Con le sue dichiarazioni sempre più politicamente scorrette Vittorio Feltri è praticamente ogni giorno al centro di uno scandalo.
Diciamoci che ormai il suo “lavoro” è proprio quello di fare la sparata più alta per finire ogni giorno in TV così da andarci di nuovo, fare la sparata nuova e tornarci.
Ma c’è una cosa che non capisco: perché è l’idolo della destra italiana? Che, per carità, sul singolo caso dei meridionali anche Salvini l’ha contestato, giustamente potevamo aspettarcelo dal senatore della Locride, ma noto che nel mondo di destra ha il suo seguito.
Ma Vittorio Feltri è un liberalconservatore vecchio stile. Verrebbe da chiedersi come mai sul profilo social del buon elettore di destra, ormai venduta al più bieco statalismo e collettivismo, non manchi mai la brava condivisione di Feltri.
E in effetti vedere un salviniano condividere un uomo come Feltri, dopo aver conosciuto le sue idee, non può che far sorridere.
Feltri è ad esempio a favore dell’eutanasia e delle unioni gay, persino delle adozioni! L’ultima volta che ho sentito la destra parlare dell’argomento ho notato una forte contrarietà motivata solitamente con citazioni della Beata Vergine Maria.
Sì, per carità, li chiama froci e ricchioni, ma “ai liberali non piace vietare” come dice lui. Quando una parola diventa tabù un personaggio come lui la userà per fare arrabbiare e basta. E, per di più, è un forte ricordo del fatto che esiste anche chi non sostiene i diritti LGBT come tali ma in quanto diritti individuali a condurre la propria vita come meglio si crede senza l’ingerenza dello Stato, che sia pro o contro qualcuno.
Bisogna accettare che gli altri facciano cose che non ci piacciono purché non ledano la nostra libertà
Vittorio Feltri
Ecco, parole del genere nel dibattito politico mancano da anni. Abbiamo una classe politica che è convinta che il Parlamento sia una sorta di conclave e vorrebbe giudicare la moralità di questo o di quello: per qualcuno è immorale che ci siano i ricchi, per qualcuno che si venda la droga, per qualcuno che si vada a puttane, per qualcuno che ci sia il matrimonio gay, per qualcuno che non ci sia, per qualcuno che online ci sia il porno e qualcun altro perché al supermercato non trova gli ananassi prodotti a Miradolo Terme ma solo un Brasile.
E vogliamo parlare della droga? Feltri è per legalizzare la droga leggera, la destra parla della “vergogna di uno stato spacciatore”.
I quattrini bisogna guadagnarli onde regalarne a cani e porci sotto forma di reddito di cittadinanza e sussidi vari. Se non ne recuperi sgobbando sodo come si fa al Nord non sei in grado di donarne a coloro che si grattano il ventre da mane a sera attendendo aiuti immeritati
Sempre Feltri
Poi, per carità, Feltri non è Rothbard ma ha comunque una fiducia nel mercato molto maggiore rispetto ai politici italiani per cui “più Stato” è la risposta a tutti i mali del mondo, dalle unghie incarnite alla guerra mondiale. Se leggiamo i suoi articoli sul tema si denota una visione decisamente capitalista mentre nel mondo della destra italiana spadroneggiano quelli del team “ordoliberismo brutto e assassino“.
Vero, Feltri è euroscettico, ma la sua critica all’Europa è più vicina a quella della Thatcher, cui invitò Berlusconi a ispirarsi, che a quella della destra italiana, che è sintetizzabile in sostanza come “l’Europa non ci fa stampare bot come carta igienica“.
E sì, Feltri vota la destra. Ma, e lo dice, come meno peggio. Raramente ci si vanta di un meno peggio, no?
Ma penso che la destra italiana ami Feltri per una semplice ragione: proprio il suo essere politicamente scorretto.
Tra parolacce, insulti, idee questionabili e toni alti Feltri rappresenta un po’ quello che piace alla destra che parla alla pancia. Ma se togliessimo il personaggio Feltri e ci mandassimo uno sconosciuto a dire ciò che dice probabilmente finirebbe nei gruppi del sottobosco di destra con scritto “Ecco il Boldrino che vuole legalizzare la droga e i matrimoni gay”.
Perché, in effetti, chi può permettersi di dire “bisogna accettare che gli altri facciano cose che non ci piacciono purché non ledano la nostra libertà”, di dire che “i liberali non amano vietare” o perorare la causa delle adozioni gay dicendo che è meglio stare con due uomini che in orfanotrofio davanti a Formigoni senza finire su tutte le reti social della destra italiana insultato e apostrofato nei peggiori modi?
In un certo senso Feltri è come il giullare di corte della destra, e ricordiamoci che il giullare aveva un ruolo importante: far ridere i presenti ma anche criticare il Re in modo sottile, in modo che egli potesse correggere il proprio operato senza far capire ai cortigiani della critica. Ed è così che, giusto per citarne una di pochi giorni fa: “Caro Salvini, i governi italiani hanno accumulato un debito mostruoso, il più alto d’Europa, e noi cittadini ora dovremmo versare i nostri risparmi per ripianarlo e rilanciare il Paese? Mi sembra una vaccata”.
Ora, io non so se i leader della destra ascoltino Feltri o lo usino solo come meme per riempire la programmazione giornaliera tra un piatto di maccheroni e un immigrato che ruba il vaccino del Covid agli italiani in difficoltà, so solo che se l’elettore medio, in questo caso di destra (ma pure a sinistra non scherzano, solo che i loro invece di dire le parolacce riuscirebbero a descrivere pure l’Holodomor in modi dolci e melensi tanto da farti simpatizzare per Giuseppe Stalin), avesse più capacità d’analisi dei messaggi che il Caro Leader gli trasmette capirebbe, ironicamente, che il Caro Leader forse forse non dovrebbe seguirlo così convintamente.
In sostanza, se la destra capisse Feltri non sarebbe più Feltri.