FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Sanca, l’indipendenza veneta a sinistra

Nel mondo, l’indipendentismo non ha un colore definito: Si va dalla destra, talvolta estrema, della NVA al centrodestra popolare del PDeCAT alla sinistra democratica di ERC e Sinn Fein all’estrema sinistra della CUP.

In Italia, tuttavia, l’indipendentismo è sempre stato abbastanza vicino alla destra, nelle sue varie declinazioni: La Lega è l’esempio più palese, ma potremmo parlare anche dei vari partiti venetisti che sono spesso ultraconservatori, del Grande Nord liberale che aderisce al Manifesto di Oxford e di Pro Lombardia che spazia dal liberalismo al libertarianesimo, con un accenno a Siamo Veneto, che di sicuro non parla per valori di sinistra.

Ma c’è un’eccezione, un partito indipendentista che si dichiara apertamente di sinistra: Sanca Veneta. Per chi non lo sapesse in veneto “Sanca” significa proprio sinistra.

Non aspettatevi, però, una sinistra in stile italiano, che con la scusa di aiutare gli ultimi aiuta solo il proprio elettorato, anzi, Sanca stessa lamenta il “dogmatismo centralista” della sinistra italiana.

Sanca si allontana dunque sia dal modello di centro-sinistra italiano, confuso e fortemente centralista, sia dal modello di sinistra che vorrebbe punire chi produce “rubando ai ricchi per dare ai poveri”, cosa abbastanza ovvia dato che tale modello applicato all’Italia è quello che ha giustificato decenni di furti al Nord.

Anzi, Sanca propone meno tasse e dichiara “[lo Stato] Il giocatore lo dovrebbe fare solo dove il privato non riesce o non può arrivare, o per garantire alcuni servizi fondamentali ai cittadini.”

Propone anche una visione positiva di società: Un’aspetto culturale presente, baby box per i neogenitori. Si tratta di una visione intermedia tra il “there is no such thing as a society” di thatcheriana memoria e la visione negativa di società, come mezzo di coercizione, che è spesso proposta da quella che in Italia si identifica come destra.

Un visione alla quale, da estimatore di Adriano Olivetti e Václav Havel, non posso che aderire: La comunità, nel senso olivettiano, è il luogo nel quale buona parte della vita dell’individuo si realizza ed è auspicabile che, senza esserne considerato suddito, ne prenda parte. Ma, al contempo, finché non è un peso per essa, non ci si può aspettare che tutti siano parte della comunità pur vivendoci, cose che una certa destra vorrebbe imporci con la “nazione”, decretando l’amor di Patria per legge da implementare con la leva obbligatoria.

Ovviamente, si tratta di un partito progressista sociale e ambientalista: Loro idea è stato il Gonfaleno, ossia la bandiera di San Marco arcobaleno esposta in occasione del gay pride e si preoccupa molto delle questioni ambientali, proponendo un’agenda dichiaratamente a favore del trasporto pubblico collettivo e per la creazione di polmoni verdi.

Fatico a non associare Sanca al modello del liberalismo sociale scandinavo, un modello che prevede un’alta libertà economica che crea benessere che, in parte, lo Stato redistribuisce in servizi per tutti. Un modello che è quasi fisiologico per una sinistra che si sviluppa in un territorio dall’elevato tasso produttivo.

Ma, anche, al modello havelista, favorevole alla libertà individuale ma che crede in un modello di società civile, aperta e attenta all’ambiente.

Ed è, sinceramente, l’unico modello culturalmente di sinistra in grado di far bene al Veneto e, estendendolo, al resto del Nord.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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