FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Hanno ragione loro. Basta vini veneti! La nuova frontiera del secessionismo enoico.

Stavolta devo ammetterlo penso che abbiano ragione quei buontemponi della rete nazionale di bar deVenetizzati che hanno deciso di non servire più prosecco ed altri vini veneti ai propri clienti.

Hanno ragione al 100%. Sono passati direttamente alla nuova fase del controverso rapporto Nord-sud. Basta coi prodotti del Nord, ci bastano i loro soldi! Questo deve aver pensato un gruppo di geniali comunicatori sudisti che ha ideato questa campagna che si sta velocemente  trasformando in una vera e propria guerra dichiarata attraverso alcuni locali del Sud Italia contro  il Veneto. 


Una vera e propria offensiva tesa a boicottare il consumo di prodotti veneti in meridione combattuta a colpi di hashtag come #CompraSud e svariati annunci sui social. Pensate cosa sarebbe successo a parti invertite? Già me lo immagino se un bar di Chioggia avesse esposto un cartello con scritto: qui non si servono prodotti terroni! Usiamo solo mozzarelle veronesi. Uno spasso. Sarebbero accorsi a frotte giornalisti romani a intervistare un barista in canottiera che con inflessione veneta avrebbe argomentato in modo imbarazzato la propria scelta. Ma se al contrario si fa al Sud allora tutto trova una giustificazione. Quindi hanno ragione loro. 


“ In questo bar non serviamo vini, prosecchi e spumanti prodotti in Veneto. Qui si servono solo prodotti del Sud” si legge nella locandina che è affissa all’ingresso dei locali che hanno deciso di aderire all’iniziativa. Scelta tanto singolare quando legittima, per la quale si tenta goffamente di dare anche una spiegazione plausibile . «Perché lo facciamo? Perché la Regione Veneto ha deciso di trattenere tutto il residuo fiscale. Vuol dire che le tasse pagate in Veneto restano tutte in Veneto. Quindi se tu consumi prodotti veneti, non solo arricchisci le aziende venete, ma anche le tasse che paghi sulla bottiglia di vino veneto (i tuoi soldi) andranno a finanziare solo scuole, ospedali e strade del Veneto. E le scuole, gli ospedali e le strade del Sud chi le finanzia?».

Ecco! Semplice no. In sostanza si dice: continuiamo a succhiare soldi ai veneti (e ancora di più a Lombardi, ma i furbacchioni sudisti hanno scelto di rinunciare solo al prosecco e non al Franciacorta, il che dimostra che abbiamo a che fare con gente scaltra) ma evitiamo di arricchirli.

Tutto quello che lo stato centralista ci garantisce non si tocca e al contrario facciamo la guerra a chi rivendica equità di trattamento. Ragionamento di tale contorsione da arrivare addirittura alla iperbole per la quale se non riesco più a sfruttare il Nord almeno non lo arricchisco comprando i loro prodotti.

Una sorta di nuova autarchia meridionale che risulta essere molto intrigante quale esperimento. Per altro con tanto di implicita ammissione che senza i soldi del Nord le strade al sud non le pagherebbe nessuno.

E io voglio incoraggiarli. Giusto così.

Bevetevi in quantità industriali falanghina del Sannio e noi ci teniamo i soldi del residuo fiscale! Trovo che sia un giusto compromesso. Ottima iniziativa quindi! Grazie a chi pensandola ci ha  aperto ancor di più gli occhi.

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Imprenditore, classe 1968. Per 25 anni impegnato a vari livelli in politica sempre nelle fila della Lega Nord. Dal 1993 al 2002 è sindaco di Pomponesco (Mantova), nel 1996 entra a far parte del Direttivo regionale dell’Anci Lombardia. Nel biennio 1996-1997 Fava è presidente del Consorzio per la depurazione idrica casalasco-viadanese. Per molti anni e’ stato membro elettivo di Upl (Unione provincie lombarde). Dal 2002 al 2007 consigliere comunale a Pomponesco e dal 2009 al 2014 consigliere comunale a Sabbioneta. Dal 2015 al 2018 è stato consigliere comunale a Viadana (città dove attualmente vive). Dal 1997 al 2012 è stato consigliere della Provincia di Mantova e deputato al Parlamento in tre Legislature. Nella XV Legislatura è stato membro della Commissione Attività produttive; nella XVI è stato membro delle Commissioni Difesa, Attività produttive, Politiche dell’Unione europea, Affari sociali e della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, nonchè Presidente della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla Contraffazione. Nella XVII eletto di nuovo alla camera dei deputati ha rassegnato le dimissioni nel maggio 2013 per entrare a far parte della giunta regionale della Lombardia con Presidente Roberto Maroni come assessore all'agricoltura. Appassionato di politica, economia e di sport nel novembre 2018 ha scelto di abbandonare le cariche elettive e la politica attiva in campo istituzionale per dedicarsi alla propria attività imprenditoriale a tempo pieno.

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