FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

UCRAINA

“Stamattina mi sono alzato – Oh bella ciao, oh bella ciao,- oh bella ciao, ciao, ciao – Stamattina mi sono alzato – E ho trovato l′invasor…”.
L’inno nazionale delle sinistre impegnate è risuonato ieri nelle vie di Kiev, un po’ meno nelle deserte stanze dell’ANPI italico alle prese con le delibere di Vladimir Putin, ex colonnello di quel KGB cui le Brigate Garibaldi facevano riferimento nella c.d. Lotta Partigiana durata ben oltre il 25 aprile 1945.
Risuonerà domani nelle piazze pacifiste allestite dalla Rete Pace e Disarmo e dalla stessa ANPI per richiedere al Governo italiano e alla comunità internazionale una “neutralità attiva” e la gestione della crisi ucraina affidata all’ONU?
Intanto confesso la mia incapacità a capire che cosa vuol dire “neutralità attiva”: la moderna creazione di slogan e neologismi apparteneva a Gabriele Dannunzio e ai futuristi, da un pò è dominio di tutta l’intellighenzia della sinistra sia pacifista che forcaiola.
A me non basta la cultura umanistica per capire come funziona la “neutralità attiva”: pare aver ragione Sciretti nel dire che la cultura scientifica ha ben maggior valore di quella umanistica, soprattutto di fronte a queste proposizioni ben lontane dal parallelogramma della logica classica.
Fatto sta che non sono capace di capire il senso della neutralità attiva: secondo i miei modesti rudimenti logici o si è neutrali e quindi si rimane immobili, equidistanti fra due o più posizioni divergenti, oppure si è attivi e quindi si distingue fra le posizioni in campo e se ne supporta una.

Tutto questo per dire che la logica si confonde con l’ideologia, che tutto è tranne che logica.

Quanto poi ad affidare all’ONU il compito di dipanare la matassa è una scappatoia per sfuggire alla soluzione del problema: l’ONU non dipana niente, è una tribuna ipocrita che raccoglie e metabolizza di tutto. Esempio? Il Consiglio ONU dei Diritti Umani che decide sulle violazioni dei diritti umani e comprende fra i suoi 47 membri campioni come Libia, Cuba, Venezuela, Sudan, Qatar, Eritrea, eccetera! ma comprende anche l’Ucraina e quindi la sua azione dovrebbe essere automatica: addirittura un suo membro è sotto attacco. Ma immobilità e silenzio sono garantiti: possibile che Rete Pace e Disarmo e ANPI non lo sappiano?

I fatti: la Russia ha invaso l’Ucraina.
L’Italia è molte volte interessata al problema: appartiene alla Nato e alla U.E., non ha una politica estera propria. Purtroppo però neanche l’U.E. ha una politica estera univoca.
Da questo punto di vista la U.E. ricorda Metternich: è una espressione geografica.

A sua volta la Nato ha un socio forte (gli USA) che per anni ha investito uomini, mezzi e denaro tutelando i soci deboli dalle mire dell’Unione Sovietica: troppo facile dimenticare oggi che le nostre libertà, perfino i nostri tic, le dobbiamo in buona parte proprio alla Nato e agli “americani”.
Si dice che la Nato è diventato strumento obsoleto.
Se così è bisognerebbe spiegare perché oggi è l’unico messo in campo dall’Occidente per opporsi a Putin. Sono appunto i misteri della logica moderna.

L’Italia, fra i numerosi tic che ha generato, ha rinunciato a qualunque autonomia energetica dandosene vanto:
– il referendum antinucleare del 1987 ha definito tabù ogni riferimento, anche di studio, a questa fonte energetica, senza peraltro evitare di farne largo uso importandola (a prezzi talora doppi rispetto a quelli pagati dagli utilizzatori dei Paesi esportatori) da tutte le centrali nucleari sorte in Francia, Svizzera, Slovenia. Partendo dal presupposto “logico” che le radiazioni atomiche provenienti dalle centrali straniere si fermassero ai confini italici.
Da cui i comici cartelli stradali sorti a inizio e fine dei territori comunali “Comune denuclearizzato”. Per fortuna oggi rimossi ma spesso sostituiti dagli altrettanto comici “Comune operatore di pace”: l’illogica prepotenza della ideologia!
– le prescrizioni provenienti dagli innumerevoli “Comitati” sorti ogni dove in Italia, fra cui si distingue il No TAP in Puglia supportato dalla ex Ministra Barbara Lezzi (ex M5S) e dall’ambiguo Presidente regionale Emiliano (PD).
– Il referendum “No Triv” del 2016 promosso da Legambiente, Wwf, Marevivo, Fai, Pro Natura, Italia Nostra, Arci, insieme al Coordinamento Nazionale No Triv, e depositato dagli Enti regionali di Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise, ma disertato dagli italiani (votanti 32%) che hanno dimostrato molto più buonsenso di Comitati, Associazioni, ed Enti regionali proponenti. Fra cui spicca per misteriose ragioni perfino il Veneto.
– L’opposizione sistematica ai rigasificatori (l’Italia dispone riserve di 350.000 mc, mentre per esempio il Giappone ne ha oltre 13.000.000 e la Corea del Sud oltre 3.500.000 potendo quindi resistere ben più di noi alle crisi energetiche).
– L’opposizione altrettanto sistematica ai termovalorizzatori che ci libererebbero di due problemi impellenti, irrisolti e costosissimi: nuove fonti energetiche proprie e smaltimento dei rifiuti.
– L’ostilità, che ha diviso Comitati e Associazioni ambientaliste, verso fonti rinnovabili: l’invadenza dei pannelli solari, l’antiestetica delle pale eoliche.
– La normativa sulla limitazione delle trivellazioni di origine grillina. È noto il risultato: l’Italia ha dimezzato le sue (modeste) risorse energetiche, Slovenia e Croazia ringraziano e aspirano il ben di Dio. Il decreto attuale di Draghi rimette in moto quello che Conte aveva fermato, ma non concede nuove ricerche e nuove fonti. Va a capire perché.

