In quasi tutto il mondo sviluppato abbiamo assistito, negli anni, a un calo dei posti letto ospedalieri.
Certo, la politica italiana ha una visione totalmente provinciale su praticamente… qualunque tema e quindi cerca di metterla sui pochi argomenti che conosce ma praticamente in ogni angolo del mondo i posto letto calano. Forse fa solo eccezione la Corea del Sud
Lo fanno perché è bello tagliare posti letto random?
No, assolutamente. La ragione è molto banale: la medicina è cambiata e ora servono meno posti letto.
Se guardate film degli anni ’70 e ’80 vedrete situazioni radicalmente diverse da quelle odierne: camerate con letti d’ospedale, come in questa foto.
Oggi abbiamo, invece, stanze da due o massimo quattro posti, con TV e altri confort.
In linea di massima oggi è infatti molto meno necessario avere tanti posti letto come una volta. All’epoca le degenze erano di durata più lunga mentre oggi si punta di più su degenze brevi, portando le persone nel focolare domestico appena possibile.
Se prima, per esempio, una degenza durava in media una settimana e operavi 7 persone ovviamente ti servivano sette letti mentre facendo tutto in day hospital sono già tanti tre letti.
Ovviamente oggi, in piena emergenza in cui mancano posti letto, sembra drammatico da dirsi ma avere posti letto inutilizzati costa e per questo si preferisce avere soldi per le cure che per posti letto inutilizzati.
Ciò, chiaramente, non scusa la classe politica di mezza Europa che, avvisata da anni del rischio di una pandemia parainfluenzale non s’è minimamente preparata. Ma, si tratta appunto di una situazione di emergenza, che dovrebbe essere trattata come tale e non influenzare l’andamento ordinario.
Nemmeno attribuisce totalmente la diminuzione a tali ragioni: la politica c’entra, eccome, e scelte ospedalocentriche non fanno altro che favorire queste riduzioni, dando agli ospedali un ruolo “ambiguo”.
Ma il fatto è questo: il principale responsabile del calo dei numeri in tutto il mondo sviluppato è un cambiamento nella medicina, il resto è mera concausa. Mi permetto di dubitare fortemente che chiunque sia interessato a tornare ai tempi delle camerate ospedaliere in cui per qualsiasi cosa dovevi stare una settimana in ospedale come minimo e quindi la risposta non dev’essere un generico “ecco, prendetevela con chi ha tolto i posti letto!” ma chiedersi “cosa dobbiamo sistemare?”
E la risposta è su vari fronti: per esempio dovremmo avere piani per queste emergenze che consentono di aumentare i letti in modo ordinato, seppur emergenziale, e puntare sull’assistenza extra ospedaliera quando possibile, così che non si intasino gli ospedali come avvenuto durante l’emergenza COVID-19 in cui le indicazioni prevedevano l’ospedalizzazione come principale soluzione e solo in rari casi le cure a domicilio.