Dopo il voto i cui numeri raccontano la realtà, arrivano i commenti che raccontano i sogni, le speranze, le illusioni.
La signora Meloni vince, porta a casa e conserva un profilo basso. L’unica chiave di lettura che sembra offrire è quella del futuro: i risultati di oggi sono un gradino sulla scala dei maggiori risultati di governo attesi domani.
La signorina Schlein ammette la sconfitta addebitandola a due problemi: – lei è appena arrivata e non ha avuto il tempo di consolidare il nuovo progetto – i candidati sono stati scelti dalla vecchia segreteria di Letta e non da lei (il che scatena l’immediata reazione dello stesso Letta che aumenta la confusione dentro al già confuso ex partitone).
Berlusconi fa i consueti discorsi ecumenici da padre nobile ma non può certo dirsi felice degli esiti.
Il M5S, mai premiato dagli elettori alle comunali, questa volta è andato ancora peggio perdendo il poco che gli rimaneva (Brindisi).
La Lega (per Salvini premier) ha perso forse più malamente del PD riformato: i numeri, ragazzi, i numeri! Non le chiacchiere e le immaginifiche interpretazioni.
Chi è in grado di fare previsioni sul futuro del PD? La disperazione della nebulosa dei manutengoli traspare prima di tutto dai giornaloni: la Stampa, Repubblica, l’Avvenire, un pezzo del Corrierone, il Messaggero, le testate locali di proprietà dei miliardari, tutti cercano di dare una mano al partito che li ha fatti ricchi e famosi.
Ma gli elettori non ci sentono: né le vecchie testate né la nebulosa delle nuove rivitalizzate dai miliardari per fare gruppo, riescono a convincere.La rinata Unità, il Riformista, il Foglio riformato da Cerasa, perfino Domani dell’ineffabile De Bendetti: tutto inutile. Come si dice in borsa: il cavallo non beve.
L’implosione dell’ex partitone è in corso e la natura culturale della signorina Schlein, la caratteristica certezza di essere nel giusto, “io so’ io e voi non siete un c…o”, non è la migliore ricetta per mediare.
Nuovi orizzonti politici in vista.
Anche in Europa.
Il ribaltone in U.E. è l’oggetto dei sogni e degli incubi. Dopo mezzo secolo di dominio socialisti/popolari (però, come diceva la buonanima di Aldo Moro, popolari che guardano a sinistra), coni noti tic e restrizioni, gli elettori europei sembrano orientati a mandare a Bruxelles una maggioranza diversa provocando il panico delle sinistre e degli euroburocrati un po’ cavalieri serventi e un po’ cavalieri serviti del centrosinistra europeo: la musica europea potrebbe cambiare sottraendo altro potere alle anime belle che sono nel front office e ai miliardari che le supportano dal retrobottega.
New deal internazionale al quale perfino la Cina imperiale guarda con timore.
Quanto alla Lega (per Salvini premier):
Bisogna andare a Massa per trovare un risultato positivo (dal 10 all’11%), altrove sono tutte perdite più o meno vistose: a Brescia dal 24.8 al 7.5%, a Vicenza dal 15.9 al 6.43%, a Pisa da 24 al 10%. A Siena dal 9 al 3.8%, a Ancona dal 12,4 al 2.93%, a Brindisi dal 5 al 2.19%.
Come si vede c’è tutta l’Italia, dalla mitica Padania fino al Sud profondo e ovunque sono legnate secche.
Oggi la Lega (per Salvini premier) presenta le stesse caratteristiche che presentava il M5S nel Parlamento del governo Conte 2: grande rappresentanza parlamentare, sempre più modesta rappresentanza popolare.
Per il M5S lo smottamento si è visto alle prime elezioni disponibili (settembre 2022): dimezzamento dei consensi elettorali nonostante l’esca del Reddito di cittadinanza che valeva grosso modo 4 milioni di voti fra diretti percettori e famigliari annessi.
La Lega (per Salvini premier) non ha neanche questa esca da offrire agli elettori e i risultati sono peggiori.
Se va avanti così (e se ci arriva), nel 2027 molti degli strateghileghisti oggi in Parlamento torneranno al loro modestoISEE, torneranno a proporre rocambolesche ricette economiche e soluzioni monetarie ai quattro disattenti ascoltatori originari.
Il danno è fatto: hanno un bel dire e sperare i “garanti del Nord” e gli altri che intendono condurre “l’ultima battaglia interna”, anche se riuscissero a vincerla resterebbero con un partito esausto e infiltrato da famelici nullatenenti disposti a vendere moglie e figli pur di conservare il posto che gli consente vita agiata e palcoscenici privilegiati. Soprattutto avrebbero per le mani un partito col nome dello sconfitto: Lega per Salvinipremier con una maggioranza anti Salvini.
C’è un altro partito, fottuto dai giudici di Genova e messo in sonno da Salvini: si chiama Lega Nord per l’Indipendenza della Padania, è l’originale da cui tutto è nato. Forse vale la pena risvegliare il dormiente e riproporlo a tutela di chi produce ricchezza, a tutela dei territori virtuosi, a tutela dei meridionali volenterosi costretti a venire a Nord per esprimere le proprie capacità.
Assieme abbiamo fatto molta strada, poi non è mancata la voglia di proseguire, è mancata la strada, la rotta, il progetto. Ono arrivate le ragazze vincenti che hanno portato a casa i risultati per sé e non per il partito, destabilizzato. È rimasto uno scheletro un osso rosicchiato