Devo ammettere che lo stucchevole dibattito di questi giorni sulla Francia e le elucubrazioni di alcuni statisti nostrani sul modello colonialista di quel paese, hanno provocato in me un certo scombussolamento intestinale.
Spero di superare questa fase semplicemente ragionando senza dover far ricorso ad ausili medici. Ma confesso che so che sarà dura.
Il complottismo al potere ci ha deliziato di alcune chicche degne del migliore avanspettacolo d’Antan. Ho letto di tutto, ma di certo la cosa più stupefacente riguarda la nuova teoria per la quale il fenomeno dell’immigrazione di massa sia condizionato, non tanto e non solo dalla secolare esperienza colonialista francese, ma addirittura dal cosiddetto Franco Africano.
Una pseudo valuta della quale nessuno (a parte i 16 paesi del continente nero che ancora oggi afferiscono all’unica modalità che rende stabile un sistema valutario che al contrario vivrebbe nel caos) ricordava nemmeno l’esistenza.
Ma è noto il fatto che quando si cercano pretesti per inventare nuovi nemici e colpirli maldestramente, tutto fa brodo. Per un italiano criticare il colonialismo francese è,utilizzando una metafora calcistica, come se Paul “gazza” Gascoigne criticasse Cristiano Ronaldo. In pratica entrambi hanno provato ad essere fra i più forti calciatori del mondo. E potenzialmente forse lo erano. Solo che il primo ha finito la propria carriera anzitempo e alcoolizzato ed il secondo al contrario nonostante abbia raggiunto l’età di Cristo in periodo crocifissione, continua ad essere il più forte del mondo.
L’italietta dei primi del secolo scorso ha goffamente provato ad essere coloniale. Rimediando colossali figura di palta nel tentativo di emulare gli odiati cugini d’oltralpe ed avventurandosi in una rocambolesca vicenda che al massimo è risultata una parodia di quello che altri (più bravi e determinati) avevano trasformato in epopea. Un po’ la storia della volpe e l’uva. Gli italici analisti contemporanei si vantano, anziché rammaricarsi, del fatto che a fare i colonialisti non sono semplicemente riusciti. E quindi italianamente ecco servito un buon pretesto per attaccare chi al contrario ce l’ha fatta.
Qualcuno ha forse dimenticato la marcetta ridicola che accompagnava le gloriose truppe tricolori in quel frangente? “ faccetta nera, bell’abissina, aspetta e spera che l’Italia si avvicina…..”. Che tristezza! Ma tutto ciò non sarà mai triste come il fatto che un secolo dopo qualcuno al potere potesse utilizzare questo argomento per attaccare i francesi.
Continuo a pensare che fosse meglio quando semplicisticamente lì si accusava di non lavarsi il culo, per la singolare questione che da decenni alimenta il dibattito di migliaia di perditempo, ossia l’assenza nelle toilette transalpine di una suppellettile irrinunciabile: il bidet! Proprio perché quello risulta in realtà l’argomento più credibile di scontro.
Risulta altrettanto incredibile che in mezzo a motivazioni politiche assolutamente più pertinenti, anche gli eredi della Lega Nord si perdano in disquisizioni coloniali. Se c’è un motivo per il quale un leghista può attaccare o criticale la Francia di certo non può essere quello. Chi ha la cultura autonomista o federalista quando parla di Francia di certo pensa alla repubblica più centralista d’Europa che ha perseguito duramente qualsiasi anelito autonomista o indipendentista.
Una repubblica che mai ha riconosciuto minoranze culturali e linguistiche, imponendo al contrario forme spinte di omologazione alla grandeur parigina. Per questo mi aspetto che si alzino voci critiche e non certo per il
Colonialismo, con tutti i propri lati oscuri e con le Responsabilità che comporta. Oggi ad essere più che mai in discussione sono gli stati che assecondano modelli centralisti. Ma qua da noi la questione pare
non essere percepita.
Allora se proprio dobbiamo polemizzare inutilmente facciamolo su un argomento più appassionante e di certo di facile presa: torniamo a rinfacciare la storica ostilità per chi da sempre è sospettato di detergere le proprie parti intime nel lavandino.
Torniamo ad una bella e più calzante polemica sull’assenza nei bagni francesi del bidet!
Saremmo più credibili.