Forse tra le migliori serate di “Terre di Lombardia” quella di martedì al Gran Caffè Liberty di Asola, riservata ai soci.
Ci scambiamo cordiali sorrisi, energiche strette di mano e complimenti con un calice enorme in mano, prima di tutti a Gianni (Fava), al quale non sfugge nessuno e di nessuno si dimentica.
Poi arriva Roberto Maroni a presentare il suo “Rito Ambrosiano”, elegante metafora della differenza politica e di quella cosa di cui nessuno parla più: la questione settentrionale.
Bobo spiega, racconta, di come il governare virtuoso sia stangato e quello irresponsabile premiato, dei referendum disattesi che però godono di un patto “nero su bianco”, da lui stipulato col governo, che non si potrà ignorare. Vedremo.
Parla della Lega di Salvini, grande scatola di destra dove si parla di patria e di italiani ma dove il nord è sparito dall’orizzonte. Situazione tuttavia favorevole perché in movimento e questo aprirebbe nuovi varchi e spazi per l’autonomismo.
Ma Gianni Fava, che non sarà celebre come Maroni ma le cui antenne politiche sembrano funzionare meglio, percepisce le vibrazioni del dolore di stomaco che pervade qualche presente dai capelli bianchi.
Sente il sottile campo magnetico della delusione politica e del rancore aleggiare nelle vecchie tigri della militanza, anche se non lo ammetterà nemmeno sotto tortura.
Perché sono venticinque anni che aspettiamo si aprano varchi per l’autonomia, aspettiamo responsabilità territoriali che non arrivano mai, abbiamo festeggiato diverse volte l’approvazione di un federalismo che non si è mai visto, ectoplasmatici decreti attuativi dissolti dal ponentino che soffia sui sette colli.
E allora, proprio perché vogliamo bene a Bobo, dobbiamo confessargli che molti di noi tutto questo ottimismo e questa fiducia nel futuro non ce l’hanno più. Dobbiamo confessargli che abbiamo il sospetto che siano stati proprio quei venticinque anni senza risultati a consegnare il movimento a una classe dirigente che al nord non pensa più e parla di orgoglio nazionale.
E mentre ascolto Bobo che cerca di infondere ottimismo e aspettative per l’avvenire, guardo un messaggio che una radioascoltatrice manda alla “Zanzara” di Cruciani su Radio24. “…in Europa si devono sciacquare la bocca quando parlano di Lega e degli italiani…“.
Deve essermi sfuggito un passaggio, perchè io non so di che Lega stia parlando.
Arrivederci a Roberto Maroni che temo voli troppo in alto per sentire il rumore del mio stomaco. Non mi resta che puntare sulle antenne dei Gianni Fava e sulla loro voglia di tornare.
Riccardo Pozzi