FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

CONSIDERAZIONI BELLICHE

Dunque: contrordine compagno.
Il Presidente ANPI Pagliarulo ha cambiato opinione: in Ucraina è in corso una legittima RESISTENZA armata. C’è da temere che anche nelle purezze dell’estrema sinistra si insinui il germe della conservazione del “posto”: le sua precedenti dichiarazioni lo avevano messo in pericolo.

Pagliarulo Gianfranco, nato a Bari nel 1949, è il sesto Presidente dell’ANPI.
C’è una linea costante dei Presidenti ANPI, sono tutti consolidati rappresentanti della sinistra radicale:
dal primo Arrigo Boldrini che curiosamente passò da capomanipolo della Milizia Volontaria (fascista) nel 1937 a membro del PCI clandestino nel 1943, a Carla Nespolo primo Presidente donna e primo a non aver fatto il partigiano, fino appunto all’attuale Gianfranco Pagliarulo, nato 14 anni dopo la conclusione degli avvenimenti resistenziali.
Il cambio di rotta di Pagliarulo ha dato luogo a curiose situazioni comunicative, come quella in cui si era imbarcato il Fatto Quotidiano.

A questo quotidiano bisognerebbe applicare una indagine psichiatrica per capirne finalità e sostanza culturale.
Che sia un giornale di “rottura” in senso ampio è accertato: rompe molti schemi fra i quali anche le palle di chi lo legge. È selettivamente schierato con le proteste contro il “sistema”: tuttavia se si tratta del “sistema” giudiziario come denunciato da Palamara, ne diventa il difensore, così come se si tratta del sistema politico come attuato dal M5S. Nella maggior parte degli altri casi è invece inflessibile accusatore di storture, complotti, corruzioni di ogni genere.

Anche l’aspetto dei suoi direttori è arcigno e apodittico: sarebbe interessante fare una ricerca per sapere l’indice personale di gradimento di Lopez e di Travaglio.
E comunque il Fatto si era buttato con il consueto vigore a difendere Pagliarulo, la Sinistra/sinistra e uno spezzone del M5S, come al solito diviso e sparpagliato: la Resistenza italiana non può essere equiparata a quella odierna ucraina: là il nemico era il nazifascismo, l’unico autore di tutti i mali del mondo, qui il nemico è un invasore parzialmente erede delle virtù del salvifico comunismo.
Questa la tesi.

Ma il presidente Pagliarulo ha cambiato visione e con lui il Fatto Quotidiano: sono stati i “poteri forti” o un minimo di onestà intellettuale o infine un pedestre conteggio dare/avere a indurli a cambiare?
Conclusioni:
– Il 25 aprile resta una data esplosiva e tale resterà fino a che la narrazione che ne fa la sinistra non cambierà.
– Come per inciso avverrà il primo maggio: festa dei lavoratori solo se dipendenti e preferibilmente iscritti alla CGIL. Gli altri, partite IVA, artigiani, commercianti, professionisti, agricoltori, tutti esclusi: il lavoro da festeggiare è solo quello dei “proletari”.
– La narrazione ANPI si compone di tre contenuti:
1) i Partigiani furono determinanti per la liberazione del Paese dal giogo del nazifascismo: cosa tutt’altro che vera.
2) i Partigiani liberatori furono solo quelli delle brigate garibaldine composte da uomini legati al PCI: cosa tutt’altro che vera.
3) La vicenda storica italiana 1943 – 1945 fu segnata dalla lotta di un popolo tutto unito contro la dominazione del nazifascismo: cosa tutt’altra che vera.

Essa fu purtroppo una guerra civile con eccidi da ambo le parti, tutti odiosi, non distinguibili fra omicidi buoni perché contro i fascisti e omicidi cattivi perché contro gli antifascisti. – la guerra partigiana delle Brigate Garibaldi continuò dopo il 25 aprile 1945 allo scopo di destabilizzare il Paese e spingerlo verso il blocco sovietico. Gli accordi di Yalta non lo prevedevano, le truppe alleate fecero buona guardia, gli italiani annusarono il pericolo e votarono in grande maggioranza per la DC (cui almeno questo merito va riconosciuto): l’Italia si salvò dalla tragica fine che fecero i Paesi satelliti dell’URSS per i successivi 44 anni.

Questa evenienza storica è la sostanza della attitudine della sinistra prima comunista (PCI) e oggi più polverizzata ma altrettanto vigorosa, di festeggiare il 25 aprile: deve essere manifestazione anti occidentale soprattutto anti amerikana: la lotta continua in altre forme.
Curiosamente la nebulosa antivax si salda con la nebulosa ANPI: l’obiettivo si consolida. Si tratta di manifestazioni contro il sistema delle liberal/social democrazie occidentali.

A fatti e celebrazioni avvenute, prendiamo nota che: – la sostanza delle contestazioni a favore della PACE a qualunque costo sono condivise dal M5S (e dal Fatto Quotidiano) – le armi non servono all’Ucraina invasa ma servono a allungare la guerra a beneficio soprattutto dell’Amerika che resta la vera colpevole della situazione. – i gruppi di estrema destra hanno identico indirizzo in un quadro della coincidenza degli opposti. – la Brigata Ebrea va fischiata non perché ha combattuto al fianco delle altre formazioni partigiane ma perché hanno ragione i palestinesi, cioè i figuri di Hamas a stipendio del democratico Iran.

L’ANPI non muore mai: nata per opera (solo prevalente) di chi il partigiano lo aveva fatto, si è trasformata in una bottega ideologica che vende prodotti nuovi, diversi e finanche lontani dalle finalità iniziali. Sono arrivati i nuovi componenti che la Resistenza l’hanno vista al cinema o letta su resoconti il più delle volte faziosi.
C’è da chiedersi quanti 25 aprile ci vorranno per ripristinare la verità storica e celebrare in armonia un anniversario che ha comunque segnato per il nostro Pese un cambiamento epocale e positivo. Nonostante l’ANPI.

Maufrigneuse
Un uomo saggio che ha dedicato tutta la vita all’attività imprenditoriale con grande successo e che oggi guarda ai fatti di questi tempi con apprensione e sincera preoccupazione. La politica è stata la grande passione della vita da alternare al lavoro. E le passioni si sa non muoiono mai. “Un giorno un uomo ricevette la visita di alcuni amici. “Vorremmo tanto che ci insegnassi quello che hai appreso in tutti questi anni,” disse uno di loro. “Sono vecchio,” rispose l’uomo. “Vecchio e saggio,” disse un altro. “In fin dei conti, ti abbiamo sempre visto pregare durante tutto questo tempo. Di cosa parli con Dio? Quali sono le cose importanti che Gli dobbiamo chiedere?” L’uomo sorrise. “All’inizio, avevo il fervore della gioventù, che crede nell’impossibile. Allora, mi inginocchiavo davanti a Dio e gli chiedevo che mi desse le forze per cambiare l’umanità. “A poco a poco però, mi sono accorto che era un compito superiore alle mie forze. Allora ho cominciato a chiedere a Dio che mi aiutasse a cambiare ciò che mi circondava.” “In tal caso, possiamo garantirti che il tuo desiderio è stato esaudito in parte,” disse uno degli amici. “Il tuo esempio è servito per aiutare molta gente”. “Ho aiutato molta gente con il mio esempio; ma sapevo, comunque, che non era la preghiera perfetta. Solo adesso, alla fine della mia vita, ho capito qual era la richiesta che avrebbe dovuto essere stata fatta fin dall’inizio.” “E qual è questa richiesta?” “Che io fossi capace di cambiare me stesso”!

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