FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

La sinistra ora approva la disobbedienza civile (senza sapere cosa sia)

Del bigliettinogate abbiamo già parlato, ma vorrei aggiungere una piccola nota a margine: vi ricordate le stelle polari della sinistra che definivano i ristoratori disubbidienti fascisti, dichiarando che andare contro le regole è sempre un atto fascista e inaccettabile?

Che fossero dei pagliacci che vivono solo perché abbiamo abbandonato il suffragio censitario lo sapevamo, ma ci tengono a confermarlo parlando di “atto di disobbedienza civile” nello strappare il bigliettino.

Peccato che non lo sia, principalmente per due ragioni.

La prima è che la disobbedienza civile si fa contro una legge o, al massimo, contro un ente pubblico. Quella dei ristoratori è, ad esempio, una forma di disobbedienza civile da manuale, così come potrebbe essere disobbedienza civile rifiutarsi in massa di pagare il biglietto dell’autobus perché non vengono mantenuti in condizioni di sicurezza.

Strappare un bigliettino non è decisamente una protesta contro una legge o un ente pubblico, ma semplice distruzione di corrispondenza che non ci piace. Certamente, è reato, ma affermare che sia disobbedienza civile perché c’è comunque una legge violata sarebbe come dire che le camicie nere facessero disobbedienza civile perché la Marcia su Roma era illegale.

La seconda è che la disobbedienza civile accetta le conseguenze dell’atto e spesso le desidera, così da poter portare il tutto alla ribalta. Per quale ragione, ad esempio, Cappato pubblicizza ampiamente i propri viaggi in Svizzera e si autodenuncia invece di farli in silenzio senza farsi beccare? Perché sa che è l’unico modo per svegliare le coscienze degli italiani e inserire tale argomento nel dibattito politico.

Ciò, tra l’altro, distingue la disobbedienza dalla semplice illegalità diffusa: se parcheggiate in divieto di sosta dove c’è un cantiere perché sapete che i vigili chiudono due occhi altrimenti il sindaco perde le elezioni non state facendo disobbedienza ma state semplicemente approfittando della disapplicazione di una regola.

Fare disobbedienza e poi pretendere di non lottare dopo le conseguenze è ridicolo e rende vana la stessa disobbedienza, oltre a ridicolizzarla, e dimostra che si è trattato di un semplice atto criminale seguito da un assalto di squadristi digitali e non di un atto anche solo vagamente politico.

Perché, se avesse voluto anche solo mantenere un minimo di parvenza di disobbedienza sarebbe andato volentieri in tribunale ad argomentare in favore di questo presunto diritto a distruggere i contenuti fascisti, in modo non dissimile dai pasticcieri conservatori che scalano la magistratura americana per sancire il diritto di non servire matrimoni omosessuali.

Invece ha fatto la cazzata e, posto davanti alle conseguenze, il movimento antifa ha avviato una campagna di squadrismo digitale per non fargli pagare le conseguenze.

Poi, mi raccomando, tutti a dire che il barista che apre al chiuso perché non ha una terrazza e non può aspettare un altro mese è un fascista.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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