La vita è fatta di episodi e spesso di piccole coincidenze che invocano una riflessione. Può capitare infatti che nel mio consueto turno di presidio dei confini naturali, in un a tiepida e a tratti soleggiata domenica di ottobre, passeggiando sull’argine del Po nei preso di Viadana mi sia trovato di fronte ad un murales sardista. La coincidenza sta nel fatto che stavo commentando con un saggio amico sardo gli ultimi avvenimenti politici che riguardano direttamente l’isola. Il murales e’ eloquente e rimanda alla tradizione indipendentista dell’isola. Non lo avevo mai guardato prima da vicino. Ma la coincidenza era troppo forte per sfuggire alla mia attenzione anche stavolta. E di conseguenza mi spinge ad alcune amare riflessioni ed ad un minimo di speranza che non smetto mai di coltivare.
Da qui la cronaca. Ieri è successo che il Partito Sardo d’Azione sia stato espulso definitivamente da EFA-European Free Alliance. Alleanza europea di partiti autonomisti e indipendentisti dei quali è stato peraltro partito fondatore. Avevo appena letto un post appassionato di Alfredo Gatta, un coraggioso idealista Lombardo, con solide radici indipendentiste, che ha partecipato alla assise quale delegato di Pro Lombardia Indipendenza di cui è segretario. Nel suo intervento ha commentato in questo modo il proprio voto a favore del provvedimento di espulsione: “Per molti, magari anagraficamente più giovani, potrebbe sembrare una decisione unicamente formale, ma per me no, e su di essa, prima di prenderla, ho dovuto riflettere molto. Il Partito Sardo d’Azione, fondato nel 1921, per me è stato, negli anni 80, uno dei punti di riferimento per la mia formazione indipendentista. Il pensiero di uomini Sardi come Camillo Bellieni, Davide Cova, Emilio Lussu, le azioni delle camicie grigie che seppero fronteggiare, vista la totale immobilità e complicità della polizia italiana, quelle nere fasciste sbarcate ad Olbia nel 1922, mi hanno trasmesso tanto e di questo è giusto esserne riconoscenti.
Il Partito Sardo d’Azione di oggi però non è più, irreversibilmente, quello di una volta, ne mantiene solo la denominazione e la ragione sociale, e di questo ho dovuto prenderne atto per recidere anche questo mio altro “cordone ombelicale”.
Si chiude un libro sicuramente importante nella Storia dell’Autonomismo europeo, ma la Sardigna/Sardegna, la Nazione Sarda, il Popolo Sardo meritano molto di più di un partito diventato ormai una semplice filiale regionale di un partito statalista italiano. Fortza Paris!”.
Fermo restando che io al Contrario non avrei mai votato a favore dell’espulsione perché credo che il vero male che affligge l’indipendentismo europeo sia proprio la frammentazione, non avrei potuto esprimere meglio di lui un pensiero che condivido quasi totalmente nei contenuti.