FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Evasione? Se il primo disonesto è lo Stato…

Penso che nell’attuale dibattito sull’evasione si sia perso il punto veramente centrale: Il primo disonesto è lo Stato.

In questo articolo proverò a mostrarti come:

  • L’idea di “pagare meno per pagare tutti” sia un’ideologia fallace e smentita dai fatti
  • I problemi imputati all’evasione, come la scarsità di qualità nei servizi pubblici, sono in realtà dovuti allo Stato
  • Allo stato attuale l’evasione, da un punto di vista meramente economico, non è un fenomeno negativo
  • Ma, comunque, c’è un problema: In molti casi l’evasione mina la lealtà concorrenziale.

Pagare tutti e… Pagare di più!

Negli ultimi anni la lotta all’evasione ha funzionato e lo Stato ha visto aumentare le proprie entrate.

Negli ultimi anni la lotta all’evasione ha funzionato e lo Stato ha visto aumentare le proprie entrate.

Risultato? La spesa pubblica è aumentata! Se non mi credete sulla parola potete verificare questo grafico dell’Istituto Liberale.

La ragione è semplice: In Italia la politica è un’asta al rialzo per i voti ma coi soldi degli altri. Aumentato il gettito ci è voluto pochissimo prima che i politici lo usassero per offrire qualcosa a qualcuno, che sia un reddito, una quota, un’esenzione o altro a fantasia, fino a superare quanto disponibile.

Ma abbassare le tasse vuol dire lasciare a chi ha prodotto, mentre ciò che ho menzionato vuol dire dare ad altri, cosa che solitamente porta a più voti.

L’idea del pagare tutti per pagare meno avrebbe dunque senso se la spesa pubblica fosse fissa, ma così non è. Ironicamente, pare che il calo dell’evasione porti ad un aumento della tassazione.

Servizi: Chi ce li toglie è lo Stato, non l’evasione

“Eh, ma chi evade toglie alla collettività, ogni volta che non si fa una ricevuta si è complici di un caso di malasanità o di un crollo di una scuola”.

Bellissimo concetto, peccato che sia falso. In Italia, infatti, la spesa pubblica è quasi al 50% del PIL ed è ritenuta una delle più inefficienti del mondo!

Nel momento in cui una scuola cattolica offre un servizio analogo a quello delle pubbliche a metà prezzo perché la scuola pubblica è diventata un poltronificio o quando un’ASL calabrese costa quasi il doppio del Policlinico di Milano con la metà dei posti letto senza avere nemmeno le dotazioni più fondamentali mi permetto di dire che se l’evasore mi toglie uno, lo Stato mi toglie 10.

Se i servizi pubblici sono scadenti dovete prendervela con chi ha organizzato i concorsoni, con chi ha deciso di creare servizi pubblici dove il privato già funzionava, chi ha fatto concessioni all’amico dell’amico invece di vere liberalizzazioni, con chi vuole più pensioni a spese nostre e con chi ha ceduto al più becero sindacalismo per cui è più importante il benessere del dipendente pubblico che quello del cittadino. In tutto ciò l’evasione non c’entra una beata mazza.

C’entrano, invece, politici e amministratori. che, se avessero più soldi, sarebbero ben lieti di investirli… per garantire la propria rielezione.

A questa conclusione giunge anche un ex finanziere, un tempo “bravo fedele fiscale”, che ha scritto a Nicola Porro una lettera in cui fa notare una realtà semplicissima: Lo Stato ha sempre di più, spende sempre di più e ci dà sempre di meno.

Allora, perché dovrei farmi fare lo scontrino?

Viene dunque da chiedersi, allora, perché dovremmo farci fare lo scontrino? In fin dei conti se al ristorante mi dicono “fanno 45, 40 senza scontrino” ci guadagno io che ho risparmiato 5 e ci ha guadagnato il ristoratore in tasse non pagate.

Verrebbe da dire che quindi l’evasione è un fenomeno positivo da un punto di vista economico, togliendo soldi ad uno Stato sprecone per lasciarli nell’economia reale.

E così è! E, a sostenerlo, non è l’imprenditorotto che evade e non vuole controlli per farlo di più, ma Luigi Einaudi, secondo Presidente della Repubblica e padre, come Governatore della Banca d’Italia, del boom economico italiano.

Un Einaudi ben noto per sostenere come, quando il governo dilapida il danaro, chi glielo sottrae è, di fatto, un benefattore della Patria.

Un problema di concorrenza sleale

Ma un problema c’è. Ed è di lealtà concorrenziale. Infatti esistono settori dove il nero può effettivamente minacciare, grazie a prezzi sensibilmente minori, chi invece è costretto a fare le cose regolarmente.

Il nero può anche far bene, in generale: Da informatico so bene che molti di noi han fatto qualche lavoretto di poco conto, non di sicuro in grado di insidiare le imprese regolari, in nero per potersi permettere qualche svago o, ancor meglio, un computer nuovo per poi poter lavorare in modo regolare.

Qui, seguire le regole statali, specie prima delle (piccole) semplificazioni di fatto avrebbe rallentato il settore danneggiando più persone di quanto il limitato ritorno fiscale aiuterebbe. Quindi, mi sento di parlare di nero positivo in questo caso. E non è un mio pensiero, ci sono vari studi che mostrano come un po’ di nero sia, alla fine, benefico per l’economia.

Ma se invece l’irregolare inizia a poter offrire prezzi sensibilmente minori tanto da mandare fuori mercato il regolare, beh, inizia a esserci un grave problema. Non me la sento, moralmente, di dare la colpa a chi evade per sopravvivere, ma è chiaro che in tal caso qualcosa vada fatto.

Allora, cosa dovremmo fare?

Ma questo qualcosa non è sicuramente la galera per evasione sopra i 100’000 euro, una somma così ridicolmente bassa a livello penale da far dubitare che i proponenti abbiano mai prodotto della vera ricchezza nella propria vita.

La via maestra è ridimensionare lo Stato. Spendere meno, meglio, abbassare la pressione fiscale e la spesa pubblica e portare la percentuale di tasse da pagare a livello accettabile. E lasciare, per quanto possibile, libertà di scelta con sistemi a voucher, in modo da mantenere parzialmente attivi i meccanismi di mercato che il predominio pubblico ferma, insieme ad una decentralizzazione dei servizi pubblici che porta ad una competizione tra enti locali. E anche ridurre la burocrazia e le tasse per chi vuole lavorare e far lavorare è assolutamente necessario, poiché burocrazia e tasse sul lavoro favoriscono il lavoro in nero.

Inoltre, una tassazione accettabile e coerente con i servizi offerti ha un lato positivo da un punto di vista morale: Legittima la lotta contro chi evade a prescindere, poiché la maggioranza è contenta di pagare tasse giuste in cambio di servizi necessari e di qualità, in collaborazione quando utile con il privato, mentre se le tasse sono elevate e danno poco indietro l’evasione sarà sempre legittimata moralmente.

Chi invece vi propone più Stato e più repressione vuole, alla fine, piazzarne mezzo milione nella PA. Il conto, ovviamente, a noi.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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