FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Quel green pass trovato su Wish (con cui si preparano a chiudere, altro che a vivere)

Avete presente quei gadget completamente inutili di cui nessuno ha mai sentito il bisogno ma poi tutta Internet se li trova tra le pubblicità e tutto a un tratto mezza Italia si trova questo gadget, improvvisamente divenuto essenziale e, ovviamente, dopo tre mesi nessuno lo usa e si sono sprecati una motta di soldi?

Quelle robe tipo la melanzana che cambia colore coi LED, il temperamatite che funziona anche come pelapatate o la penna-vibratore?

Ecco, a me il green pass obbligatorio sembra proprio uno di questi gadget che ogni tanto siti come Wish propongono, diventano una hit e poi scompaiono lasciando i portafogli più vuoti.

Nessuno, in Italia, aveva avuto bisogno di questo green pass. Quando la Lombardia, da locomotiva qual è, stava prendendo velocità e c’erano numeri vaccinali ridicoli si potevano visitare senza alcun problema i ristoranti, ora che la campagna lombarda è una delle prime in Europa sembra che con il 70% della popolazione che ha ricevuto almeno una dose gli antivax sembrano peggio del Mora.

Ma, al contempo, dicono che gli antivax sono pochissimi, meno del 10% della popolazione, e che la maggioranza è a favore dell’obbligo vaccinale. Viene da chiedersi come mai ci sia gente ancora non vaccinata e la risposta è semplice: le ferie.

Il sistema vaccinale italiano, infatti, era (e spesso è) molto rigido, ad esempio non si poteva spostare la seconda dose e la si deve fare, salvo eccezioni, nella propria Regione. Ah, nemmeno si sa la data prima della prima dose, così alcune Regioni esplicitamente avvisavano di non prenotare senza essere sicuri di essere liberi ad agosto.

Quando l’ho raccontato ad una persona che si è vaccinata in Svizzera e riteneva irresponsabili coloro che hanno scelto di vaccinarsi dopo le ferie ha decisamente cambiato idea sulle responsabilità in gioco, dando una netta colpa al governo e alle Regioni.

In sostanza, l’unica ratio dietro all’introduzione del Green Pass obbligatorio nonché l’unica valutazione fatta, è “l’ha fatto la Francia”.

Approvare una misura così radicale senza valutazioni serie di economia, opportunità e sicurezza dei dati è a rischio di conseguenze inattese mica male. Ma è anche vero che dire che una misura potenzialmente utile, se fatta male, possa creare danni nel Paese che ha messo il coprifuoco, ossia una conseguenza inattesa fatta misura, è uno spreco di fiato.

Concludendo, però, è opportuno fare notare una cosa: lo spirito del decreto è pericoloso. Le aperture sono minime a fronte di oneri molto pesanti su vari settori. Lo spirito di questo decreto, come d’altronde ammesso da Pierpaolo Sileri, è evitare nuove chiusure.

Ma sappiamo bene che, per il governo, se non funzionano abbastanza si chiude. La mascherina obbligatoria all’aperto serviva a evitare la chiusura serale dei locali, la chiusura serale dei locali a evitare il coprifuoco, il coprifuoco a evitare il lockdown, ma alla fine siamo finti in lockdown.

Per di più, a differenza di Paesi come Germania e Austria che hanno inserito il green pass in un contesto di forte tracciamento, con tamponi gratuiti e/o ampiamente diffusi, in Italia è una punizione per i non vaccinati, che così, invece di partecipare al tracciamento, se ne resteranno ben fuori, rischiando di creare nuovi focolai, portando al rischio chiusure.

Insomma, penso che arriveremo a ricordare questa scelta presa alla svelta e senza valutazioni come un errore, quando invece una valutazione di un pass vaccinale fatta bene, prendendosi i tempi giusti ed evitando di emulare la Francia avrebbe effettivamente potuto permettere una vera riapertura.

Ma, alla fine, chi vivrà vedrà.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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