FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

A Milano TPL europeo? Ma và a Bagg a sonà l’orghen!

Come definireste un’attesa di ventotto minuti alla fermata dell’autobus? Un trasporto pubblico di livello europeo, dove avere l’automobile è un capriccio? Allora probabilmente, siete milanesi!

Domenica scorsa ho deciso di visitare la sagra di Baggio, proprio il quartiere del famoso organo noto in tutta la Lombardia, e di farlo da buon milanese: con i mezzi pubblici. Mi perdoni il Sindaco se son stato solo buono e non buonissimo e non ho preso la bicicletta. Al ritorno, l’app ATM mi prospetta un’attesa di ventitrè minuti. Ottimista, dato che alla fine ci son voluti, appunto, ventotto minuti e, complice un cambio sfavorevole, ci ho messo praticamente un’ora per tornare a casa. Ci avrei messo meno a piedi ma purtroppo, in questa città dove inclusione vuol dire mettersi i proverbiali calzini arcobaleno, ci si dimentica che “noi normali” possiamo uscire e frequentare persone con disabilità e difficoltà motorie che non riescono a farsi vasche chilometriche.

Certo, mi dirà qualcuno che sicuramente i mezzi qui non li usa, sarà stato il traffico della sagra, sarà stata una sfortuna: ebbene, no e no. Traffico non ce n’era, almeno non più del classico traffico domenicale, al massimo c’era meno parcheggio, e non è un caso raro: nelle periferie il trasporto pubblico non è al livello che molti milanesi, specie di centrosinistra, credono e vorrebbero farvi credere.

Proprio il giorno prima per prendere un tram da Sant’Agostino al Lorenteggio ho dovuto aspettare venti minuti: il primo non era passato nonostante le promesse dell’informazione, il secondo ovviamente era al completo e sul terzo son riuscito a salire.

Ho una collezione di tempi d’attesa in periferia da far paura, tra cui un 29 minuti per un bus che collega il periferico quartiere di Quinto Romano con la metropolitana. Per fortuna dovevo prendere quello in senso inverso, che ho dovuto aspettare per soli 20 minuti. Era agosto, e questa è la scusa che useranno i fans del sindaco per giustificare il tutto, come se la cattivissima auto privata non fosse disponibile a tutti gli orari e anzi, paradossalmente, solitamente più veloce negli orari non di punta, quando gli autobus latitano.

Ma ora non c’è più orario estivo che tenga, né nubifragio né nulla, e i venti, venticinque e ventotto minuti si leggono ancora. Le priorità del nostro sindaco però son chiare: via le auto dal centro per il 2024. Bisogna riconoscere della coerenza, vuole meno autoveicoli in strada e inizia con quelli di proprietà del comune, che tra l’altro sono anche quelli più ingombranti…

Purtroppo non si tratta di semplice menefreghismo per le periferie, cosa ormai normale per il nostro sindaco del centro di Milano e, su base saltuaria, anche di qualche zona fighetta che fa credere ai milanesi di vivere in una metropoli europea, la minaccia è chiara: si inizia col centro, ma si andrà avanti.

Sarebbe interessante vederlo spiegare ciò nelle periferie servite da una linea di bus che segue solo orario pendolare… Qualcuno dovrebbe proprio spiegargli che Milano è dal 1873 che va oltre i Bastioni e che qualcuno, ogni tanto, vuole anche andare…. a Bagg a sonà l’orghen.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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