erano gli anni in cui Umberto Bossi commissionava al bravissimo Mario Cavallin decine di manifesti che di notte andavamo ad attaccare in giro per la Padania. In quel messaggio c’era tutta la lungimiranza e la contemporaneità di quel movimento post ideologico che ha caratterizzato la scena politica per un quarto di secolo.

Insisto sul fatto che quel messaggio sia ancora assolutamente attuale. Poi ci sono stati gli anni 2000 e gli errori dell’euro. Errori di sottovalutazione delle regole di ingaggio più che non di strategia. Eravamo a pezzi, l’italica liretta (che solo qualcuno che non sia mai stato leghista può rimpiangere) non aveva più la forza per reggere sui mercati valutari internazionali e quella che doveva essere la ciambella di salvataggio monetaria si è via via trasformata in un incubo.

Un incubo che purtroppo ad oggi non ha alternative. Come non ci sono alternative all’Europa. L’unica vera alternativa all’Europa per un paese del mediterraneo resta l’Africa e quindi mi tengo l’Europa tutta la vita. Confondere però i problemi e gli errori dell’euro con l’Europa è un esercizio sbagliatissimo. In questo continente che piaccia o no ci sono ancora le più solide democrazie liberali del pianeta. Ci sono diritti e doveri ben precisi. Certo si può sempre far meglio ma credo si debba inorridire leggendo le dichiarazioni di Vladimir Putin rilasciate a Lionel Barber del Financial Times che parla di un supposto declino  delle democrazie occidentali che definisce obsolete e incapaci di rispondere alle esigenze del nostro tempo.

Personalmente preferisco tenermi questo modello con tutti i suoi difetti e anche per questo continuo a considerarmi convintamente europeista. Come lo e’ sempre stata la Lega Nord.

E non saranno quattro saltimbanchi dell’ultima ora che vivono discettando di formule magiche su Twitter a farmi cambiare opinione. Per essere forti in Europa bisogna essere rispettabili. E noi non sempre lo siamo stati. Di questo  paghiamo le conseguenze a caro prezzo ma non sarà questo che potrà farci cambiare idea. 

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Imprenditore, classe 1968. Per 25 anni impegnato a vari livelli in politica sempre nelle fila della Lega Nord. Dal 1993 al 2002 è sindaco di Pomponesco (Mantova), nel 1996 entra a far parte del Direttivo regionale dell’Anci Lombardia. Nel biennio 1996-1997 Fava è presidente del Consorzio per la depurazione idrica casalasco-viadanese. Per molti anni e’ stato membro elettivo di Upl (Unione provincie lombarde). Dal 2002 al 2007 consigliere comunale a Pomponesco e dal 2009 al 2014 consigliere comunale a Sabbioneta. Dal 2015 al 2018 è stato consigliere comunale a Viadana (città dove attualmente vive). Dal 1997 al 2012 è stato consigliere della Provincia di Mantova e deputato al Parlamento in tre Legislature. Nella XV Legislatura è stato membro della Commissione Attività produttive; nella XVI è stato membro delle Commissioni Difesa, Attività produttive, Politiche dell’Unione europea, Affari sociali e della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, nonchè Presidente della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla Contraffazione. Nella XVII eletto di nuovo alla camera dei deputati ha rassegnato le dimissioni nel maggio 2013 per entrare a far parte della giunta regionale della Lombardia con Presidente Roberto Maroni come assessore all'agricoltura. Appassionato di politica, economia e di sport nel novembre 2018 ha scelto di abbandonare le cariche elettive e la politica attiva in campo istituzionale per dedicarsi alla propria attività imprenditoriale a tempo pieno.

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