FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Piccolo è meglio: Giovanni Adamo del Liechtenstein

Giovanni Adamo, principe del Liechtenstein, non è il classico sovrano europeo che sta nel suo palazzo e appare in qualche occasione mondana.

È dal 1989, anno da cui è sul trono, che combatte per la causa della libertà, per quello che lui chiama Stato del Terzo Millennio, a cui ha anche dedicato un saggio.

Uno Stato che ripudia il nazionalismo e che stravolge il paradigma per cui noi dobbiamo servire lo Stato verso un sistema dov’è lo Stato a servire i cittadini.

Ma, soprattutto, Giovanni Adamo crede che piccolo sia meglio e ha combattuto per inserire nell’ONU una definizione di diritto di autodeterminazione, respinta dagli altri Stati poiché troppo secessionista, a detta loro.

Il Principe non ha tuttavia mollato e ha inserito, nella costituzione del piccolo principato, il diritto di secessione per i comuni, oltre che la possibilità di sfiduciare il Principe con un referendum.

Oltre a classificare Giovanni Adamo come uno dei grandi della libertà del nostro secolo, insieme a persone del calibro di Václav Havel, analizziamo meglio il suo pensiero.

In generale

“L’obiettivo del terzo millennio dev’essere la trasformazione di ogni Stato in una società pacifica al servizio dell’umanità. L’umanità non dovrebbe più servire lo Stato e vedere la sua esistenza minacciata da guerre o altre misure .”

Dal libro “Lo Stato nel Terzo Millennio”

Il pensiero del Principe è un pensiero tra il liberale e libertario. Sostiene infatti come sia stata la logica collettivista e nazionalista a causare quasi tutte le tragedie del ventesimo secolo: Dai conflitti mondiali a quelli etnici al comunismo, passando per il nazionalsocialismo. Non sostiene, però, l’abolizione dello Stato, a sua detta necessario per mantenere l’ordine e la legge.

Per questo diventa necessario, per creare uno Stato veramente all’altezza del nuovo millennio, che lo Stato sia un servitore del cittadino e che eviti monopoli, anche quello sul territorio.

Da qui nasce la visione fortemente autodeterminista del Principe: A detta sua una comunità deve poter “emigrare” portando via la sua terra. Ritiene, infatti, che per la sua Casa sia più onorevole guidare un piccolo Stato di benessere e felicità che un grande Stato fondato sulla costrizione.

Il fondamento del suo pensiero è dunque il “governo come servizio”, idea per cui il governo non deriva da Dio o dalla Nazione in modo immutabile ma è diretta conseguenza delle scelte dei cittadini, che sono come azionisti che ricevono servizi in cambio dell’azione cittadinanza, che influenza anch’essa le idee in materia territoriale.

Grande o piccolo?

Fino alla seconda guerra mondiale, sostiene Giovanni Adamo, gli Stati grandi vincevano, specialmente se dotate di un grande impero coloniale.

La ragione è semplice: Territori grandi potevano produrre un po’ di tutto sul territorio nazionale, mentre i territori piccoli dovevano importare, a caro prezzo e con difficoltà.

Le cose, poi, sono cambiate grazie allo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione sicuri, rapidi e anche all’abbattimento delle barriere fiscali e legali tra Stati.

Gli Stati piccoli, per la loro natura, riescono a inserirsi in più mercati, a commerciare, produrre ed eventualmente prendere parte parzialmente al processo produttivo, oltre ad avere un ampio sviluppo di multinazionali (un’azienda ben sviluppata potrebbe avere più abitanti del Principato del Liechtenstein). È un po’ quello che accadde alle Province Unite, che si specializzarono nel commercio per crescere economicamente.

Quelli grandi, invece, memori dei fasti antichi, o semplicemente desiderosi di mantenere posti di lavoro, hanno spesso tendenze autarchiche e provano a produrre tutto in loco, spesso con un aggravio di costi, una perdita di tecnologia (e l’Italia, dove la raccolta agricola avviene spesso a mano, è un esempio) o passando al protezionismo, al quale il Principe si oppone con forza.

Sulla secessione

L’obiettivo politico dovrebbe essere, dunque, limitare il potere dello Stato e “creare principati felici e benestanti”.

Giovanni Adamo propone primariamente una forte decentralizzazione verso gli enti più piccoli dello Stato, citando i vicini elvetici, ma parla anche di autodeterminazione.

A suo parere è infatti una delle basi dello Stato del terzo millennio, e fa alcune proposte decisamente interessanti.

Per prima cosa, parlando del Giura, fa notare una cosa: In un sistema perfetto non servono secessioni tutto e subito. La Lombardia, ad esempio, potrebbe benissimo secedere solo in parte, dimostrare che funziona bene e convincere i comuni e le province restate in Italia che è meglio il nuovo Stato. Che è ciò che successe al Giura, che col tempo assorbì alcuni territori del Giura Bernese.

Netta anche la sua opposizione al nazionalismo, anche delle minoranze, che definisce malattia: Quando ad essere malata è una minoranza si creano fratture, quando ad essere malata è la maggioranza direttamente guerre e crimini.

Ciò non significa rinunciare alla cultura che, anzi, in un contesto di Stato piccolo ha più occasioni di ricrescere e di consolidarsi.

Conclusione

È insito nella sua idea di Stato non monopolista il rifiuto dello Stato indissolubile. Se dev’essere lo Stato al servizio del cittadino non si può minimamente pensare che detti cittadini non possano, in un dato momento, affrancarsi da esso.

“Il Liechtenstein è una partnership tra Principe e Popolo fondata sul rispetto reciproco”, dice Giovanni Adamo. E probabilmente è ciò che direbbe qualsiasi politico in Stati come Francia, Spagna o Italia, salvo poi mandare le truppe cammellate, metaforiche o reali, quando le condizioni della partnership vengono meno.

Solo pensando allo Stato come a un’entità superiore e indissolubile, quasi come se fosse una divinità, si può supportare una formulazione come quella dell’articolo 5 della Costituzione.

Ma Stati del genere sono, in ultima analisi, inefficienti, sempre sul punto di esplodere verso dittature della maggioranza o, ancora peggio, verso guerre.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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