FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

La cazzata dell’asilo obbligatorio (e cosa ci dice sull’Italia)

La scuola italiana, si sa, non naviga in ottime acque, si potrebbe dire anche che sta navigando verso luoghi di perdizione a pagamento, per questo il Partito Democratico ha una proposta di cui va particolarmente fiero: l’asilo infantile obbligatorio.

Fa niente che ci sono donne che devono lasciare il lavoro perché gli asili nido sono inaccessibili, per loro ci pensa l’equità salariale (che esiste da quando esiste la contrattazione collettiva, ma ok), molto meglio inventarsi un problema che letteralmente non esiste (9 bambini su dieci fan già la scuola d’infanzia) e vendere la soluzione facile facile.

Potremmo proporre di mandare i bambini al fronte e magari Salvini approverebbe, visto che tanto ama la leva obbligatoria. Un esercito di bambini soldati alla Peter Pan.

In ogni caso, questa grande attenzione all’istruzione fa sembrare quella scarsa dozzina di punti tirati fuori dal centrodestra sull’istruzione un saggio programma, oltre a dire molto su ciò che per qualcuno dev’essere la scuola, non un sistema di istruzione, ma di massificazione.

Torniamo a noi, Gianni ha centrato il punto nel suo vecchio articolo: tutti si dichiarano antifascisti, tutti aderiscono acriticamente al motto del Ventennio “tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato

Tuttavia, c’è una discrepanza sul tema della famiglia. Per la destra, infatti, è una componente fondamentale di un Paese: Dio, Patria, Famiglia, avete presente? Poi, per carità, con riserve: qualcuno va a troie nel mentre, qualcun altro si fida così tanto della famiglia che rivuole il soldato per educare i ragazzi, ma l’idea è vedere la famiglia come una cosa bella.

Per la sinistra, invece, questa entità, così antica e pre esistente agli enti statali, è una minaccia, quindi meno potere hanno le famiglie sui bambini, meglio è: il saggio Stato provvederà.

Chiaramente, quando si arriva agli estremi dove sinistra e destra iniziano ad essere indistinguibili succedono cose strane: un servizio obbligatorio per i ragazzi dove invece di stare a casa a giocare indossano un’uniforme, fanno esercizio fisico ed imparano a servire la comunità? Potrebbe piacere alle listine a sinistra del PD (ma anche quelle liberali in stile Macron), ma l’ultima volta è finita così:

A meno di avere indosso gli occhiali statalisti per cui più lo Stato c’è, più è educatore, imprenditore, infermiere, medico, architetto, meglio è, non esiste giustificazione per rendere obbligatoria una scuola del genere.

L’istruzione è obbligatoria non perché “eh, ma c’è uno studio che dice che socializzare fa bene” (sentita davvero! Come se fuori dalla scuola non si potesse socializzare), ma perché di media chi non è istruito è un peso per la società, essendo i posti da funzionari di partito limitati. E che si impara in una scuola d’infanzia?

Nulla di rilevante o verificabile con un esame. Se vogliamo togliere la libertà di scelta per quei tre anni sulla base di un problema inesistente perché, ad esempio, non togliere la libertà di fare sport? Perché consentire sport pericolosi? Vuoi giocare a calcio? Aspetta i 14 anni. Vuoi correre in auto? Aspetta i 18, quando Max Verstappen correva già con la Red Bull. Oppure, perché non imporre degli sport “sicuri”? D’altronde, son sicuro che il burocrate n⁰ 7397 sappia sicuramente di più rispetto ai genitori, che magari parlano col medico di base, con l’ortopedico e magari coi docenti stessi.

L’intero sistema che abbiamo oggi si fonda sull’idea che, a meno di pericoli gravi e immediati, abusi o negligenza, per il bambino decide la famiglia, così da avere una pluralità di visioni. Ci sono quelli che non mandano nemmeno il pargolo in giardino da solo come ci sono quelli che non hanno problemi a far correre il figlio con una minimoto che va a 70 all’ora quando ha 7 anni.

A meno che una cosa sia estremamente dannosa (tipico caso: il rifiuto di una terapia necessaria) o estremamente necessaria (saper leggere, scrivere e far di conto) lo Stato si fa gli affari suoi. Non ti obbliga ad andare a messa la domenica né ti vieta di portare tuo figlio quattro volte a settimana in Chiesa, ma se lo porti in qualche setta molto strana qualcosa da ridire potrebbe avercela, ed è anche bene così.

Pensateci, per capire la differenza tra cosa buona e cosa da rendere obbligatoria: tutti vorremmo vedere i bambini mangiare meglio, no? L’obesità infantile è una piaga, con costi sanitari e sociali elevati.

Ma sareste disposti ad accettare una dieta di stato obbligatoria da seguire, magari in bellissime mense in stile maoista, con annesse perquisizioni domiciliari quando il bambino non ha fame, alla ricerca di cartacce di qualche merendina per combatterla? No, perché se basta un vago vantaggio per rendere obbligatorio qualcosa ha più senso dell’asilo: parliamo, d’altronde, di circa il 40% dei bambini, tra sovrappeso e obesi. Loro non si meritano un obbligo più di quel 10% scarso che non fa l’asilo?

Ovviamente, scherzo. Non vorrei che questa proposta giungesse davvero nel programma “argine delle destre” nel 2027. Poi, nel 2032, modello Sparta: si figlia per la Patria, lo Stato cresce i bambini, magari.

Le cose buone si incentivano, non si rendono obbligatorie. Anche perché, se devi renderle obbligatorie, forse così buone non sono…

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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