Pensate se io dicessi che, siccome i meridionali da 70 anni votano per clientele, mancette, assistenze e alle volte direttamente su indicazione della mafia non possiamo mica stupirci se c’è un sentimento anti-meridionale: probabilmente verrei querelato in tempo zero.
Eppure si può sostenere (legittimamente, eh, io sono per la libertà di parola) che, siccome i lombardi scelgono di votare chi è votabile e non un candidato calato dall’alto, senza esperienza amministrativa reale, con idee abbastanza, come dire… Incompatibili con quella che è una regione tra le più produttive d’Europa, ci sia sentimento anti-lombardo.
Così la pensa Guido di Keynes Blog. E vi dirò: ha ragione.
Io, se penso agli errori di Fontana nella gestione COVID penso a quando ha fatto l’italiano: seguire acriticamente Roma sul sistema tamponi, l’eccessiva precauzione (ricordate gli ottici chiusi il sabato?), la mascherina all’aperto oltremodo, l’introduzione del coprifuoco come se fosse un De Luca qualsiasi, le zone colorate “plus”… Poi c’è stata anche la campagna vaccinale, ma bisogna riconoscere che il sistema di governo regionale, dopo una falsa partenza, è stato in grado di chiamare le persone giuste (principalmente la Moratti – che ha anche corretto il modello sanitario regionale – e Bertolaso) e correre lasciando in imbarazzo chi sognava le primule.
Evidentemente, altrove pensano che Fontana abbia invece peccato nel non chiudere tutto e subito. Ma se nella regione meridionale media è semplice fermare tutto e riprendere, dato che più della metà dell’economia dipende, effettivamente dallo Stato (e infatti il Mezzogiorno tendenzialmente se la passa meglio, in termini relativi, durante le crisi), così non è nella produttiva Lombardia. Non puoi fermare così tanti sistemi interconnessi, non solo a livello regionale, senza che ci siano danni e conseguenze inattese.
Con un governo a Roma com’era il Conte II, probabilmente il meno legato al mondo produttivo da anni, il (raro) Fontana assertivo che difendeva il bilanciamento di interessi era apprezzabile.
D’altronde, “la salute prima di tutto” è ciò che dice chi “tutto” ce l’ha garantito. Quando la pagnotta non arriva a casa comodamente, ogni mese, la salute è una delle tante cose a cui pensi, alle volte anche sottovalutandola. E se è vero che un malato non produce, provate a mantenere una sanità moderna e le condizioni per essere sani senza un’economia produttiva… [1]
A quanto pare la maggior parte d’Italia si allinea a questa visione di “pasto gratis” e di COVID come momento che ha dimostrato questo, quello e quell’altro ancora, mentre la maggioranza dei lombardi… No. Il Covid è stata una sfiga, magari tieni a mente due o tre cose (tipo non giocare tutte le carte sanitarie sugli ospedali) ma bona li.
Anche perché, diciamocelo chiaramente, la riforma sanitaria non l’ha fatta Fontana, ma Maroni (che è stato davvero un grande amministratore oltre che un grande uomo, ma il modello della 23/2015 ha mostrato varie criticità) e il COVID non è entrato [2] per colpa sua ma perchè qualcuno, a Roma, non ha fatto fare i controlli alla frontiera, dichiarando “siamo prontissimi”. Fontana si è trovata a gestirla, ci ha provato, quando ha seguito Roma o ha fatto il romano ha fallito miseramente, quando ha provato a fare le cose da solo ha azzeccato qualcosa. Ma parliamo di calamità, mica di ordinaria amministrazione (per quello ci sarebbe Trenord ma ne abbiamo già parlato)
Per di più, siccome gli italiani non sono assolutamente né invidiosi né intrappolati in un complesso di inferiorità, hanno iniziato a lanciare accuse a destra e a manca sin dal primo giorno, contro Fontana, la Regione e i lombardi stessi: accuse che nel 90% dei casi si sono sciolte come neve al sole, col risultato (ironia della sorte!) di dare maggiore legittimità a Fontana, della serie “visto, non ha fatto niente di sbagliato, diamogli possibilità di mostrarsi in una situazione di ordinaria amministrazione”. Notare l’assenza di ogni retorica à la “eroi della pandemia” che viene usata per assolvere la qualunque perchè “c’era l’emergenza e pensavano solo a noi e alla salute”.
Qualcuno andava indietro, addirittura a ripescare Formigoni, come se il suo modello – nel bene e nel male (la sanità formigoniana era ben lungi dall’esser corrotta sino al midollo, a dispetto di quanto dicano alcuni) – non sia stato completamente superato dalle successive riforme.
In ogni caso, se c’è un difetto in detta visione è che ci si dimentica, nel dire “la sfiga è passata, gioiamo e non pensiamoci più”, di come gli italiani si siano nei fatti rivoltati mordendo la mano che dà loro da mangiare.
Degli effetti del COVID sulle nostre battaglie abbiamo già parlato, ma è comunque preoccupante, oltre che deprimente, che dopo tutto quello che abbiamo visto, tutto l’odio, l’invidia repressa e la ribellione sociale, non sia cambiato nulla. Sia chiaro, ogni popolo ha ciò che si merita, se i lombardi vogliono sentirsi parte di un popolo che appena ha avuto occasione li ha effettivamente traditi liberissimi, al massimo ci possiamo fare due risate quando ciò inevitabilmente andrà male.
In ogni caso, essendo obiettivi, se il semplice fatto di… essere lombardi e votare in quello che è effettivamente il migliore interesse [3] per sé stessi porta ad un sentimento anti-lombardo – sicuramente esistono anche esempi inversi dove il Meridione vota per i propri interessi scatenando un sentimento anti-meridionale – forse questo stato italiano non è proprio una grande idea.
Vi prego, però, di non interpretare i risultati di questi sondaggi come una svolta autonomista o simile. Di ciò parleremo prossimamente…
Note a margine
- Tutto ciò senza entrare in discorsi totiani sulla sovrapposizione tra chi è meno economicamente necessario e chi è più suscettibile al COVID: cinici ma reali
- Per quanto sarebbe stato impossibile fermarlo, diciamocelo chiaramente…
- Certo che se questo è il migliore interesse siamo messi proprio bene.