FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Toti suona la carica (ma si dimentica dell’autonomia)

Occasione mancata: annunciata come assemblea di centro destra aperta a tutti, la kermesse di Giovanni Toti si trasforma in una riunione di corrente piena di dejavù.

Molti attacchi a Forza Italia e pochi contenuti.  Ecco la sintesi di quello che avrebbe potuto essere un pomeriggio storico per la politica italiana, in cerca di un equilibrio tra il nazionalismo Salviniano e il campo moderato, autonomista e liberale che esiste e che ormai ha perso ogni speranza di essere rappresentato.

Niente autonomia. Nei progetti di Giovanni Toti, almeno in questa prima fase, il nord non esiste. Non esistono gli oltre 6.000.000 di veneti e lombardi che hanno votato per il referendum  voluto da Luca Zaia e Roberto Maroni. Il governatore della Liguria, a sua volta firmatario di una richiesta ufficiale alla ministra Stefani, ha preferito glissare.

Ma andiamo con ordine

La Scuola Publitalia

Berlusconi non c’era ma c’era tutto ciò a cui lui ci ha abituati.  Musica ad effetto,  luci ben studiate, il palco tirato a lucido, le bandiere di Forza Italia e le coreografie sapientemente preparate con cartelli arancio distribuiti all’ingresso e con la scritta “io sto con Toti”.

La Kermesse “L’Italia in Crescita” promossa dal governatore della Liguria, colui che in molti hanno ritenuto il delfino di Berlusconi prima che ne diventasse la spina nel fianco, è cominciata con quasi mezz’ora di ritardo in un bollente pomeriggio romano.

“Colpa della difficoltà di trovare posto a tutti” replicavano gli organizzatori interrogati sul ritardo della tabella di marcia, guardando con preoccupazione il terzo anello del teatro Brancaccio, (1.300 posti in totale – dati ufficiali ) per la verità, non pieno come da aspettative.

2013 – Pubblico per Flavio Tosi al Palabam

Il teatro non era vuoto, si sappia, ma certamente il numero del pubblico presente era piuttosto distante da poter essere considerato di portata storica. Conosciamo chi ha saputo fare di meglio: Flavio Tosi nel 2013, quando la Lega Nord aveva una percentuale persino inferiore a quella dell’attuale Forza Italia, riuscì a radunare al Palabam di Mantova più di 4.000 persone.  

Poco prima delle 15 l’ingresso “trionfale” di Toti con strette di mano ed abbracci, che sono apparsi più di incoraggiamento che di benvenuto, sulle note di “Don’t Stop me Know” dei Queen.

Il teatro Brancaccio in attesa di Toti

“Non fermarmi adesso”. Si, avete letto bene.  Un messaggio – non proprio subliminale- per colui che nel tentativo di frenare la marcia di Toti verso la leadership del centro destra, gli ha offerto, con un colpevole ritardo di  qualche anno e molti punti percentuali persi lungo la strada del consenso elettorale, un ruolo di primo piano all’interno del partito. Obiettivo: tenerlo nei ranghi e salvare il salvabile.

Una missione riuscita a metà. Da ambo le parti.  Da un lato la kermesse c’è stata lo stesso e più che un laboratorio di idee per il futuro del centro destra è sembrata una semplice riunione di iscritti al partito per dirsi che ( ça va sans dire ) Forza Italia ha qualche problema. Dall’altra lo  strappo sospirato (da molti presenti) e temuto (dall’ establishment
berlusconiano) non c’è stato.

La geografia del Movimento: chi sta con Toti.  

Sparute rappresentanze da alcune delle province più importanti del bel Paese hanno dato segno della propria presenza con striscioni come “Ligura con Toti”, “Benevento con Toti”, “Forza Toti da Catania” e poi ancora Lazio, Basilicata, Abruzzo e dulcis in fundo  “Bergamo con Toti”.  

Tanti volti, più noti che nuovi, presenti in sala:  Laura Ravetto, Paolo Romani, Osvaldo Napoli, Francesco Giro, Carlo Giovanardi, Alessandro Sorte e Giulio Gallera.  Presente anche l’ex ‘azzurro’ Gaetano Quagliariello, leader del movimento “Id&a” cui dal palco, in più di una occasione, è stato dato ampio spazio attraverso la presenza di amministratori eletti grazie al suo movimento, soprattutto nel sud.

“Siamo passati dal 40% al 6% e nella nostra classe dirigente c’è anche chi dice ‘poteva andare peggio’. Non sono moralmente degni“, ha detto Toti dal palco, e poi rivolto ai presenti: “Siete coraggiosi a essere qui nonostante le minacce di qualcuno“.

Qui nessuno è contro Berlusconi” si è affrettato a chiarire:  “Vorrei primarie aperte a tutti coloro che vogliono partecipare, non solo di Forza Italia“.

Forza Italia deve tornare a parlare al mondo produttivo anche alle officine dove la gente ha le mani sporche di grasso, alle famiglie, ai giovani” ha detto convinto il governatore della Liguria prima di concludere la giornata in un tripudio di cartelli arancio “io sto con Toti” sollevati dai presenti.

E il Nord?

In un paio di passaggi del suo appassionato discorso alle truppe, Toti ha rimarcato la necessità di tornare a parlare “al mondo produttivo” fatto dai piccoli, dagli artigiani, da coloro che con coraggio ogni mattina alzano la saracinesca per mandare avanti il Paese strangolati dalle tasse e dal reddito di cittadinanza.  Dopo l’elogio degli amministratori del Sud (da Teramo a Lecce passando per Potenza) abbiamo atteso trepidanti un omaggio, anche velato, alla nostra terra e alle sue istanze.

Avevamo buone speranze: anche Toti, sull’onda del consenso di Zaia e Maroni ha firmato, poco meno di tre mesi fa, la richiesta di maggiore autonomia per la sua Liguria. Ma sabato se l’è scordato.

Eravamo pronti a far scattare un applauso entusiasta, felici di trovare un nuovo motivato interlocutore, qualcuno con cui dialogare, un nuovo alleato, ma siamo rimasti a bocca asciutta e mani immobili.

Sfidare Berlusconi, su un terreno in cui è leader incontrastato,  deve essergli apparso più facile che pronunciare il nome di un punto cardinale o schierarsi per difendere le istanze della sua gente.

Niente applauso, dicevamo..ma un sorriso si. Lo abbiamo regalato ad un anonimo bergamasco protagonista di una dichiarazione che a molti dei meridionali presenti in sala deve essere sembrata provocazione.

Dal palco è stato trasmesso un collage di video “social” girati da sostenitori con accenti tra i più disparati. Scooteristi meridionali pronti a partire su due ruote per raggiungere Roma e sostenere “Giovanni”, attempate signore toscane pronte a sconfiggere il PD grazie al “metodo Toti”, liguri orgogliosi di “stare con il presidente Toti”.

Tra loro, flebile flebile, s’è udita un po’ impacciata,  una vocina che quasi sommessamente ha dichiarato “Sto con Toti per sbloccare il percorso delle autonomie ferme per colpa degli incapaci dei cinque stelle”.

Chi dimentica (l’autonomia) è complice.

Grazie Amico, sei il nostro eroe.

Il nostro eroe Bergamasco

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