FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Un paese dove forma è sostanza è un paese morto. Da Aristotele a Beppe Sala e ritorno.

Conosco Beppe Sala da anni e, come è noto, lo stimo. 
Ho già avuto modo si scriverlo, ma ci tengo a ribadire che resto convinto delle qualità di uno dei migliori manager pubblici in circolazione.

Mi è dispiaciuto leggere dell’esito  di una vicenda giudiziaria lunga più di sette anni che lo ha visto condannato a sei mesi di reclusione, seppur convertiti in una pena pecuniaria di 45mila euro, nell’ambito del processo milanese in cui era imputato per falso materiale e ideologico. 
Accuse che risalgono proprio al periodo che ha preceduto la nostra piacevole e positiva collaborazione  nella sua veste di amministratore delegato di Expo e legate parrebbe ad una maldestra retrodatazione di due verbali con cui, nel maggio del 2012, sono stati sostituiti due componenti della commissione di gara per l’assegnazione del maxi appalto per la Piastra dei servizi dell’Esposizione Universale del 2015.

A nulla sono valse le considerazioni di chi sostiene che se non si fosse agito in quel modo probabilmente non si sarebbero rispettati i tempi per poter celebrare il grande successo dell’Expo milanese del 2015. 
Due sono le frasi che mi hanno colpito in modo particolare nella reazione a caldo del sindaco: la prima “Continuerò a fare il sindaco, ma così è stato processato il mio lavoro”. E la seconda: “Una sentenza del genere, dopo sette anni abbondanti, per un vizio di forma che non ha prodotto nessun effetto credo che allontanerà tanta gente onesta, capace, tanta gente perbene dall’occuparsi di cosa pubblica”.

Bene mi verrebbe da dire. Per quale motivo si dovrebbe dimettere da sindaco? Al contempo mi viene anche da condividere l’amara riflessione sugli effetti che queste vicende provocano al sistema degli enti locali e della politica territoriale in genere.

Quanti sono (in realtà non da oggi) ancora i cittadini che accettano di avvicinarsi alla cosa pubblica in un contesto di questo genere? Rischiare di essere condannati al carcere al pari di un qualsiasi delinquente per aver scelto di dar corso alle cose e aver permesso a questa parte disperata d’Europa di evitare una figuraccia galattica, non può produrre risultati del genere. Ormai è sempre più consueto incontrare bravi professionisti o manager che nemmeno si sognano di donare parte del proprio tempo, mettendo a repentaglio la propria reputazione, per poter collaborare al bene comune e alla gestione della cosa pubblica.

In questo contesto poco virtuoso abbiamo riempito gli enti locali a tutti i livelli di mediocri improvvisati in cerca di forme di emancipazione Sociali ed economiche rispetto ad esistenze tristi e prive di smalto. In pratica orde di sfigati senza speranze nella vita di tutti i giorni, pronti a fare il diavolo a quattro per affermarsi in una politica sempre più squalificata e improvvisata.

Ma perché mi sono chiesto alla fine Sala è stato condannato? Cosa gli viene imputato di così grave? Parrebbe dalla sommaria lettura dei reportage giornalistico che, per  il collegio formato da tre giudici della Decima sezione penale e presieduto da Paolo Guidi, Beppe Sala sia stato condannato “limitatamente alla retrodatazione del verbale di annullamento di nomina della commissione giudicatrice e del verbale di nomina della commissione giudicatrice” e a lui sono state concesse “le circostanze attenuanti generiche” e, anche l’attenuante di aver agito, nel commettere il reato di falso materiale ed ideologico, “per motivi di particolare valore sociale“.

Cioè scusate, condannato per aver compiuto un gesto di “particolare valore sociale” che ne attenua pertanto la sanzione ? Letta così ha dell’incredibile. Eppure nulla può essere incredibile in un paese morto che vive  di forma e ha perso il senso del valore della sostanza. 
Aristotele in tempi lontani sosteneva che “La sostanza è il centro di riferimento delle categorie dell’essere in quanto tutte le altre categorie la presuppongono. La sostanza  è l’essenza necessaria di una cosa cioè ciò che fa sì che una cosa sia quello che è e non sia qualche altra cosa.” 

E sono passati più di duemila anni. Inutilmente a quanto pare. Peraltro questa vicenda ha ribaltato i ruoli. Ho visto giornalisti e opinionisti storicamente ultra-giustiziasti provare a cercare giustificazioni e spero che la cosa possa servire una volta per tutte ad affermare il principio per il quale siamo tutti uguali di fronte tanto alla giustizia quanto alla opinione pubblica. Non avevo visto tanta comprensione e solidarietà quando,  a parti invertite,  al centro di vicende giudiziarie ridicole come questa sono finiti esponenti di altro orientamento politico.  Ma mi accontento  del fatto che si sia creato un precedente di questo tipo nella speranza che possa aprire gli occhi ai cittadini. 


Coraggio sindaco Sala, vai avanti per la tua strada!
Ti hanno scelto i cittadini nella speranza che il tuo impegno vada alla sostanza delle cose, anche quando la forma non sia ineccepibile. Magistratura e politica mediocre permettendo……

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Imprenditore, classe 1968. Per 25 anni impegnato a vari livelli in politica sempre nelle fila della Lega Nord. Dal 1993 al 2002 è sindaco di Pomponesco (Mantova), nel 1996 entra a far parte del Direttivo regionale dell’Anci Lombardia. Nel biennio 1996-1997 Fava è presidente del Consorzio per la depurazione idrica casalasco-viadanese. Per molti anni e’ stato membro elettivo di Upl (Unione provincie lombarde). Dal 2002 al 2007 consigliere comunale a Pomponesco e dal 2009 al 2014 consigliere comunale a Sabbioneta. Dal 2015 al 2018 è stato consigliere comunale a Viadana (città dove attualmente vive). Dal 1997 al 2012 è stato consigliere della Provincia di Mantova e deputato al Parlamento in tre Legislature. Nella XV Legislatura è stato membro della Commissione Attività produttive; nella XVI è stato membro delle Commissioni Difesa, Attività produttive, Politiche dell’Unione europea, Affari sociali e della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, nonchè Presidente della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla Contraffazione. Nella XVII eletto di nuovo alla camera dei deputati ha rassegnato le dimissioni nel maggio 2013 per entrare a far parte della giunta regionale della Lombardia con Presidente Roberto Maroni come assessore all'agricoltura. Appassionato di politica, economia e di sport nel novembre 2018 ha scelto di abbandonare le cariche elettive e la politica attiva in campo istituzionale per dedicarsi alla propria attività imprenditoriale a tempo pieno.

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