“Bottesini esca di lì, Maiorca le vuole solo parlare!”.
Questa frase semplice da decenni suscita in me assoluta ilarità. Ero un bambino la prima volta che l’ho sentita in tv.
Avevo 6 anni e come tutti i bambini (e non solo) dell’epoca quel 22 settembre 1974 ero incollato davanti ad uno schermo televisivo in bianco e nero, in attesa del grande evento.
E grande evento fu! O meglio, non fu record del mondo di apnea ma stabili’ comunque un primato per la bacchettona rete ammiraglia dell’epoca: la prima bestemmia in tv e addirittura in diretta Rai!
Una vicenda a tratti surreale, divertentissima che mi è capitato di citare più volte in tutti questi anni come un esempio straordinario di quanto un uomo goffo con un gesto altrettanto goffo possa cambiare la storia.
Resta il fatto che quel giorno Enzo Maiorca (che all’epoca era una vera celebrità televisiva, tanto da meritarsi la diretta per il proprio epico tentativo), in una grigia giornata d’inizio autunno nella baia di Ierano, amena località della costa sorrentina, tentava di rompere il muro dei 90 metri in apnea con conseguente record mondiale in assetto variabile.
Era l’ennesima puntata della sfida continua con l’avversario di sempre, il francese Jacques Mayol. Uno di quegli eventi talmente sentiti che la Rai scelse di trasmetterlo in diretta appunto (cosa assolutamente inconsueta, all’epoca si faceva ricorso alla diretta molto di rado).
Paolo Valenti storica voce dello sport sulla prima rete fu chiamato a fungere da telecronista ignaro di quello che sarebbe accaduto da Li a A poco. Con lui uno straordinario sforzo organizzativo e tanti collaboratori far i quali addirittura dei giornalisti esperti subacquei perché non si perdesse nemmeno un frammento dello straordinario sforzo umano e sportivo di Maiorca.
Quel giorno tutto il paese si fermò per assistere con apprensione a tutto ciò. I lunghi preliminari a tratti sembrarono infiniti. Maiorca era stranamente nervoso e la fase di iperventilazione fu accompagnata da alcuni inconvenienti tecnici imprevisti. Ma il campione ad un certo punto si sente pronto ed inizia ad immergersi agganciato ad un cavo con la zavorra. Ci siamo: tutti in piedi!
Ma da lì in poi lo spettacolo cambia copione repentinamente e soprattutto cambia il protagonista: Enzo Bottesini. Un giornalista genovese laureato in scienze politiche, divenuto alquanto noto in qualità di concorrente a rischiatutto (l’iconico quiz televisivo condotto da Mike Bongiorno) era stato assoldato in qualità di commentatore subacqueo. In questo ruolo riuscì nell’impresa di non allontanarsi per tempo dal cavo e Maiorca andò a sbattere contro le bombole che indossava e interrompendo bruscamente il tentativo di record del mondo.
Quando si parla del cosiddetto “bello della diretta “ immagino si faccia riferimento a quanto accaduto negli istanti successivi.
Un Maiorca risalito inferocito, appena riemerso si abbandonò ad un campionario di invettive e bestemmie degne della peggior osteria di Siracusa. Il tutto in favor di telecamere in diretta sulla cattolicissima e democristianissima prima rete Rai dell’epoca. Ricordo che mi brillarono gli occhi. Già da piccolo amavo le iperbole e le trasgressioni verbali e questa volta la tv si era superato. Letteralmente il gentleman siculo esclamò inviperito: “Voglio sapere chi è quel coglione di merda? ditemi chi e’, non si scherza con la vita della gente voglio il nome di quel coglione di merda! Dio...”.
Oggi la comunicazione è molto cambiata e si fa fatica ad immaginare l’imbarazzo ai limiti dello choc che emergeva da alcuni balbettii dello sventurato Paolo Valenti che non sapeva più che pesci pigliare. Ma in tutto ciò per quanto mi riguarda quel giorno era nata una stella. Una specie di eroe a propria insaputa. Un giornalista imbranato vestito da sommozzatore aveva involontariamente sdoganato la parolaccia in tv. Un fatto destinato appunto a passare alla storia.
Ho sempre avuto una certa simpatia per i personaggi di questo tipo. E anche in quella circostanza in fin dei conti ho tifato per lui, soprattutto quando preso dal panico scelse di rimanere sott’acqua. Temeva le conseguenze della propria riemersione. Restava sott’acqua nonostante tutto. Aveva capito di averla fatta grossa e a nulla valsero i tentativi surreali di uno speaker dell’organizzazione che con un megafono in mano urlava all’uomo in immersione : “Bottesini esca di lì, Maiorca le vuole solo parlare!”. Già pareva volesse solo parlargli, ma Bottesini non si fido’ e faceva bene secondo me.
La Rai nei giorni successivi decise di espellere Maiorca per due anni dalla rete.
Ma Bottesini era diventato famoso. Talmente famoso anche per aver dato vita ad uno dei siparietti televisivi figli delle famigerate gaffe di Mike Bongiorno che faceva più o meno così :
“Signor Bottesini, mi dicono che lei è un subacqueo bravissimo?” Risponde il sempre pronto Bottesini: “Grazie signor Mike, ma so che anche lei è un ottimo sub” e Bongiorno si supera:“No, no, sono solo un subnormale”.
Ecco tanta normalità mista a goffaggine e situazioni esilaranti ritengo facciano di questa storia una pietra miliare della comunicazione del secolo scorso. Sogno di incontrare Bottesini un giorno e di farmi raccontare da lui di un episodio che ancora dopo più di 40 anni resta uno dei più divertenti della televisione di stato.