L’elenco è tutt’altro che esaustivo, ognuno può aggiungervi le sue personali esperienze locali.

A proposito di logica, i colpevoli degli esiti odierni sono chiari ed individuati. Se oggi siamo nelle mani di Putin per far camminare i TIR, far girare industria e agricoltura, fare il minestrone, riscaldarci casa e se domani piomberemo in un vortice di inflazione a due cifre, se tutto questo accade e accadrà sapremo a quali porte bussare.
Ma scommettiamo che non solo non busseremo alle porte giuste ma continueremo a seguire i pifferai dell’ambiente, dei no a tutto, che continueranno a suonare nei vari territori senza pagare dazio? Che indicheranno in gente come me il nemico ottuso (e venduto alle multinazionali) da contrastare e fare tacere.

Nel frattempo Putin si fa i fatti suoi, un po’ imperialisti, un po’ difensivi, un po’ giustificati dalla non esecuzione degli Accordi di Minsk II (2019), si paga la guerra con i nostri soldi (ha più che quadruplicato il prezzo del suo gas), tiene di fatto per gli attributi gran parte dell’Europa centellinando le forniture secondo gli atteggiamenti dei vari Stati, prende l’Ucraina e poi negozia, se ne fotte della Nato che abbaia ma non morde (per fortuna!), dirotta il gas in Cina e stringe patti sempre più stretti col vero pericolo che corre l’Occidente, l’imperialismo Cinese: se Putin si prende l’Ucraina oggi senza pagare, domani la Cina si prenderà Taiwan (e l’80% dei semiconduttori) come si è già presa Hong Kong, senza neanche il contrasto delle Reti per la Pace e il Disarmo e dell’ANPI, può perfino darsi che le sanzioni gli servano per scrollarsi d’attorno qualche oligarca ingombrante.

Le “sinistre” nazionali e internazionali hanno difficoltà a calarsi nella vita di tutti i giorni, come i Comitati sono proiettate al “dove essere”, ai dogmi intangibili, se gli frana addosso una realtà tutta diversa dalle visioni non sanno bene che pesci prendere, normalmente non ne prendono e continuano la pontificazione mentre la controparte si porta a casa il bottino.
Ne sono bell’esempio il coglione (politico) Biden e la sua corte.

Nel frattempo che cosa farà il satrapo turco? Ha il più potente esercito della Nato (USA esclusi), è amico di Putin con cui ha fatto qualche macello in Siria: i poveri Curdi, abbandonati a se stessi dalla consueta, inaffidabile ipocrisia di noi occidentali, esattamente come i (pochi) afgani che ci avevano creduto, possiede la costa sud e l’accesso al mar Nero, finora fa come gli altri: ferma condanna dell’invasione, auspicio alla soluzione negoziata, la Nato non lo ha coinvolto neanche a chiacchiere, gli organi dell’informazione non fanno cenno. Tutto lascia prevedere che al momento opportuno si farà sentire e saranno ulteriori dolori. Non so gli ucraini, ma se io dovessi scegliere fra Erdogan e Putin non avrei dubbi: starei in casa dello zar di Russia e non del califfo di Turchia, così come mai starei in casa del mandarino cinese che è quello che mi fa più paura e che è il solo a guadagnare dall’intero putiferio.

Maufrigneuse
Un uomo saggio che ha dedicato tutta la vita all’attività imprenditoriale con grande successo e che oggi guarda ai fatti di questi tempi con apprensione e sincera preoccupazione. La politica è stata la grande passione della vita da alternare al lavoro. E le passioni si sa non muoiono mai. “Un giorno un uomo ricevette la visita di alcuni amici. “Vorremmo tanto che ci insegnassi quello che hai appreso in tutti questi anni,” disse uno di loro. “Sono vecchio,” rispose l’uomo. “Vecchio e saggio,” disse un altro. “In fin dei conti, ti abbiamo sempre visto pregare durante tutto questo tempo. Di cosa parli con Dio? Quali sono le cose importanti che Gli dobbiamo chiedere?” L’uomo sorrise. “All’inizio, avevo il fervore della gioventù, che crede nell’impossibile. Allora, mi inginocchiavo davanti a Dio e gli chiedevo che mi desse le forze per cambiare l’umanità. “A poco a poco però, mi sono accorto che era un compito superiore alle mie forze. Allora ho cominciato a chiedere a Dio che mi aiutasse a cambiare ciò che mi circondava.” “In tal caso, possiamo garantirti che il tuo desiderio è stato esaudito in parte,” disse uno degli amici. “Il tuo esempio è servito per aiutare molta gente”. “Ho aiutato molta gente con il mio esempio; ma sapevo, comunque, che non era la preghiera perfetta. Solo adesso, alla fine della mia vita, ho capito qual era la richiesta che avrebbe dovuto essere stata fatta fin dall’inizio.” “E qual è questa richiesta?” “Che io fossi capace di cambiare me stesso”!

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