Dalla padella alla brace: dai 5 stelle a Chiara Ferragni e consorte Federico Leonardo Lucia in arte Fedez.
La marcata ignoranza di gran parte dei parlamentari grillini ha regalato al Paese, assieme alla costante deroga all’uso dei congiuntivi, perle di cultura e di saggezza.
Tralascio le costanti performance di Toninelli, che a me manca come mi manca Zelig. Confido che le prossime edizioni di questo saporito spettacolo comprendano la presenza dell’ex ministro: basta fargli una domanda qualunque e lasciarlo rispondere per garantire ilarità, neanche ha bisogno di una spalla. Per di più non gli mancano grandi qualità inventive.
Per esempio l’invenzione del tunnel del Brennero attraverso il quale passerebbero decine di migliaia di autoveicoli al giorno: ma che peccato che il tunnel non c’è.
C’è invece altro nell’album di famiglia dei parlamentari grillini. Per esempio:
– Il sottosegretario agli esteri ing. Di Stefano che scambia i libanesi con i libici, con la conferma appena successiva della senatrice Elisa Pirro.
– L’ex vice presidente del Consiglio Di Maio ed oggi ministro degli esteri, che colloca anche lui Beirut in Libia, colloca Matera in Puglia anziché in Basilicata e il generale Pinochet in Venezuela anziché in Cile. Ma accusa anche il defunto (un anno prima) deputato Luca Boneschi di percepire il vitalizio
– L’onorevole Paolo Bernini che afferma che “gli americani” hanno inserito i microchip nel corpo dei cittadini statunitensi per controllarli.
– Il leader mancato Di Battista secondo cui Napoleone vinse ad Auschwitz e non ad Austerlitz.
– Il senatore Bartolomeo Pepe che attribuisce a pratiche esoteriche uno dei più efferati omicidi: quello di Motta Visconti (il padre che uccide moglie e 2 figli).
– L’onorevole Emanuela Costa che avvalla la tesi che i vaccini causano tumori, leucemia ed autismo.
– Lo stesso Grillo che attribuisce a un complotto (internazionale!) i deludenti risultati alle europee.
– I 14 deputati che affermano, in una proposta di legge, che un terzo della pasta italiana è fatta con grano saraceno.
E poi gli episodi esilaranti:
– il deputato Riccardi Nuti che sulla denuncia dei redditi da rendere pubblica dichiara di essere “nubile”. Al contrario di Azzurra Cancellieri che dichiara di essere “celibe”, mentre Filippo Gallinella dichiara di essere “italiano”.
– Tatiana Basilio che afferma di avere prove schiaccianti che esistono le sirene.
– Roberta Lombardi che ignorando l’art. 44 della Costituzione afferma che non è prevista una età minima per essere eletto Presidente della Repubblica.
– Ferdinando Alberti che critica il progetto di ristrutturazione di Montecitorio dell’architetto Basile (anno 1918) perché non aveva previsto l’utilizzo dei PC.
– Bartolomeo Pepe, senatore, che non sa né come si elegge il Presidente della Repubblica né l’indirizzo del Senato: “ma non è un problema: lo troverò”.
– La senatrice Enza Blundo, secondo cui i senatori sono 500/600.
– L’onorevole Carlo Sibilia che afferma: “Per governare non c’è bisogno della fiducia di nessuna delle due Camere: Art. 94 della Costituzione”. Tale articolo dice notoriamente il contrario.
– L’onorevole Davide Tripiedi che definisce un proprio intervento in aula “breve e circonciso”.
È solo un florilegio, per saperne di più basta qualche ulteriore ricerca: ne uscirebbe altro materiale.
Questa classe dirigente ha gestito il Paese dal 2018 avendo ottenuto il voto del 33% degli italiani, quindi del tutto legittimamente. Il segnale è costante: gli italiani votano per chiunque prometta di cambiare le asfissianti regole che ci tengono prigionieri negando ogni possibile sviluppo economico e sociale. Gli esiti, almeno fino ad ora, sono purtroppo contrari alle speranze degli elettori.
Ora si sono inserite nel dibattito politico le autorevoli voci della signora Ferragni e del consorte Federico Leonardo Lucia in arte Fedez.
Cominciamo col dare atto della parte positiva che la spa Fedez/Ferragni ha prodotto. Fra tutti i 17 milioni di € raccolti a favore dell’ospedale San Raffaele di Milano per aumentarne i posti di terapia intensiva (marzo 2020). Riconoscenza e gratitudine.
I due rappresentano insieme una sorta di multinazionale sia per la molteplicità dell’oggetto sociale, sia per il numero degli “associati” che qui si chiamano follower (la signora Ferragni ne vanta 24 milioni sparsi per il mondo), sia per le relazioni industriali (per esempio quelle con l’astutissimo Della Valle, in arte Tod’s e con quel genio di Jeff Bezos, il proprietario di Amazon), sia per gli intrecci politici con i grillini ma anche con il PD (divisione Letta, mentre le altre divisioni sembrano molto più prudenti).
La spa presenta una ampia marginalità, peraltro distribuita (correttamente) ai soli due membri del CdA (Ferragni e Fedez), una incisiva capacità di dialogo ed orientamento dei propri “follower” che gratuitamente forniscono il proprio contributo alla redditività della spa, una correlata e altrettanto incisiva capacità di orientamento extra aziendale degli stessi follower, compreso ora il tentativo di farne leva politica: la Spa ha ritenuto essere arrivato il tempo di impegnare gli asset societari anche nella politica.
Lo ha fatto a mezzo l’A.D. Fedez, con linguaggio diretto e molto aspro, prima in occasione del “concertone” sindacale del 1° maggio a difesa del DDL Zan, provocando lo scompiglio in Telekabul (RAI 3), e da ultimo, la moglie/socia e presidente della spa è intervenuta affermando apoditticamente “L’Italia è il paese più transfobico d’Europa e Italia Viva (con Salvini) si permette di giocarci su. Che schifo che fate politici”. Il tutto corredato dalla faccia di Matteo Renzi. La risposta (fin troppo pacata) dello stesso ha provocato la reazione molto sofisticata dell’A.D. Fedez: “C’è tempo per spiegare quanto sei bravo a fare la pipì sulla testa degli italiani dicendogli che è pioggia”.
Toni e contenuti propri della salsa agrodolce grillina e del Fatto Quotidiano, che è da tempo la loro gazzetta, ma che fanno comodo anche a Letta nella sua disperata rincorsa a dire “cose di sinistra”.
Un nuovo protagonista si profila all’orizzonte della politica italiana, alla sinistra del sistema politico/partitico, ponendosi ancora una volta come innovatore rispetto al sistema attuale che gli italiani mal digeriscono, con l’atteggiamento che ha premiato Grillo: mi occupo di politica ma sono fuori dalla “casta”, i miei principi sono giusti di per sé, non hanno bisogno di verifica, chi vi si oppone o è in malafede o non capisce niente, ho milioni di follower che mi danno ragione e tanto basta. Il tutto utilizzando come una clava un linguaggio lineare e apodittico che pare ereditato da Travaglio. Insomma sembra avere tutte le carte in regola per giocare un ruolo non marginale nella vita degli italiani: come dicevamo all’inizio, dalla padella alla brace!