FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Gilberto, ci manchi!

Ricorre tristemente oggi il terzo anniversario della scomparsa di una grande figura carismatica, punto di riferimento per molti decenni di almeno un’intera generazione di autonomisti – quelli veri, ruspanti, poco avvezzi a spasmodici assalti alle cadreghe di turno! – precursore e pietra miliare della cultura padanista, ma non solo: Gilberto Oneto.

Architetto paesaggista, impegnato anche nella sua attività professionale a rendere la Padania un posto più piacevole dove vivere, e sempre pronto a denunciare le sconcezze anche urbanistiche che oltre un secolo e mezzo di oppressione statuale ha portato nelle nostre terre, fin dai suoi esordi sulla rivista “Etnie”, Gilberto si è sempre occupato appassionatamente e con un rigoroso puntiglio metodologico che lo portava a cercare freneticamente e prioritariamente le fonti primarie, di eventi, fatti, aneddoti, specie quelle dimenticate o appositamente celate e calate in un’oblio voluto e interessato, che riguardassero le nostre terre e le nostre genti. Oneto è stato per 20 anni l’artefice e l’anima della mitica Libera Compagnia Padana che tramite “I Quaderni Padani” (1995-2014) ha fatto scoprire e riscoprire a moltissimi lettori, e sono sicuro, a tantissimi di coloro che leggono ora queste righe, storie, fatti, avvenimenti, personaggi fino ad allora misconosciuti o scientemente celati dalla cultura ufficiale e soprattutto dalla politica unitarista italiana. Gilberto è stato prolifico autore di migliaia di articoli pubblicati su diverse testate giornalistiche della carta stampata, ha curato per molti anni le pagine di cultura padanista ma non solo, anche e soprattutto di critica socio-politica su la Padania, il giornale della Lega ex Nord, con il quale il rapporto è sempre stato di amore-odio se non addirittura di diffida aperta. Chi ne ha perso, in questo rapporto, non è nemmeno da dire, è stato il movimento più o meno di riferimento per l’autonomismo degli ultimi 30 anni in Padania. Gilberto ha inoltre scritto quasi una cinquantina di libri, da solo o a quattro o più mani, che, oltre a quelli legati più specificatamente alla sua attività professionale, spaziano dalla cultura alla storia, dalla politica all’araldica, dall’analisi socio-politica alla raccolta sistematica di una serie infinita di dati statistici rigorosamente e metodologicamente ricercati, analizzati e interpretati quasi in modo maniacale, tutti uniti da un ben evidente e anzi sempre messo in piena luce file rouge che è sempre stato la ricerca della libertà per i popoli padano-alpini e la dimostrazione che il grande male della Padania ha un nome ben preciso: l’Italia. Con titoli quali Bandiere di Libertà, L’invenzione della Padania, Pianificazione del Territorio Federalismo e Autonomie Locali, o i più recenti L’Iperitaliano, contro biografia del massone poco eroe dei due mondi Garibaldi, Polentoni o Padani? o ancora, per finire, la sua ultima grande opera, il Guerrone. La nefandezza del 1915-18, Gilberto ha saputo cogliere il lato nascosto, i panni sporchi celati, le pieghe non note di una storia di famiglia, quella italiana, in cui ahi noi siamo purtroppo ancora costretti -sperando ancora per poco-, che è sempre stata rappresentata in termini positivi alla libro Cuore, alla “italiani brava gente”, ma che invece è ricca e disseminata di ferro e sangue, di ladrocini, crimini, nefandezze e genocidio economico e sociale, ai nostri danni, ai danni della Padania.

Chissà cosa avrebbe detto oggi Oneto vedendo il parlamento italiano autodefinito del “cambiamento” con una predominante maggioranza leghista, come dalla metà degli anni Novanta non si vedeva, riunito a celebrare la Vittoria del 1918! Una vittoria nemmeno di Pirro, perché vittoria non fu neanche. Gilberto ha saputo con la sua sagace e acume penna “inventare” termini quale “marrano”, “italiota”, che sono poi entrati almeno per un certo tempo e in certi ambienti più radicati, nel linguaggio corrente dell’autonomismo. Personalmente ho frequentato poco la “persona Gilberto Oneto”, solo negli ultimi anni ho avuto il privilegio e l’onore di poter entrare nella cerchia ristretta dei suoi contatti, per il mio carattere e per le mie vicissitudini private, sia chiaro e non per una qualsivoglia contrarietà alla mia persona da parte di Oneto, soprattutto da quando, assieme ad un gruppo dei miei più stretti amici “politicizzati”, decidemmo di intraprendere la mia candidatura alla segreteria federale della Lega Nord per l’Indipendenza della Padania, in alternativa a Bossi e Salvini. Gilberto ci fu molto vicino e ho fatto tesoro dei suoi suggerimenti e idee. Ho invece assiduamente frequentato il “personaggio Gilbeto Oneto”, l’autore e il commentatore politico, carismatico ma allo stesso tempo schivo e apparentemente scorbutico ma in realtà sornione e schietto. Gilberto manca molto oggi. Manca a tutti coloro che lo hanno conosciuto di persona o tramite le sue opere. E il suo ruolo carismatico è purtroppo insostituibile. Ma oggi il suo lavoro di ricerca e studio non sono andati vani, le sue idee sono custodite e conservate e la sua azione di divulgazione continua tramite l’associazione che porta il suo nome, fondata da un gruppo di amici, tra cui la moglie Daniela, e presieduta da Gianluca Marchi, che ha proprio lo scopo di continuare le attività e le ricerche di Gilberto, per creare quella coscienza di popoli padano-alpini, della quale, oggigiorno più che mai se ne sente estrema necessità. In questi quasi tre anni di attività l’Associazione ha già edito ben sei volumi che riprendono le opere incompiute o solo abbozzate o l’insieme di articoli numerosissimi in ogni ambito che Gilberto ha realizzato e che sono il faro, la luce verso il porto della Libertà. Gilberto non se è andato, è nel Tír na nÓg, la celtica Terra dei giovani, e me lo immagino sornione, assieme a Gianfranco Miglio a discutere di cultura, di politica, di Padania, da veri Uomini Liberi. “Sprofondi roma !”, come piace dire a Gilberto.

Roberto Stefanazzi Bossi, segretario dell’Associazione Gilberto Oneto.
associazionegilbertooneto.org

Roberto Stefanazzi Bossi
Roberto Stefanazzi Bossi, classe 76, autonomista e padanista convinto e radicale, si occupa amatorialmente ma con passione alle tematiche legate all'autonomia e alla cultura dei popoli alpino-padani e senza stato da 25 anni, araldista dilettante, è stato membro della Guardia Nazionale Padana, per cui è passato dalla forche caudine della magistratura italiana, uscendone totalmente assolto, è stato pre candidato alla carica di segretario federale della Lega Nord per l'Indipendenza della Padania, in alternativa a Bossi e Salvini. Attualmente è consigliere comunale uscente a Vizzola Ticino (VA) e segretario dell'Associazione Gilberto Oneto.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi