Indottovi “da un amico recettore di Repubblica”? Non ci credo neanche morto.
Hai un bel dire delle soddisfazioni da palla ovale o di quelle da professione, il problema è la tossicità della politica: una droga alla quale non ci si sottrae.
Se la prendi da giovane te la porti dietro finché rendi l’anima a Dio. Tu sei intossicato: prima o poi l’esigenza della dose diventa irrinunciabile.
E va bene così, dati i tuoi trascorsi: di sicuro meglio tu che la stragrande maggioranza dei nuovi entranti e dei cascami della ex Lega Nord che oggi popolano un altro partito che si chiama Lega per Salvini premier.
Dunque parlo con te di politica.
Tutto lascia pensare che la Lega Salvini premier uscirà bastonata dalle europee ma camperà in Parlamento fino al 2027, piena di famigli con poca arte e meno parte, tranne alcuni da tutelare perché competenti anche se non combattenti: come dice il Manzoni “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”. Come sai al mondo c’è bisogno di entrambi: i coraggiosi e i competenti.
Alcuni superstiti della vecchia Lega Nord puntano al Congresso Federale per rovesciare il tavolo. Mi sembra una pia illusione: il Congresso, se fatto, sarà vinto da Salvini. Fra espulsi, morti, dimissionari, tessere non rinnovate, declassamenti, i rimasti sono quasi tutti uomini del re.
Se poi vincessero, i dissidenti porterebbero a casa un partito da cambiare in fretta e furia, a cominciare dal nome, con progetti da rivedere, consenso da ricercare: vincerebbero un arnese pernicioso, da rottamare senza incentivi.
Il guscio vuoto della Lega per Salvini premier sui territori sarà evidenziato dai risultati elettorali, oggi alle europee e poi a mano a mano che comuni e regioni andranno al voto: ridimensionamento dei posti al sole, il gruppo degli indigenti non troverà spazi per sfamarsi e come i topi, abbandonerà il Titanic e il Capitano, anche se i topi li ha imbarcati lui.
Rimane un vuoto di rappresentanza a Nord dove i grillini non toccano terra, anzi sono dileggiati e spernacchiati.
Dove il PD della signorina Schlein non trova sintonia né di toni né di progetto. Troppo pragmatica e concreta la maggioranza dei nordici per dare ascolto alle millenaristiche narrazioni della italo/svizzera.
Restano i due partiti alleati, con Forza Italia che recupera proprio i voti ex Lega Nord e FdI che ha già preso il prendibile alla Lega (per Salvini premier che, come i pifferi della montagna era andata per suonare nelle praterie della Meloni e fu suonata dalla stessa).
A urne chiuse e risultato acquisito, cosa farà il famoso Doge Zaia? Cosa faranno l’educato Fedriga e l’esangue Fontana?
Forse qualcosa si decideranno a dire e finanche a proporre. Né è dato sapere quanti dei loro sono disposti a seguirli nel perdurare dell’attendismo.
Potrebbe peraltro nascere qualche nuovo leader: come accade sempre nella storia dell’uomo, il rinnovo delle leadership avviene in momenti di crisi, quasi mai in momenti di tran tran politico.
Al Nord c’è da rappresentare di nuovo il Centro che a queste latitudini vuol dire il ceto medio produttivo che la Lega Nord rappresentava e che mai ha lesinato consenso e voti. Mentre oggi col cavolo che li da a un partito personalizzato che di tutto si occupa tranne che della impellente ”questione settentrionale” che, per inciso, se non si risolve manda a ramengo tutto l’ambaradan, compreso quello della signora Meloni: il Nord ci mette i soldi ragazzi, gli altri li “ridistribuiscono” con aggiunta di chiacchiere e distinguo.
Se il Nord non ha più i soldi da metterci, dove li trovi?
Certo non nel famelico Sud a prevalente caccia di sussidi e con modeste capacità di produrli, per cultura e per una vocazione coltivata attivamente da tutti i partiti di centro e di sinistra, Lega per Salvini premier compresa (poche storie: il nobile reddito di cittadinanza fu attivato dal Conte 1 a marzo 2019, con la Lega a supportarlo).
Può perfino darsi che qualcosa succeda in Europa, per la quale andiamo a votare oggi, anche se non è chiaro a tutti perché la campagna elettorale è tutta ripiegata sulle vicende interne.
Può darsi che l’onda del rinnovamento, della liberazione dalla cappa che il centrosinistra e l’euro burocrazia, perfino peggiore di quella italiana, hanno steso per decenni sul continente, trovi diverse e migliori soluzioni.
Anche qui bisognerà schierarsi a difesa di cultura, economia, usi e costumi propri.
Insomma sono convinto che ci siano grandi impegni da assumere per salvare il salvabile e sono convinto che questi impegni vedranno in campo anche l’ex onorevole Gianni Fava. E ne sono contento.