FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

La decisione dello scatto e l’obbiettivo dell’autonomia.

Nel tempo rileggere frasi di vecchi campioni dello sport serve ad aprire gli occhi sulla vita. Mi è capitato di recente di imbattermi in una serie di dichiarazioni di un mostro sacro del ciclismo mondiale che mi sono parse di stringente attualità.

Il grande Fausto Coppi diceva: “Per un corridore il momento più esaltante non è quando si taglia il traguardo da vincitore. E’ invece quello della decisione, di quando si decide di scattare, di quando si decide di andare avanti e continuare anche se il traguardo è lontano.” 

Continua a rimbombarmi nelle orecchie. Soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo, nel quale da più parti si critica l’assenza di strategie ed obbiettivi della politica attuale.

Questa è l’era di chi ambisce a soddisfazioni tanto immediate quanto effimere. Vittorie semplici e veloci, conquistate con modalità comunicative nuove ed efficaci, ma prive  di una prospettiva di medio lungo termine. La soddisfazione della vittoria di tappa basta e avanza a chi non prova la passione del campione. E senza essere mai stato un campione provo a tratti ad emularne le gesta ragionando in termini politici con lo stesso spirito.

Quella sulla autonomia delle regioni del Nord è una lunga corsa a tappe partita da lontano, che per quelli come me non finirà nemmeno il giorno in cui l’avremo ottenuta. Si perché non è altro per noi che il primo passo verso l’indipendenza. Un primo passo necessario per poterci permettere di sopravvivere fino alla vera metà agognata da sempre.

Un passaggio intermedio, dicevo, che in questa fase ha bisogno di uno scatto. E a convincermi di questo non sono certo state le inutili e sterili liturgie della politica nordista di questo ultimo anno, in cui si è preferito vivacchiare fingendo di dar continuità’ al referendum del 22 ottobre 2017.  Anzi, al contrario, la cosa che mi fa pensare sia giunto il momento di scattare giunge da sud. E più precisamente dal Consiglio regionale calabrese che nei giorni scorsi ha approvato all’unanimità una risoluzione, inviata alla presidenza del Consiglio dei Ministri, che diffida ufficialmente il governo dal trasferire ulteriori poteri alle regioni più cosiddette ricche (io dico anche più serie) prima di una “definizione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”.

Gli indomiti calabresi con la loro battaglia dichiarano altre sì di ambire 
a coinvolgere tutto il Sud. Il documento approvato impegna il Presidente del Consiglio regionale ad organizzare “una Conferenza degli Uffici di presidenza dei consigli regionali di Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia al fine di perseguire eventuali convergenze tra le Regioni del Meridione”. Una vera catarsi! E non finisce qui.

L’assemblea “si impegna ad attivare i passaggi necessari per dare impulso ad una iniziativa legislativa da presentare direttamente alle Camere sulla base del disposto dell’art. 121, comma 2 della Costituzione, finalizzata alla revisione del Titolo V, parte seconda, della Carta, in direzione di un regionalismo solidale“.

Bingo! Il paese si spacca e a romperlo sono i meridionali, che nel tentativo di mantenere privilegi accumulati nei decenni sono pronti a sfidare frontalmente il Nord sonnacchioso che stancamente sta provando a negoziare (senza troppa convinzione) nuove forme di autonomia e libertà.

Siccome però quando si fa sul serio loro sono più bravi a gestire i vantaggi dello stato centrale, i meridionali scelgono di giocare d’anticipo e far morire sul nascere qualsiasi tentativo di legittima emancipazione del Nord.

Roba da far tremare i polsi al vecchio Fausto Coppi. La prova che aspettavamo del fatto che adesso serve lo scatto. Ora è quindi necessario far fronte comune per contrastare gli intenti bellicosi del neonato movimento reazionario calabrese che addirittura ci incalza in tal senso: 
“Oggi in Consiglio regionale – è stato il commento del Presidente dell’assemblea Nicola Irto – abbiamo lanciato una grande sfida democratica e politica. Una sfida avanzata e coraggiosa, non una battaglia di retroguardia. All’Italia serve un nuovo regionalismo solidale. Non abbiamo paura dell’autonomia rafforzata richiesta da tre regioni ma sui diritti dei cittadini e sulla tenuta del Paese non cediamo di un millimetro. L’Italia è una e indivisibile”.

Boom! Hanno dichiarato guerra al Nord con un comunicato stampa. Una moderna modalità che farebbe sorridere se non fosse una cosa seria.

E allora si rende necessaria la creazione di un fronte opposto che chiuda in fretta la gara. E lo si faccia nel momento in cui al governo ci sta quel che resta di una forza politica che per decenni ha combattuto questa battaglia ed e’ ad un passo dal traguardo. Siamo entrati in una fase topica e da cittadini non possiamo perdere l’occasione.

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Imprenditore, classe 1968. Per 25 anni impegnato a vari livelli in politica sempre nelle fila della Lega Nord. Dal 1993 al 2002 è sindaco di Pomponesco (Mantova), nel 1996 entra a far parte del Direttivo regionale dell’Anci Lombardia. Nel biennio 1996-1997 Fava è presidente del Consorzio per la depurazione idrica casalasco-viadanese. Per molti anni e’ stato membro elettivo di Upl (Unione provincie lombarde). Dal 2002 al 2007 consigliere comunale a Pomponesco e dal 2009 al 2014 consigliere comunale a Sabbioneta. Dal 2015 al 2018 è stato consigliere comunale a Viadana (città dove attualmente vive). Dal 1997 al 2012 è stato consigliere della Provincia di Mantova e deputato al Parlamento in tre Legislature. Nella XV Legislatura è stato membro della Commissione Attività produttive; nella XVI è stato membro delle Commissioni Difesa, Attività produttive, Politiche dell’Unione europea, Affari sociali e della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, nonchè Presidente della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla Contraffazione. Nella XVII eletto di nuovo alla camera dei deputati ha rassegnato le dimissioni nel maggio 2013 per entrare a far parte della giunta regionale della Lombardia con Presidente Roberto Maroni come assessore all'agricoltura. Appassionato di politica, economia e di sport nel novembre 2018 ha scelto di abbandonare le cariche elettive e la politica attiva in campo istituzionale per dedicarsi alla propria attività imprenditoriale a tempo pieno.

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