FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

I Prefetti, la coerenza e il difetto di rappresentanza

La differenza tra movimento e partito in termini elettorali è molto sottile ma di grande distanza secondo gli schemi della democrazia ed i canoni della politica. Il partito si colloca sul terreno della politica, cioè del potere, i movimenti invece su quello del raggiungimento di obiettivi specifici.  Il successo elettorale e la gestione governativa in virtù di un incremento della rappresentanza, a volte dettati dalla mancanza di alternative e da un vuoto preoccupante nel campo moderato, impongono per il mantenimento del potere un cambiamento di rotta e di obiettivi .

La trasformazione di un movimento in partito porta ad un cambiamento tale che potrebbero mutare sia i principi di una ideologia ben precisa così come il perseguimento del raggiungimento degli obiettivi parziali e ben definiti che il movimento stesso perseguiva. Ora, la cosiddetta “Lega” ha abbandonato i canoni schematici ed estetici del movimento pur avendo l’esclusivo scopo dell’obiettivo parziale del “..per Salvini Premier”. Un partito con un “capitano” solo al comando, con una testa ma senza più un corpo, con la minoranza interna dell’altro e vecchio movimento del Nord falcidiata dalla damnatio memoriae. Diciamocelo chiaramente, questo pachidermico partito non ha solide radici ideologiche ed obiettivi parziali del comune sentire dei propri militanti e non ha più nulla da spartire con quell’altro movimento territoriale dal nome e dal contrassegno elettorale simili, (pur con la volontà di giocare con l’equivoco) che rappresentava una voce liberale quale sindacato delle istanze di una parte del paese, quel Nord produttivo ed operoso ormai relegato ad una voce inascoltata. Ma soprattutto un movimento che rifuggiva da etichette politiche ottocentesche definendosi “né di destra né di sinistra ma “sopra”. Un movimento al quale poco interessavano le questioni “etiche” che dilaniavano altre compagini.

Orbene, fin dai suoi inizi, la Lega Nord perseguiva, tra gli altri, un obiettivo parziale ma di forte rilevanza politica e sociale: l’abolizione delle Prefetture. Questi istituti venivano considerati, senza mezze misure, un inutile residuato del periodo napoleonico. Una figura mutuata dall’esperienza centralistica francese,  superflua, costosa e che rappresentava la lunga manus di Roma. Il simbolo della volontà colonialista ed accentratrice italica. Una generazione di leghisti del Nord ha predicato per decenni, pertanto, che le funzioni delle Prefetture avrebbero ben potuto essere demandate agli altri Enti territoriali più vicini al cittadino così come impone il principio di sussidiarietà presente quale principio cardine in ogni Ente sovranazionale riconosciuto dallo Stato ma, ancor più, parte dell’ordinamento giuridico italiano dal  2001 ed inserito nell’art. 118 della Costituzione.

Per tale motivo, il cambio di rotta del Ministro dell’Interno, segretario del partito “Lega per Salvini premier” ma soprattutto ancora segretario federale del movimento politico “Lega Nord per l’indipendenza della Padania” appare in tutta la sua rilevanza. Un messaggio non più di autonomia e di lontananza dagli autoritarismi ma di centralismo sovranista con una collocazione di estrema destra in uno spazio che, in verità, nessuno occupava. Questo dimostra il fiuto del politico intenzionato a raggiungere il premierato ma impone una questione sulla coerenza negli obiettivi politici e sociali di tutti quei militanti oggi non più aderenti alla vecchia Lega Nord ma alla forza di governo che ha eliminato ogni tutela territoriale iniziale

Obiettivi, quelli odierni e quelli originari, del tutto incompatibili ma che aprono il campo ad una ulteriore riflessione: il difetto di rappresentanza di un Nord che, attraverso molte associazioni di categoria produttive si dichiarano non più rappresentate da alcuno. I veri temi politici che dovrebbero essere nell’agenda del Governo e del Parlamento sono altri e diversi rispetto al problema dell’immigrazione, il quale resta una questione per cui ricercare soluzioni ma che non può ridursi ad essere l’unico dibattito in uno Stato in recessione da più di tre trimestri. Ai fini della ripresa di una seria rappresentanza del Nord siamo in molti a sperare che sia rimasto almeno un iscritto alla vecchia e potentissima Lega Nord la quale, pur quiescente, stando così le cose, non potrà essere dismessa o chiusa. Ad maiora.

Cedrik Pasetti
Avvocato e fiero di esserlo. Raro esemplare di nizzardo-lombardo. Ho conseguito specializzazioni in Politica Amministrativa e Management presso la SDA Bocconi di Milano nonché in diritto societario e dell'arbitrato interno ed internazionale presso l'Università di Pavia. Convinto liberale ed autonomista nel DNA. Indipendentista per necessità. Sono stato fondatore e Presidente dell’associazione culturale Terre di Lombardia. Tra gli ultimi consiglieri provinciali ancora eletti dai cittadini sono attualmente vicesindaco dell’ombelico del mondo, il bellissimo paese di San Martino dall’Argine.

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