FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Green pass: sono vaccinato ma andrò comunque meno al ristorante

Scegliere è alla base dell’economia capitalista come la conosciamo noi. Quando scegliamo di andare al ristorante bilanciamo varie necessità e situazioni per decidere se e come andare: il costo, la lontananza, il servizio, il prodotto offerto, cosa abbiamo nella dispensa, tra i tanti.

Mi fa tanto sorridere che molte persone provino a interpretare il mondo con una logica binaria, per cui chi è vaccinato è pro green pass e chi non è vaccinato è contro.

Io sono vaccinato, e non perché sono stato costretto ma perché visti i dati mi sono convinto che il vaccino è la scelta giusta per me e le persone a cui tengo. Come già detto poco mi importa di Adelmo, 78 anni, che ha letto sul Corriere del Culo che col vaccino ci mettono il microchip e quindi sceglie di non vaccinarsi, quantomeno non ci tengo così tanto da sacrificare miei spazi di libertà per la sua salute.

Eppure penso proprio che la presenza del pass influirà e non poco sulle mie future decisioni in materia di ristorazione. Boicottaggio? No di certo, ma una riduzione sì, non sarà più una cosa casual. E ritengo giovevole spiegarvi il perché, le (forse) rare ragioni di un vaccinato, vaccinsta ma contro il pass, almeno fatto così.

#0: La mia definizione di accoglienza non è la dogana

Obiettivamente, le dogane sono luoghi noiosi, tant’è che ridurle nei confini di Schengen è stato ritenuto un grande successo.

Segnali che ti aspetti alla frontiera, non al bar

E ora dovrei presentare pass e documento per andare a mangiare una pizza? La mia definizione di accoglienza non è certo quella di un cameriere trasformato in finanziere che mi obbliga a fermarmi, a identificarmi e magari a farmi un po’ di coda se davanti c’è un gruppo di 20 persone.

Senza contare che, ovviamente, il barista non è un gendarme, non ne ha le competenze, ma gli viene chiesto di verificare documenti. Se vado al ristorante con un amico radioamatore che si identifica tramite patentino da radioamatore, documento perfettamente valido seppur poco noto, bisognerà chiamare i carabinieri perché si riconosca la validità di esso? E se vado con un’amica trans che sui documenti è ancora Ugo? E poi che paese è questo Lichenstein, con questo strano passaporto blu senza scritte in inglese… Io non mi fido di questo documento, non la faccio entrare dentro.

Insomma, il beneficio di mettere le gambe sotto il tavolo rischia di essere minore del dovuto, con questo nuovo passaggio. Se è un pranzo di lavoro è un conto, ma esisteranno ancora pranzi di piacere?

#1: Sicurezza dei dati personali

Ora passiamo ad una cosa più seria e riproducibile: come già dicevo in un precedente articolo il green pass contiene vari dati personali e non ha alcuna protezione specifica di detti dati, se non l’app che lo legge, app che può essere modificata senza problemi.

Come informatico ho nella testa costantemente l’idea di tenere sotto controllo i miei dati personali e quindi non è granché saggio lasciarli in giro a destra e a manca. Che ne so io che il tizio che mi scannerizza il pass non ha qualche malware che si salva copia del pass e poi me lo trovo nel deep web?

Paranoia? No, è possibile. Voi sareste sereni se fosse necessario fornire copia del documento di identità per entrare ovunque? Non avreste qualche timore? Non temereste qualche operatore infedele che raccoglie le copie e se le va a vendere?

Esattamente come consiglierei ad una persona di non diffondere dati personali su siti strani o non conosciuti, e comunque di farlo con prudenza, consiglierei ad una persona di non andare al ristorante se non lo conosce bene e, comunque, di “ridurre il rischio” andando solo quando essenziale.

Se poi il gentilissimo sito che vi chiede green pass e scansione della carta d’identità per prenotare viene violato e finisce tutto su Pastebin non venite a piangere da me 😉

#2: “Per dare un segnale”

Dietro al green pass all’italiana non c’è alcuna specifica ragione di tracciamento, come ad esempio c’è in alcuni Paesi dove testarsi è più facile che arrivare al bar (in Austria, ad esempio). L’obiettivo è punire chi non è vaccinato, tant’è che se si parla di favorire il tracciamento con tamponi gratuiti ci si scandalizza.

Sia chiaro, io non sono per i tamponi gratis, ad oggi. Per me ha ragione la Svizzera, che da destra a sinistra vuole sempre più lasciare che lo Stato esca dalla gestione pandemica e lasciare che il virus diventi endemico.

Ma nel momento in cui lo Stato decide di entrare in contropiede deve assumersi delle responsabilità e non può solo scaricare compiti su altri. Il green pass senza tracciamento è un’autostrada verso il lockdown.

E se credete che l’Italia non tornerà in alcun caso alle chiusure siete teneri nella vostra ingenuità. Mezza Spagna ha messo il coprifuoco, un po’ di Grecia pure, Israele valuta seriamente il quarto lockdown e l’unica condizione che potrebbe evitarlo è vaccinare in una settimana 1 milione di persone e voi credere che l’Italia, la cui gestione sanitaria preferisce sempre la salute al lavoro perché ha la prima ma non il secondo combatterà per restare aperta?

Se il governo impone una misura come segnale senza curarsi delle conseguenze e di come la sua inazione sul tracciamento, unita ad una volontà paternalistica, porterà quasi sicuramente alla chiusura, evitando certi esercizi e riducendo la mia spesa nella comunità posso dare anche io un segnale.

E se lo diamo in tanti questo segnale si noterà sul PIL. Tralasciando la soddisfazione personale nel vedere il segno meno sulla crescita del PIL italiano (si parla già di 1,5 miliardi persi), che è sempre bello, c’è anche una ragione più egoistica per evitare di spendere soldi in questo periodo: con un probabile lockdown a breve, in cui non si lavorerà, è più saggio fare le formiche che le cicale.

Non me ne vogliano i ristoratori 😉

Avatar
Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi