FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Coerenza nordica, contro il parassitismo sempre

Ogni tanto i neoborbonici vari se ne escono, nel pretendere quella che loro chiamano solidarietà, con cose del genere “e se foste voi i terroni di qualcuno?”

Un po’ come a ricordare che il Nord, per quanto ricco, non è ricco quanto altri in Europa e quindi si troverebbe, prima o poi, ad affrontare situazioni di inferiorità.

E oggi è arrivato uno di questi momenti: l’Europa è spaccata, il Sud vuole gli eurobond e pretende solidarietà, il Nord pretende invece che se c’è solidarietà debbano esserci condizioni certe.

Il Sud chiama il Nord senza cuore, approfittatore e simili, il Nord chiama il Sud parassita, sprecone e non si fida. Se vi ricorda l’Italia, beh, avete ragione.

Come cittadino italiano, ovviamente, avrei un beneficio – seppur provvisorio – nell’uso degli eurobond. Darebbero un minimo di respiro all’economia italiana, anche se poi ovviamente il governo lo sprecherebbe lanciandosi in qualche manovra delle sue.

Ciononostante resto contrario alla misura per una semplice ragione: non è compito dei Paesi Bassi, della Germania e dell’Austria prendersi il rischio di prestare soldi all’Italia. Non è che i titoli di stato dei falchi rendono un tubo (o addirittura hanno rendimento negativo) mentre i nostri rendono tanto perché loro sono belli ma perché chi compra sa che è ben più rischioso prestare all’Italia che ai falchi.

Da lombardi ben conosciamo questa situazione e sappiamo come la solidarietà monetaria incondizionata sia più simile a un furto e impoverisce sia il solidale che il ricevente. L’abbiamo visto, la nostra economia soffre per 50 miliardi strappati inutilmente al tessuto economico e il sud soffre ugualmente, perché qui soldi sono usati per redditi vari, forestali, dipendenti pubblici e via così. È solo una cuccagna per i parassiti di vario genere che possono stare sul divano o a giocare a solitario col sostegno pubblico.

E, nel mentre, esattamente come i neoborbonici insultano il Nord con le loro minchiate sul fatto che in realtà l’economia del Nord si basa integralmente sulle esportazioni verso il sud e “che se loro agissero il Nord fallirebbe ieri l’altro” gli italiani fanno lo stesso con i Paesi Bassi, accusandoli di essere un paradiso fiscale.

No, cari, nei Paesi Bassi hanno un esteso stato sociale e un’ottima sanità, tra le migliori d’Europa per i consumatori. Semplicemente non hanno ventimila forestali della Frisia né devono salvare ogni due anni KLM né ha un settore di lavoro pubblico largamente clientelare né deve pagare un reddito di cittadinanza che favorisce la disoccupazione.

Ma, come vi raccontavo già qualche mese fa, “paradisi fiscali” è un termine che gli Stati invidiosi e falliti dedicano agli Stati che hanno avuto un po’ di successo. La ricetta per diventare paradisi fiscali esiste e quasi tutti possono seguirla. Solo che non conviene a livello elettorale. Gli Stati che diffondono questa narrativa sui paradisi fiscali sono l’equivalente di diritto internazionale dei ragazzetti che non riescono a trovarsi una ragazza e invece di migliorarsi iniziano a sparare a zero sul genere femminile e chiamano tutte le ragazze troie. Viviamo in uno Stato-incel, in sostanza.

Sappiamo bene come l’Italia spenderebbe i soldi degli eurobond: male. Perché non c’è alcuna volontà politica di cambiare le cose che hanno portato l’Italia a non avere la possibilità di fare manovre di bilancio per uscire da sola dalla situazione, come Germania e falchi vari.

Eglino, ben consci che dare il “tana libera tutti” all’Italia vorrebbe dire vederla presto indebitata fino al collo “tanto ci stanno gli eurobond” chiedono precise condizioni, che sia o meno tramite il MES, ossia chiedano che l’Italia arrivi ad avere i conti non dico a posto, ma almeno in vaga decenza. Una richiesta che dovrebbe arrivare forte dalle urne, ma che evidentemente non arriva.

E, nella mia coerenza nordica, io sto con i falchi. Non c’è un dovere di solidarietà con chi rifiuta di uscire dalle condizioni che gli rendono necessario essere aiutato. Lo sostengo col Sud Italia, lo sostengo anche col Sud Europa. Anche se nel Sud Europa, almeno temporaneamente, ci sono anche io.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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