FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Paesi invisibili: Dove la vedi la Padania?

Favorito dal definitivo disconoscimento salviniano, oggi anche solo il parlare di Padania provoca sbuffante ilarità, un supponente atteggiamento da spallucce alzate che, in realtà, appare proprio fuori contesto.

“Dove la vede, lei, la Padania?” mi chiede, con piglio retoricamente interrogativo, proprio un portatore sano di questa nuova sagacia politica.
Dove la vedo? Ma come diavolo fai tu a non vederla, mi scappa di replicare.
E’ ovunque. Nell’economia, nella prigionia, nella pandemia.
Nella densità di popolazione e corrispondente inquinamento, conseguenze dirette di una concentrazione industriale inevitabile, se vuoi reggere il resto della baracca.

Nell’assenza di vergogna di certi governatori, che in tempo di pace condannano intere provincie a farcisi curare e in tempi di pandemia minacciano chiusure, con l’arroganza facciaculista di chi si permette di ironizzare sull’altrui operosità.
Nell’ovina, prona attitudine all’ubbidienza polentonica che non permette ribellioni di nessuna temperatura, anche dove chiunque butterebbe tutto per aria.

Dove sarebbe la Padania? Eccola lì, la Padania, che ogni anno produce l’equivalente di dieci ponti sullo stretto in surplus fiscale, e contestualmente guarda i suoi ponti sul fiume Po tutti da rifare.
Guardala lì la Padania, una delle aree più produttive del pianeta che chiede il permesso di fare interventi a debito e si mette in fila ogni 16 del mese con il modulo F24, come le frisone davanti alla mungitrice automatizzata.

Invece di chiedersi dove sia la Padania, sarebbe più ovvio chi si riempie la bocca, e non solo, di italianità si interrogasse su dove siano finiti tutti i soldi che la Padania ha prodotto.

Ma, chissà perché, sento che lo conosce già.
Prima gli smemorati.

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