Avrete sicuramente sentito che vari eurodeputati italiani hanno votato contro, insieme a colleghi dell’est, alla depenalizzazione mondiale dell’omosessualità. Una vergogna, che dimostra come l’Italia si stia allontanando dai valori fondanti dell’UE, allinenandosi all’Ungheria di Orbán.
O forse no?
Infatti, si ignora banalmente ciò che c’è scritto nella risoluzione, fermandosi al titolo.
Essa, infatti, parlava con preoccupazione dei movimenti anti-LGBT anche nell’UE, e fin qui ci sta, per quanto sembra abbastanza difficile collegare alcuni movimenti omofobi, come quelli legati al comunismo o alla giurisprudenza islamica, alla tradizione europea mi sembra difficile.
Ma poi arriva un emendamento della sinistra, passato, che fa nomi e cognomi.
A detta loro, i leader di Italia, Polonia e Ungheria favoriscono tale comportamenti! Non voglio commentare Polonia e Ungheria perchè, banalmente, non ne so abbastanza… Ma l’Italia? Sul serio? Parliamo di un paese con le unioni civili e dove il governo, tutt’al più, è menefreghista sul tema. Si potrebbe – e a mio parere dovrebbe – fare decisamente meglio, ma tra quello e associare il governo italiano, la cui massima colpa è di non agire in situazioni di vuoto legislativo, a chi fa zone LGBT-free e favorisce la delazione contro chi sostiene modelli di famiglia non tradizionali, ce ne passa.
Poiché una risoluzione si vota integralmente è comprensibile che chi si trova chiamato in causa voti contro e la colpa non è sua, ma di chi ha voluto mettere tale accusa diretta, e a mio parere ingiusta nel caso dell’Italia, nella risoluzione, rompendo un fronte per sostenere una cosa sacrosanta come la depenalizzazione mondiale dell’omosessualità.