Una volta un comunista mi disse una cosa molto interessante: non esistono diritti civili senza diritti sociali. Poi, ovviamente, non abbiamo concordato sul come tali diritti sociali debbano essere forniti, se dallo Stato o dal Mercato, ma è abbastanza condivisibile il concetto per cui è quantomeno questionabile la politica di un Paese dove i gay possono sposarsi ma non lo fanno perché non hanno sufficiente stabilità economica, al pari delle famiglie etero, e addirittura può essere un pericolo, se portato agli estremi: pensate a una democrazia di gente che non mangia, voterà col cervello o con lo stomaco? Chiedetelo alla Repubblica di Weimar.
Se l’ho capito persino io, che sono un liberale bastardo, dovrebbe essere di semplice comprensione per chi, ad oggi, costituisce il principale palco di propaganda della sinistra in Italia, quel mondo composto da nomi che tutti ormai ben conosciamo come Lorenzo Tosa, Andrea Scanzi, Fabrizio Del prete, Emilio Mola, Guido Saraceni…
“La Bestia ma buonista” verrebbe da dire, dato che usano molte delle strategie che caratterizzano il metodo Morisi ma cavalcando un sentimento diverso da quello della Bestia che ha reso grande Salvini.
Da quando c’è il Covid questo mondo culturale difende a spada tratta le restrizioni e nega e sminuisce il disagio economico di chi non è stato in alcun modo tutelato, cavalcando il tema dell’evasione fiscale sullo stile “non dico che tutti i negri siano criminali, però nel dubbio chiudiamo le frontiere”.
Infatti questa propaganda vanytosa non si appella di certo a chi lavora ma alle solite categorie che ormai vengono pescate a strascico da questa sinistra: statali, pensionati, casalinghe e studenti idealisti, al cui stomaco si parla facensoli sentire vittima di ingiustizie o solidali con chi le subisce.
E così, mentre per la sinistra suona una sveglia gravissima, ossia che gente che vuole solo lavorare venga infiltrata dalla destra sociale perché la sinistra è assente, questi invece di svegliarsi e magari trovare un modo di far lavorare la gente liquidano tutte le proteste pro lavoro come fasciste.
Geniali, non c’è che dire. Poi vi stupite che gli ex comunisti votan Salvini, e che i lavoratori precari invece di voler “mangiarsi i ricchi” votano per la flat tax. Sicuramente colpa dell’analfabetismo funzionale e della mentalità neoliberista, non vostra che mentre 9’990 persone chiedono di poter lavorare voi guardate le 10 che fanno il saluto romano.
Poi, per carità, c’è anche Letta che ha capito la questione e si è detto solidale con la ristorazione, chiedendo un nuovo decreto, il ché è utile quanto una scorreggia su di una pala eolica, ma è meglio di niente.
Peccato che Letta, in tutta onestà, abbia il carisma di un pinguino e i suoi interventi finiscono al massimo sulla pagina del PD di Cesano Boscone, mentre quelli di queste star del Michelazz girino e girino, influenzando le idee di milioni di persone.
E il voto di tutti quelli che, dopo un anno di fatica, vedono un poppante col culo al caldo dire che solo rispettando le regole se ne esce. Ma tanto, si sa, loro sono infallibili e unti dal Signore e non sbagliano mai: siamo noi che sbagliamo.
Se poi vengono castigati alle urne, ovviamente, siamo noi itaglioni ignoranti che non capiamo la loro illuminazione nirvanica.