FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Previsioni e whishful thinking

Governo quasi fatto (mancano i sottosegretari e gli incarichi nelle grandi imprese a partecipazione pubblica), programma governativo fluido, situazione liquida e di difficile governo da parte di un singolo Paese.

La Ragazza ha spaesato le opposizioni che guerreggiano fra di loro. L’unica via che gli si profila è quella della piazza: è certo che la percorreranno a breve, secondo la immutata logica delle urne vuote e piazze piene.
I paludati commentatori del “sistema” (che si accreditano a vicenda e a vicenda si garantiscono pane e companatico) non sanno che pesci pigliare e fanno un po’ pena e un po’ ridere nelle loro “previsioni” sul futuro del governo: gli anglofoni le chiamano whishfull thinking, i colti le chiamano BIAS. Fatto sta che secondo loro “la maggioranza è divisa al suo interno”. “il governo durerà poco per le inconciliabilità dei suoi componenti”, “la coalizione si scioglierà molto presto”: parlando di BIAS, sono alla “fase del sogno”, come dice Cristopher Booker, tutto lascia prevedere che si sveglieranno alla “esplosione della realtà”.

Il sistema si accorge di essere a rischio, si accorge che non sono più sufficienti le rappresentazioni oniriche, il dirittismo, le bufale sul pericolo fascista, sulla negatività del sovranismo: la gente che va a votare pare averne le scatole piene del “sole dell’avvenire” proposto in salsa moderna.
Le “opposizioni” si dividono e si combattono, i commentatori del regime in affanno non si pongono l’elementare domanda: con chi e con che cosa sostituire la attuale maggioranza se la stessa si dissolve?
Il loro problema è l’analisi pelo per pelo delle “divisioni” nella maggioranza senza alcun interesse a esaminare le siderali distanze nelle opposizioni.

Per di più un pezzo di “opposizione” è palesemente disponibile a diventare maggioranza senza chiedere grandi mutazioni programmatiche: Renzi e Calenda sono a bordo campo, più che in panchina.
In politica estera il governo si posiziona stabilmente con la NATO, a fianco degli USA, contro l’orso russo e diffidente verso Cina e alcuni Paesi islamici. Lungi dall’uscire dalla U.E. ne chiede una migliore integrazione.
Per fare un esempio, la consorteria esprime unanime condanna di Polonia e Ungheria, due Paesi che hanno assaporato le delizie della dominazione comunista, indicati come cattivi esempi di sovranismo sconfinante col fascismo di ritorno, mentre decanta le virtù di Olanda e Germania che si oppongono al tetto sul prezzo del gas perché alla chetichella una paga il gas di Gazprom un terzo del nostro, l’altra detiene il TTF, il mercato che fa giornalmente il prezzo del gas, dalle cui transazioni trae notevoli benefici economici.

Questo misterioso TTF ha due caratteristiche che meritano di essere note:
– il suo maggiore operatore è Gazprom!
– il TTF tratta una parte dei consumi, ma il prezzo fissato vale per l’intera quantità consumata in Europa.
Ciononostante Orban e Morawiecki no, invece Rutte e Scholz si che sono virtuosi, non sovranisti, disposti a sacrificare gli interessi del loro Paese alle migliori fortune della U.E. Ma mi faccia il piacere!
Parafrasando Garibaldi viene da dire “qui si fa l’Europa o si muore” (dal freddo oppure di miseria).
Questa Europa per decenni ha avuto due partiti dominanti: i popolari e i socialisti. Oggi vede farsi largo la destra/centro, da ultimo vincente non solo in Italia, ma anche in Svezia, Paese “benchmark” per i sinistri non marxisti (i socialdemocratici del Nord Europa).
In Svezia hanno governato per decenni tassando pesantemente per finanziare un welfare generoso. In tempi più recenti hanno aggiunto al programma di governo femminismo, uguaglianza (uno vale uno), opposizione a qualsiasi tipo di “discriminazione” e di “razzismo”.
La generosità del welfare ha provocato crisi economiche insopportabili. Soprattutto per la loro originaria base elettorale: gli operai sindacalizzati, da cui sono stati abbandonati.
Come in Italia, ne esce sconfitto l’improbabile liberalismo sociale: l’onirico minotauro ideologico che tanto piace alle “anime belle”, ma soprattutto all’establishment dei potenti che lo sostengono assai più per convenienza che per convinzione.

Il punto di svolta nei consensi sono stati gli immigrati: “risorse” anche per i socialdemocratici svedesi.
Qui gli immigrati sono in maggioranza mussulmani. Favoriti dal lassismo politico, lungi dall’accettare le regole e lo stile di vita del Paese ospitante, hanno importato il proprio modello nelle periferie delle grandi città crescendo i figli (la fatale seconda generazione che afferma “certo che siamo nati a Rosengaard ma questa non è casa nostra”) con le tolleranti leggi e il ghiotto welfare svedese (il tasso di disoccupazione degli immigrati raggiunge a Malmo l’86%) ma con la aggressività della cultura islamica. Esito: nel quartiere di Rosengaard di Malmo bande di giovani criminali che si fronteggiano, inadeguatezza della normativa svedese, tasso di omicidi due volte più elevato della media europea (maggiore di quello del nostro meridione che in termini di criminalità organizzata e da cani sciolti non scherza davvero!).

