FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Parlare la lingua del medico allunga la vita. Quando un idioma salva più di una specializzazione.

Diceva Thomas Mann che è sempre “Meglio una verità che ferisce che una bugia di comodo”. E alla verità che ferisce debbono aver pensato gli ideatori di una campagna che qualcuno ha definito choc in Sud Tirolo.

Resta il fatto che nel bel mezzo di un ritorno di massa alla polemica contro l’Italia, nella regione sempre più spaccata che fu l’Alto Adige (termine oggi definitivamente bandito da una recente decisione del consiglio provinciale di Bolzano),  l’ala dura della politica identitaria di lingua tedesca abbia deciso di passare alle maniere forti. Perlomeno dal punto di vista comunicativo.


Per questo hanno tappezzato il lembo più estremo a nord della penisola di manifesti coi quali hanno attaccato pesantemente l’ipotesi di reclutamento  di medici privi del patentino bilingue per ovviare alle difficoltà sorte con la carenza di organico nelle file dei dottori afferenti al sistema sanitario sud tirolese ed evitare problemi seri ai cittadini.
Lo hanno fatto col consueto garbo che per anni ha caratterizzato molte delle battaglie dei seguaci di Eva klotz, la pasionaria irredentista,  oggi in realtà defilata dalla politica attiva  per problemi famigliari.
Così alcuni esponenti della Süd Tiroler Freiheit, hanno letteralmente occupato gli spazi vicino agli ospedali di tutta la provincia di Bolzano con un manifesto politicamente scorretto (ma molto efficace) dove un cadavere steso  su un inequivocabile lettino da obitorio viene descritto in lingua germanica. Qualcosa  che tradotto in italiano suona più o meno così : “il  medico non sapeva il tedesco”.


Un segnale abbastanza chiaro del tono che assumerà il dibattito politico nei prossimi mesi a quelle latitudini e contestualmente una buona ragione per scatenare le solite scontate proteste da parte di personaggi in cerca di una ribalta politica mediata dal rinnovato nazionalismo italico. Quanto basta per fa propendere la bilancia della simpatia di chi scrive a favore dei Tiroler Freiheit (che normalmente fanno di tutto per risultare poco simpatici per scelta).


Addirittura lo zelante ordine dei medici ha pensato bene di segnalare il fatto alla procura della repubblica di Bolzano per una difficilmente comprensibile questione di discriminazione etnica.
Il presidente di una sigla di medici dall’acronimo incomprensibile  (Fnomceo), tal Filippo Anelli, evidentemente in cerca di celebrità, ha tuonato : «Questa mattina è partita dal nostro Ufficio legale una segnalazione alla Procura della Repubblica perché valuti se siano stati violati articoli del Codice penale. Il manifesto ha infatti un contenuto fortemente disinformativo e crea un rilevante e ingiustificato allarme sociale, nonché lede gravemente l’immagine dei medici in generale e, in particolare, di quelli che operano all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. La politica dovrebbe imparare, su questo come su altri versanti, a lasciar fuori la salute dalle sue strumentalizzazioni».

Tombola! Ma non bastava evidentemente e allora ecco che abbiamo assistito a seguire ad analoghe iniziative da parte di Fratelli d’Italia e dei grillini del M5s.
Anche se il primo premio del campionato del mondo di nazionalismo peloso spetta a Maurizio Gasparri, che memore del proprio passato Missino, impiegato a lungo nel tentativo di italianizzare la provincia tedesca dello stivale, si è affrettato a prendere posizione da Roma e censurare in diretta l’iniziativa politica.   

Tutto questo  cinema è servito solo a portare acqua al mulino del piccolo gruppo politico che fa riferimento comunque ancora ad Eva Klotz, la quale incredula di tanta grazia ha prontamente replicato : «Ben venga l’esposto dell’ordine dei medici contro il nostro manifesto, non aspettavamo altro. Da decenni ogni giorno viene calpestato il diritto dei sudtirolesi di usare la propria madrelingua e ora finalmente se ne parla. Andremo fino a Bruxelles e Strasburgo. E’ stato proprio l’ordine dei medici a rivendicare l’importanza di poter comunicare nella madrelingua, quando si parlava dei medici di lingua tedesca in Alto Adige. Si lamentano del manifesto, ma nessuno grida allo scandalo quando si creano situazioni pericolose per il fatto che il medico non comprende il paziente» è ancora, «molti sudtirolesi ormai si sono rassegnati e parlano in italiano con i medici, rinunciando così a un loro diritto». Punto!


Siamo tutti molto curiosi di conoscere nel merito la posizione della Lega sulla questione. Per un lungo periodo i Tiroler Freiheit sono stati alleati del Carroccio e attualmente il partito di Salvini governa in maggioranza con la Sudtiroler Volkspartei proprio la provincia di Bolzano.
Sarebbe una buona occasione per tutti per capire cosa resta della storia indipendentista e del principio di autodeterminazione dei popoli quale cardine dell’azione politica del movimento. Sarebbe un’ottima occasione anche  per comprendere una volta per tutte se c’è ancora spazio per queste storiche istanze nel partito che fu di Umberto Bossi.

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Imprenditore, classe 1968. Per 25 anni impegnato a vari livelli in politica sempre nelle fila della Lega Nord. Dal 1993 al 2002 è sindaco di Pomponesco (Mantova), nel 1996 entra a far parte del Direttivo regionale dell’Anci Lombardia. Nel biennio 1996-1997 Fava è presidente del Consorzio per la depurazione idrica casalasco-viadanese. Per molti anni e’ stato membro elettivo di Upl (Unione provincie lombarde). Dal 2002 al 2007 consigliere comunale a Pomponesco e dal 2009 al 2014 consigliere comunale a Sabbioneta. Dal 2015 al 2018 è stato consigliere comunale a Viadana (città dove attualmente vive). Dal 1997 al 2012 è stato consigliere della Provincia di Mantova e deputato al Parlamento in tre Legislature. Nella XV Legislatura è stato membro della Commissione Attività produttive; nella XVI è stato membro delle Commissioni Difesa, Attività produttive, Politiche dell’Unione europea, Affari sociali e della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, nonchè Presidente della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulla Contraffazione. Nella XVII eletto di nuovo alla camera dei deputati ha rassegnato le dimissioni nel maggio 2013 per entrare a far parte della giunta regionale della Lombardia con Presidente Roberto Maroni come assessore all'agricoltura. Appassionato di politica, economia e di sport nel novembre 2018 ha scelto di abbandonare le cariche elettive e la politica attiva in campo istituzionale per dedicarsi alla propria attività imprenditoriale a tempo pieno.

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