FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

L’influenza: non una malattia da ridere (e cosa c’entra col Covid?)

Un virus respiratorio solitamente leggero, che però in un 10% diventa grave, portando all’ospedalizzazione e, purtroppo non così raramente, ad un fallimento degli organi con conseguente ricovero in terapia intensiva, con il respiratore e la necessità di vari professionisti della salute per sopravvivere. Ogni anno, tra i tre e i cinque milioni di persone lo prendono in modo grave e ci sono anche 700’000 morti collegate ad esso, spesso tra anziani e bambini.

Stiamo parlando del Covid? No, dell’influenza!

Spesso l’influenza viene considerata come una malattia banale, che tutti fanno senza troppi problemi, ma così non è: l’influenza uccide, e lo fa anche abbastanza spesso.

Se un anziano prende l’influenza ha elevatissime probabilità di incontrare il suo Creatore, ma a salvare molte vite è l’immunità, soprattutto quella da vaccino, che infatti è consigliato in molti Paesi per gli over-60 o over-65. Può aiutare anche l’immunità storica dei virus influenzali conosciuti in precedenza, ma il vaccino è molto importante per chi è a rischio.

Per di più, negli adulti, capita spesso di scambiare l’influenza per altre patologie, ritardando o impedendo l’uso di farmaci antivirali adatti.

Ad oggi molti vedono nella frase “il Covid è un’influenza” una forma di riduzionismo, come a dire che il Covid non è pericoloso. Tralasciando chi la prende come una lesa maestà per i periodi in cui era effettivamente un pericolo pubblico, attualmente il Covid – per i vaccinati – è un po’ più pericoloso rispetto ad un’influenza, come testimoniano questi dati di Franz Forti, ma il discorso regge: rispetto ai tempi delle morie di massa, il Covid sembra un’influenza particolarmente cattiva e basta.

E un’influenza non si combatte con stato d’emergenza, chiusure, restrizioni, obblighi, bollettini giornalieri e simili amenità: si combatte vaccinandosi, lavandosi le mani e controllandosi se la si prende.

Per questo siamo arrivati al punto in cui è assolutamente ragionevole togliere le restrizioni: ricordiamo che esse – quando non scadono in regime autoritario sudamericano – non servono per impedire che la gente si ammali, ma per fare in modo che gli ospedali reggano e possano curare chi ha bisogno.

Può capitare che ci sia qualche difficoltà, come capita appunto con l’influenza, ma è una cosa gestibile normalmente. A questo punto, le proroghe di pass, restrizioni e simili sembrano più una mossa politica che sanitaria.

Tags:
Avatar
Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi