FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Non basta dare più soldi al pubblico

Dati alla mano, la sanità lombarda, senza i privati, sarebbe già collassata, come spiega bene questo articolo di Elisa Serafini. E che fa notare anche un altro punto interessante: alla fine la tanto vituperata sanità privata lombarda costa meno ai contribuenti di quella pubblica.

Non sono pochi i casi in cui al pubblico conviene pagare un tot a un privato per evitare di spendere un tot maggiore. Un esempio è il buono scuola, che c’è in Lombardia e in altre Regioni del Nord e permette di frequentare scuole paritarie agli individui a reddito medio-basso pagando solo una parte della retta. E qui scatta sempre qualcuno a dire “eh, ma se dessimo i soldi alla pubblica andrebbe meglio e sarebbe per tutti!” Ecco, mettiamo che alla Scuola di Santa Piergiuliana ci siano 100 alunni finanziati dallo Stato. La retta è di 3500€ e lo Stato dà ad alunno 2000€, lasciando una retta effettiva di 1500€, gestibile anche da molte famiglie.

Lo Stato abolisce il buono scuola e destina i 200’000€ alle scuole pubbliche, solo che le famiglie di 50 degli alunni sussidiati non si possono permettere 3500€ di retta e iscrivono i propri figli nelle pubbliche. Dove ogni alunno costa 8000€ l’anno. Lo Stato deve quindi o finanziare altri, spannometricamente, 200’000€ per mantenere l’attuale qualità oppure mantenere il finanziamento identico e far calare la qualità. Il finanziamento al privato conveniva dunque a chi ne faceva uso e ai contribuenti.

La stessa cosa vale per la sanità lombarda: magari se i soldi dati al privato cattivone fossero stati spesi in posti letto oggi avremmo qualche letto in più e la crisi sarebbe stata posticipata di qualche giorno, ma cose che solo una forte collaborazione coi privati permettono come visite urgenti entro 72 ore o convenzioni agevolate che permettono di fare visite preventive a tappeto o di fare visite in tempi umani pagando poco più del ticket. Il sistema sarebbe complessivamente peggiore.

In tutto ciò vi è, tuttavia, una vena di classismo non indifferente: aiutare ad uscire dal sistema pubblico lasciando il privato parzialmente a pagamento vuol dire condannare al pubblico chi non può avere concorrenza, senza quindi portare al miglioramento che la concorrenza porta.

Per questa ragione io, da liberale, sostengo modelli universalistici che permettano a tutti di accedere alla concorrenza e non il falso universalismo statalista che offre servizi scadenti e offre solo ad alcuni – solitamente i ricchi – la possibilità di uscirne. Nel caso della sanità si parla di sistema Bismarck, nel caso dell’istruzione di sistema a voucher.

Diventa utile, comunque, interrogarsi anche sul perché il privato sia quasi sempre più efficiente del pubblico. La ragione è semplice: soldi. Sentiamo sindacati e associazioni lamentarsi delle logiche di mercato perché nel settore X non bisogna lucrarci, mentre loro però la spesa la fanno in un comodo supermercato che segue logiche di mercato e non con le tessere annonarie.

Ebbene, in un sistema statale voi siete un nome in una lista che fa spendere soldi. In un sistema privato portate soldi. La ragione delle liste d’attesa molto veloci e delle basse percentuali di non assistenza sanitaria dei Paesi Bismarck come Cechia e Svizzera è che voi per chi vi cura non siete un fardello ma siete una somma pagata dall’assicurazione, più persone riescono a visitare più guadagnano. Nei sistemi Beveridge, come il nostro SSN o il NHS inglese, tutto ciò non avviene.

E avere un budget aiuta anche nell’efficienza generale: Ci sarà una ragione se le scuole paritarie hanno un bidello per piano mentre le pubbliche dieci – nella mia scuola media c’era una bidella che lavorava veramente e le altre che giocavano a carte – e magari anche l’avere i docenti subito e non dover aspettare un supplente del supplente della prof che è in aspettattiva aiuta. Quando i soldi in ballo sono quelli che ti porti a casa e reggono la baracca improvvisamente si diventa più efficienti.

Ma, oltre a queste ragioni economiche e organizzative esiste una ragione per cui “dare più soldi al pubblico” è un argomento fallace: se stai finanziando una scuola o un ospedale privato sai cosa stai finanziando, sai come funziona e cosa fa. Se quei soldi li dai al pubblico stai di fatto facendo una scommessa. Se per caso va male hai privato tutti di qualcosa, se va bene difficilmente fai meglio di quello che avrebbe fatto un privato.

Non è impossibile avere sistemi buoni e pubblici, sia chiaro. Solo che richiede una serie di condizioni difficili da soddisfare (e infatti in Europa solo la Scandinavia, escludendo l’istruzione svedese in concorrenza, e per quanto riguarda l’istruzione la Svizzera, le ha) mentre un’impresa privata può farlo più facilmente.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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