FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Il patto eterno confederale, modello di libertà e democrazia

La Svizzera festeggia il proprio compleanno: 729 anni fa uomini liberi si giuravano eterna lealtà.

Oggi, 1° di agosto, è la Festa nazionale della Svizzera, il suo compleanno.
“Al principio del mese d’agosto” del 1291 (così recita il testo del Patto), delegati in rappresentanza di tre comunità territoriali a sé stanti – Uri, Schwyz e Unterwalden – decisero di allearsi e proteggersi l’un l’altro da qualunque aggressione esterna fosse giunta da ipotetici ed eventuali nemici. Nello specifico c’è scritto: “Sia noto dunque a tutti, che gli uomini della valle di Uri, la comunità della valle di Schwyz e quella degli uomini in Unterwalden, considerando la malizia dei tempi ed allo scopo di meglio difendere e integralmente conservare sé ed i loro beni, hanno fatto leale promessa di prestarsi reciproco aiuto, consiglio e appoggio, a salvaguardia così delle persone come delle cose, dentro le loro valli e fuori, con tutti i mezzi in loro potere, con tutte le loro forze, contro tutti coloro e contro ciascuno di coloro che ad essi o ad uno d’essi facesse violenza, molestia od ingiuria con il proposito di nuocere alle persone od alle cose”.

La data, per alcuni versi leggendaria, è il 1° agosto del 1291. In quel giorno, sacro per ogni svizzero e per ogni sincero federalista, ha origine l’embrione del federalismo svizzero. I tre Cantoni originari di Uri, Schwyz e Unterwalden si unirono contro il pericolo esterno rappresentato dagli Asburgo i quali stavano minacciando e intaccando il loro autogoverno, la loro libertà. A questo patto originario, si sono poi aggiunte altre entità territoriali (Cantoni), così che, oggi, la Svizzera è formata da 26 Stati (23 Cantoni e 3 semicantoni).

La semplice parola libertà fa capire, pienamente, lo spirito che mosse gli abitanti di quei tre “Cantoni” originari e che, senza nemmeno saperlo, diventarono l’esempio, o meglio, il mito ideale da seguire per ogni vero federalista in tutto il mondo. Perché la Svizzera, la Confederazione Elvetica, rappresenta – per ogni vero federalista – il modello di riferimento per eccellenza a cui ispirarsi. È il sogno di ogni federalista che si richiama ai valori e ai princìpi federali.

La diversità della Svizzera è dovuta alle caratteristiche uniche di questo Paese rispetto agli altri “federalismi” presenti nel resto del mondo. La vera e profonda differenza sta nel fatto che, come dovrebbe prevedere ogni vero sistema federale, la sovranità è suddivisa in due centri di potere, ovvero la Confederazione e i Cantoni (articolo 3 della Costituzione federale della Confederazione Svizzera). Anche Gianfranco Miglio ebbe sempre come riferimento ideale, da seguire ed imitare, la Svizzera che, non a torto, considerava l’unico vero sistema federale realizzato.

Ciò che accomuna tutti gli svizzeri è il profondo attaccamento alle proprie istituzioni: è il legame federale che nasce, appunto, dal Patto perpetuo del 1291, festeggiato – con orgoglio e fierezza – ogni anno sul leggendario prato del Grütli, la “culla della Confederazione”. Con questo spirito di unità, di attaccamento ai propri valori, la Svizzera è riuscita ad unire popoli diversi che si sentono fieri proprio della loro comune appartenenza (pur nella loro evidente diversità): essere cioè svizzeri. Questo è il grande insegnamento che bisognerebbe trarre da questa esperienza istituzionale, da questo grande esempio di democrazia compiuta. Le singole diversità, infatti, non rappresentano un ostacolo alla creazione di un legame forte tra i cittadini dei vari Cantoni ma, al contrario, è proprio nel sentirsi profondamente uniti da determinati valori di fondo che si crea quello “spirito federale elvetico” che è unico al mondo.

La Svizzera è, dunque, un Paese che nella sua storia personale ha scelto il federalismo. Grazie a questa scelta è diventato un modello di benessere sociale, di coesistenza costruttiva fra etnie e culture diverse, di partecipazione responsabile dei cittadini (vedi ad es. il referendum come strumento attuativo di democrazia diretta o, caso unico al mondo, la Landsgemeinde un’assemblea di tutti i cittadini con diritto di voto che si riuniscono una volta all’anno per votare le leggi, il bilancio cantonale ed eventuali modifiche costituzionali. La votazione avviene per alzata di mano nella piazza principale della capitale cantonale.).

Tutto questo, però, è insito e innato in ogni cittadino svizzero. In Svizzera ogni cittadino è già federalista dalla nascita, perché l’idea federalista permea tutta la vita quotidiana di quel Paese. La Svizzera è l’esempio più chiaro che, come gli autentici federalisti ripetono – ormai isolatamente dopo che la Lega Nord è diventata un partito nazionalista – da anni: per realizzare una vera riforma federale dello Stato occorre, prima di tutto, che tra i cittadini sia presente e radicata una cultura autenticamente federalista. Non per niente, infatti, il senso civico nei cittadini svizzeri è molto più elevato di quello presente in altri Paesi, anche federali. Per realizzare il federalismo occorre, allora, che esista una vera mentalità federalista, che si crea solo con una vera rivoluzione culturale. I cittadini devono respirare il federalismo, devono rendersi conto che attraverso di esso avranno un sistema istituzionale ed uno Stato che davvero si prenderà cura dei loro bisogni. Dobbiamo parlare, senza timori, di federalismo, di autogoverno, di cosa comporta vivere in un sistema federale. Quali sono i benefici che un federalismo realizzato porta ai cittadini. E dobbiamo ricominciare a farlo sempre, ogni giorno.

Ecco perché, oggi, a distanza di 729 anni da quel giuramento di alleanza (il Patto del Grütli), è giusto rendere onore a quegli uomini liberi. Onore alla Svizzera, onore agli svizzeri. Buon compleanno Svizzera, culla del vero federalismo.

Roberto Marraccini
Roberto Marraccini, classe 1974, ha lavorato per 13 anni (dal 2002 al 2015), come funzionario di partito nella Segretaria Politica Federale della Lega Nord, occupandosi sempre di temi legati al federalismo, alle autonomie locali e all’Unione Europea. Oggi è un funzionario pubblico in un ente locale. Continua a sognare un’Italia Federale ed ha come modello di riferimento la Svizzera.

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