FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Lasciatelo in Pace!

“Facile adesso, è come sparare su uno che caga”

Così a casa mia, in Romagna, si può definire il tiro al piccione scatenato dai suoi ex adulatori su Metiu alias il “fenomeno” ( cit. Mattia Feltri )

Ricordo ancora la prima volta che ascoltai questa suggestiva perla di saggezza Romagnola da mio nonno mentre prendeva le difese di un suo amico caduto in disgrazia in quel del circolo ( ARCI, ça va san dire ) di Sant’Andrea di Forlimpopoli; bassa, bassissima Padania.

Avevo 8 anni, e avevo le lacrime agli occhi dal ridere nell’immaginare la scena di uno che, comodamente seduto sulla tazza del cesso, sigaretta in bocca – Nazionali 80 senza filtro, si moriva da eroi – impegnato in un’aulica lettura de L’Unità ( solo quella c’era al circolo … ) vede pararsi davanti uno con una doppietta carica a pallettoni pronto a farsi giustizia per qualche torto subito: torto che di solito in quelle campagne spaccate dal sole in estate e rese dure come l’acciaio dalla neve in inverno, corrispondeva a una gallina pagata meno del dovuto o un’asso di coppe giocato nella mano sbagliata a Marafone.

Non era un’offesa, non era una spacconata, e nemmeno una presa in giro: era il modo più gentile che in quel mondo fatto di valori oramai persi si usava per dire “Ma smettetela ! … adesso tutti a dargli addosso che è in disgrazia , ma prima dove eravate ?”

Ecco, tra ieri e oggi questo ricordo d’infanzia formativo più di qualsiasi laurea alla Bocconi o di un master in relazioni istituzionali mi è riapparso in tutta la sua straordinaria schiettezza pensando al povero “Metiu il fenomeno” dipinto ( non a torto ) come un pirla qualsiasi al quale un fin troppo folto gruppo di elettori annoiati ha dato un potere politico smisurato senza averne prima pesato le sue vere capacità.

Facile adesso che ha mostrato la sua vera natura dargli del coglione, dell’incapace, del pagliaccio, del cialtrone; facile adesso puntargli la doppietta mente riflette ( speriamo ) sui suoi errori comodamente seduto sulla sua lussuosa tazza del cesso. L’unica poltrona che gli rimane.

Ma dove eravate quando chi lo conosceva da anni vi metteva in guardia dal rischio di assegnare a un dilettante la più importate ed innovativa esperienza politica post prima repubblica ?
Era evidente che Metiu avrebbe fatto della Lega Nord carne da macello pur di trovare il modo di sbarcare il lunario e sistemare qualche decina di scappati da casa come lui.

Ma voi zitti. E mi ricordo bene cosa stavate facendo: c’era chi gli leccava i piedi nella speranza di un ben remunerato posticino a Roma o in Regione, c’era chi costantemente piegato a 90 gradi elemosinava qualche strapuntino ( salvo poi insultarlo in privato ) e chi, nella migliore delle ipotesi, carta e penna alla mano riportava le boutade di Metiu per riempire le pagine dei giornali contribuendo ad alimentare la narrativa che un miracolato che mai ha lavorato un giorno in vita sua potesse risolvere il problema del mondo produttivo e che uno passato dai comunisti padani alla Le Pen potesse parlare di Autonomia ( Zaia, stai sereno ).

Lì eravate. E li rimarrete, perché siete di fatto i primi colpevoli e, per dirla con De Andrè, se anche adesso “vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.
Per questo, cortesemente, evitate l’ipocrisia: non sparate su l’umarell che sta sulla tazza del cesso, troppo facile. Non fate gli infami adesso, ci avete mangiato per anni grazie a Metiu.
Lasciatelo in pace.
Tanto, a breve, in quella tazza del cesso ce lo infilano gli elettori.
 
Gianluca Pini
 

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