Così la Svezia felix si è svegliata dopo 50 anni di cure sinistre. Non diversamente del resto dalle periferie (le banlieue) francesi e belghe.
Quello che inquieta è che questo è il modulo finora gradito alla U.E. ed applicato da tutti i governi delle sinistre europee, Italia compresa. Quello che conforta è che gli elettori pare se ne siano accorti e si comportino di conseguenza.

Tutto il sistema direttamente interessato al sostegno del modulo sinistro è in allarme e in movimento.
Si è detto dei giornali e dei mezzi di comunicazione.
I partiti: dai relitti della sinistra estrema, oggi coniugati con gli esigui verdi/ecologisti, a un PD arcobaleno che ingloba tutti i “volenterosi del potere” quale che sia la loro estrazione, marxista o cattolica, liberista o keynesiana o statalista: tutto fa PD.
Il M5S, spericolato “cecchino” di voti di scambio (ti mantengo col reddito di cittadinanza e tu mi dai il voto) che ha trovato in Conte il suo vero leader: cinico e ipocrita cialtrone politico peraltro inflittoci dalla precedente classe dirigente grillina: i Di Maio, i Bonafede, i Toninelli, le Lezzi, le Azzolina. Tutto sommato poteva anche andarci peggio!

I sindacati dei lavoratori. Sirene responsabili di continue fughe in avanti, di connessioni con i partiti della sinistra marxista: tuttora la CGIL ha un segretario obsoleto che a breve scatenerà le truppe – sempre disponibili – sulla piazza.

Per inciso un secolo fa, proprio oggi, i fascisti entravano a Roma con il benvenuto della maggior parte degli italiani: la marcia su Roma fu favorita dalle angherie e dalle violenze dei sindacati e dei partiti di sinistra in quel periodo tristemente noto come “biennio rosso” (1919/20): il più grande alleato di Mussolini e della nascita del fascismo, del suo affermarsi nel favore degli italiani, che lo avrebbero votato a valanga nel 1924, senza costrizioni, rifiutando lo schema socialista.
Sarebbe ora che ognuno si assumesse le proprie responsabilità: nell’avvento del nefasto ventennio la sinistra ne ha molte, mai riconosciute! I pochi intellettuali che vi hanno fatto semplice cenno sono stati bollati di revisionismo e oscurati dal sistema.

Infine i partiti di governo: devono coniugare l’accordo su come gestire i pesanti problemi immediati e le fosche prospettive future (ma non potevano lasciarne a Draghi la fatica fino a marzo/aprile 2023?), predisporsi ad affrontare i violenti eterodiretti che ingombreranno le piazze del Paese, difendersi dalle bordate mediatiche che il sistema in pericolo gli riverserà addosso giorno dopo giorno, cercare di far prevalere le proprie priorità programmatiche all’interno dell’azione di governo.

Il compito sembra reso meno difficile dal consenso degli elettori e quindi dalla consapevolezza di tutti che eventuali elezioni a breve darebbero risultati ancora peggiori per i cani sciolti e per i cani addestrati del sistema, che siano PD o grillini, ecologisti o vetero marxisti.

Maufrigneuse
Un uomo saggio che ha dedicato tutta la vita all’attività imprenditoriale con grande successo e che oggi guarda ai fatti di questi tempi con apprensione e sincera preoccupazione. La politica è stata la grande passione della vita da alternare al lavoro. E le passioni si sa non muoiono mai. “Un giorno un uomo ricevette la visita di alcuni amici. “Vorremmo tanto che ci insegnassi quello che hai appreso in tutti questi anni,” disse uno di loro. “Sono vecchio,” rispose l’uomo. “Vecchio e saggio,” disse un altro. “In fin dei conti, ti abbiamo sempre visto pregare durante tutto questo tempo. Di cosa parli con Dio? Quali sono le cose importanti che Gli dobbiamo chiedere?” L’uomo sorrise. “All’inizio, avevo il fervore della gioventù, che crede nell’impossibile. Allora, mi inginocchiavo davanti a Dio e gli chiedevo che mi desse le forze per cambiare l’umanità. “A poco a poco però, mi sono accorto che era un compito superiore alle mie forze. Allora ho cominciato a chiedere a Dio che mi aiutasse a cambiare ciò che mi circondava.” “In tal caso, possiamo garantirti che il tuo desiderio è stato esaudito in parte,” disse uno degli amici. “Il tuo esempio è servito per aiutare molta gente”. “Ho aiutato molta gente con il mio esempio; ma sapevo, comunque, che non era la preghiera perfetta. Solo adesso, alla fine della mia vita, ho capito qual era la richiesta che avrebbe dovuto essere stata fatta fin dall’inizio.” “E qual è questa richiesta?” “Che io fossi capace di cambiare me stesso”!

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