FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Amare l’umanità e incendiare l’auto dell’allenatore di tuo figlio.

“ Sapete cosa significa amare l’umanità? Significa soltanto questo: essere contenti di noi stessi. Quando uno è contento di se stesso, ama l’umanità”.
Quando Luigi Pirandello espresse questo ragionamento straordinario non aveva fatto i conti con l’evoluzione della specie.  O meglio con l’involuzione della specie e della società che nel secolo successivo avrebbe determinato la situazione attuale.

A volte mi chiedo se potrebbe esprimere gli stessi concetti leggendo quasi quotidianamente fatti di cronaca che ormai non impressionano più nessuno, ma che al contrario, a chi scrive suscitano angoscia irreversibile.
Per tanto forte possa essere l’autostima che ci caratterizza diventa difficile immaginare come possa essere traslata su molti soggetti che contribuiscono a riempire le pagine secondarie dei giornali tricolori, con notizie a dir poco devastanti.
Se Pirandello per esempio avesse letto la notizia che lo scorso 28 ottobre del 2018 un illuminato ed evoluto genitore, di un’amena località pugliese,  ha incendiato l’auto dell’allenatore di calcio del figlio, avrebbe continuato ad amarlo essendo soddisfatto di se stesso? 
Mantengo forti dubbi. Pare infatti che un gentleman di borgata abbia avuto molto da ridire sul fatto che un presuntuoso e poco accorto mister, al quale incautamente una società sportiva aveva affidato le Sorti sportive del proprio pargolo, abbia avuto l’impudicizia di relegare il giovane in panchina. Apriti o cielo! O meglio: incendia la vettura dello sciagurato! 
Le cronache riportano una ricostruzione agghiacciante. Durante una drammatica gara del campionato under 16 tra le leggendarie squadre del US Lecce 1908 e del Parabita infatti ad un certo punto, non senza lo stupore dei presenti, nel parcheggio del centro titolato sportivo di Cavallino,
l’auto dello sventurato allenatore ha preso fuoco come d’incanto, andando distrutta.
Un classico caso di autocombustione? Ovviamente , hanno pensato i presenti.
Del resto con questi  autunni così miti può capitare  di tutto. Oppure un segno inequivocabile della presenza della criminalità organizzata che da sempre punta sul racket delle scommesse clandestine?  Può darsi, vista la caratura del match. 
Ma ci ha pensato l’autorità giudiziaria a chiarire una volta per tutte la questione e dopo un anno di indagini i carabinieri della stazione di Cavallino hanno identificato i presunti responsabili dell’incendio all’auto di mister Paolo Piliego, brindisino di 57 anni, allenatore delle giovanile del Lecce. E a sorpresa (come nella migliore tradizione noir salentina) spuntano i responsabili: il padre di un giovane giocatore e un suo zelante amico. Stranamente in passato l’uomo aveva già frequentato le patrie galere (probabilmente a causa del consueto errore giudiziario) ed era comunque inspiegabilmente il principale indiziato del gesto estremo.
Gli inquirenti hanno avuto modo di dichiarare in modo solenne e deciso che “ è lui il mandante dell’attentato. Il motivo sarebbe collegabile alla mancata convocazione del figlio alla partita, non solo, ma nelle ultime settimane l’allenatore avrebbe lasciato “troppe” volte il figlio in panchina”.
Il tutto banalmente certificato dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nel centro sportivo. Amen.

Devo ancora riprendermi dalla lettura delle motivazioni e continuo a non farmene una ragione.
Davvero esiste un essere vivente (fatico a definirlo un uomo) che trovi addirittura un idiota più grande di lui disposto ad aiutarlo, mentre decide di incendiare le macchine di un allenatore quasi sessantenne che ha la grave colpa di avergli lasciato il figlio brocco in panchina? 
E se realmente questi umanoidi esistono, carissimo Luigi Pirandello, posso davvero amarli in quanto umanità, solo perché sono contento di me stesso?

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Imprenditore, classe 1968. Per 25 anni impegnato a vari livelli in politica sempre nelle fila della Lega Nord. Dal 1993 al 2002 è sindaco di Pomponesco (Mantova), nel 1996 entra a far parte del Direttivo regionale dell’Anci Lombardia. Nel biennio 1996-1997 Fava è presidente del Consorzio per la depurazione idrica casalasco-viadanese. Per molti anni e’ stato membro elettivo di Upl (Unione provincie lombarde). Dal 2002 al 2007 consigliere comunale a Pomponesco e dal 2009 al 2014 consigliere comunale a Sabbioneta. Dal 2015 al 2018 è stato consigliere comunale a Viadana (città dove attualmente vive). Dal 1997 al 2012 è stato consigliere della Provincia di Mantova e deputato al Parlamento in tre Legislature. Nella XV Legislatura è stato membro della Commissione Attività produttive; nella XVI è stato membro delle Commissioni Difesa, Attività produttive, Politiche dell’Unione europea, Affari sociali e della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, nonchè Presidente della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla Contraffazione. Nella XVII eletto di nuovo alla camera dei deputati ha rassegnato le dimissioni nel maggio 2013 per entrare a far parte della giunta regionale della Lombardia con Presidente Roberto Maroni come assessore all'agricoltura. Appassionato di politica, economia e di sport nel novembre 2018 ha scelto di abbandonare le cariche elettive e la politica attiva in campo istituzionale per dedicarsi alla propria attività imprenditoriale a tempo pieno.

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