FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

I Talebani, il logoramento e le armi ai civili

Abbiamo letto molte considerazioni sull’Afghanistan e su ciò che porterà il governo talebano, ma c’è un tema su cui possiamo fare riflessioni molto interessanti: quello delle armi.

Prima di tutto, è bene notare una cosa: il regime talebano sta disarmando la popolazione, dicendo che ora non servono più le armi per protezione. Questa è una mossa tipica dei regimi, l’ha fatto Mussolini, l’ha fatto Hitler (specificatamente contro gli ebrei e con facilitazioni al possesso di armi per gli iscritti al NSDAP), i regimi non vogliono avere la minima opposizione con la parola, figuriamoci con le armi!

È, chiaramente, naïf credere che se gli ebrei avessero avuto le armi si sarebbero salvati: magari si sarebbe salvato qualche ebreo, usando le armi per fuggire, ma alla prima notizia di un evento del genere i tedeschi avrebbero preso le proprie armi per darsi ai pogrom, dato che l’antisemitismo, all’epoca, era ampiamente diffuso. Avrebbe decisamente aiutato di più se gli altri Paesi, invece di fare orecchie da mercante, avessero accolto gli ebrei. Ci fu un’ampia finestra di tempo tra le prime leggi antiebraiche e la soluzione finale, tempo in cui vari Stati rifiutarono ampiamente i rifugiati ebrei.

I Talebani sono, però, l’ultimo esempio che mostra come la lotta armata funzioni davvero nella maggior parte dei casi: non è la popolazione eroica che prende le armi e caccia il tiranno, ma una lenta lotta di logoramento, una lotta asimmetrica tra eserciti convenzionali e milizie, una guerriglia dove chi fa lotta armata spende poco ma crea danni molto più costosi alla forza armata regolare, oppure la obbliga a spendere cifre enormi per mantenere la sicurezza.

Alla fine, dopo mesi, anni o decenni di logoramento o l’entità statale si rende conto che lottare non conviene più e scende a patti o fallisce. Checché ne dica Biden per battere una superpotenza non serve avere caccia e atomiche: bastano AK-47 e tanta, tanta perseveranza.

Pensateci: davvero l’IRA avrebbe potuto sconfiggere la RA? No, ma ha logorato così tanto il Regno Unito da costringere ad un accordo.

Davvero i partigiani sudtirolesi avrebbero potuto ottenere l’indipendenza facendo saltare qualche traliccio? No, ma hanno reso urgente la questione, si è scesi a compromessi e il Trentino Alto Adige è diventato autonomo per davvero.

La linea tra terrorismo e lotta armata è chiaramente labile, soggetta a interpretazioni personali, e spesso oltrepassata anche da movimenti potenzialmente legittimi.

Ma una cosa è chiara: in questi casi armi e sostegno popolare si mischiano. Non è procurandosi due schioppi che si fa lotta armata, dato che si verrebbe subito beccati. Bisogna avere il sostegno della popolazione, cosa che esiste in Afghanistan (dove la stragrande maggioranza della popolazione sostiene la legge islamica, cosa a cui dovrebbe pensare chi respinge i rifugiati afghani) come esisteva in Irlanda del Nord per l’IRA o nel Paese Basco per l’ETA.

Sarebbe sicuramente meglio un sistema dove non si deve temere che nasca un regime, ma penso che l’esempio più solido in tal senso sia la Svizzera, dove l’esercito – ossia ciò a cui normalmente ci si appella quando si deve opprimere la popolazione – è la popolazione stessa.

È una situazione quasi paradossale: gli stati che quasi non debbono temere svolte autoritarie non avrebbero bisogno di armi, ma le hanno. I Paesi che si reggono non si sa come e sono usciti da dittature anche grazie alle armi si ritengono perfetti invece le limitano.

In ogni caso, è bene ricordare che gli estremismi non pagano in questi casi. Uno Stato non è libero solo perché è armato, è libero perché ha leggi, una cultura democratica, uno stato di diritto solido e, poi, perché è armato, si veda la Svizzera.

Parimenti, è falso che lo Stato sia questa entità magica e imbattibile e che quindi sia futile il possesso d’armi per i civili, poiché non avranno alcuna possibilità contro l’esercito professionale. La storia lo dimostra: gli Stati si fanno e di disfanno, alle volte pacificamente, alle volte meno.

Quanto accade in questi giorni in Afghanistan è solo un triste esempio di quanto esporto che ci permette di riflettere, in un periodo di grandi riflessioni.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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