Quante volte ho visto questa immagine:

Un’immagine tanto cara ad attivisti anti-auto e pro-bici, che talvolta la condividono adornata da slogan che paiono l’equivalente di “credere, obbedire, pedalare” e concludendo con supponenza con “So che non ci arrivi. Ecco perché ti faccio il disegnino”.
Peccato che la realtà potrebbe portare un conto abbastanza salato… prima di tutto, chiediamoci quale sia la fonte di questo grafico.
Uno studio scientifico? Una tesi di dottorato? Ma no signori, un documento della visione futura di Transport for NSW, agenzia dei trasporti del Nuovo Galles del Sud, che a pagina 97 mostra questo grafico (senza particolari fonti) di come si potrebbe usare in modo più efficiente lo spazio.
Per efficiente si intende dedicare lo spazio in base ad una “Piramide della mobilità sostenibile” per cui le bici sarebbero più importanti dei mezzi pubblici: e niente, fa già ridere così.
Quel grafico ha palesemente un valore pubblicitario e non scientifico, serve a vendere l’idea di “strada multimodale” con dati indicativi. Ma sono realistici?
Non sono del Nuovo Galles del Sud, ma posso fare un piccolo reality check ai dati offerti. Già in partenza, un meme del genere vale poco senza sapere di più della strada: quei volumi di traffico sono realistici?
Sedicimila pedoni sono molto irrealistici. Per capirci, sono quelli che attraversano ogni ora il trafficatissimo incrocio di Shibuya a Tokyo: non impossibile dunque, ma veramente difficile, vorrebbe dire quattro pedoni al secondo! E Shibuya è frequentato giorno e notte, la maggioranza delle strade no.
Mille bici? Fattibile, ma non probabile. La ciclabile milanese “di successo” di corso Buenos Aires ne fa circa 300 all’ora: se Quattroruote (prevedibilmente) parla di flop io posso sempre dire che alla fine è un discorso di costi e benefici, ma mille bici sono numeri da Copenaghen o da Parigi all’ora di punta, non un numero affidabile per una statistica generale.
Seimila persone in bus? In teoria è possibile: un bus 18 metri medio ha capacità sardinesca di 160 persone, se ne fai passare 38 hai seimila persone: servirebbe un passaggio ogni 95 secondi! Possibile, anche facilmente, con un Bus Rapid Transit, ma non si può pensare che sia un qualcosa di applicabile ad ogni strada.
Questa immagine è naif, ma tutto sommato se anche eliminassimo i pedoni dall’equazione e riducessimo il numero degli utenti del bus e delle bici e, a beneficio loro mettessimo sempre tre persone sulle auto in corsa, sarebbe comunque poco più efficiente la strada multimodale. Poi c’è questa che sembra che come scopo abbia quello di trasformarmi in un clone di Germano Mosconi in piena Santa Quaresima:

Di questa non ho trovato una fonte diretta: si cita un documento NACTO del 2016 ma non sono riuscito a trovarlo. In ogni caso, c’è lo stesso problema di prima con i pedoni: sempre questi benedetti sedicimila pedoni che nemmeno a Shibuya e, in tutta onestà, è ben probabile che una strada con sedicimila pedoni sia più affollata di questa.
Settemila ciclisti è irrealistico. La pista ciclabile più utilizzata nel mondo è a Urtrecht e, secondo l’Ambasciata Ciclistica Olandese (sì, esiste) vede quarantamila passaggi al giorno. Stimando caritatevolmente che avvengano tutti in dodici ore parliamo di poco più di 3300 passaggi orari: su dati del genere, comunque, anche attivisti pro-bici come David Hembrow, specificatamente nel caso di una simile cifra data per una ciclabile danese, hanno espresso dubbi.
Possibile che in un momento di punta questa larghissima pista ciclabile di quasi 5 metri abbia visto 7000 persone l’ora? Certo, tra l’altro ormai le autorità olandesi consigliano corsie ciclabili da 2,30 m minimo, dimensioni quasi automobilistiche, che riducono gli impatti tra bici. Ma rimane comunque un’eccezione che dovremmo ipotizzare, non uno standard: altrimenti tanto vale fare il paniere ISTAT stimando il reddito medio come quello della famiglia Berlusconi.
Oltre alla super-sparata sui settemila ciclisti tutto il resto pare uguale a prima, anche la presunzione che, con strade del genere, tutte le auto andrebbero con l’uomo solo a bordo: a naso mi pare l’inverso (muoversi da soli è più facile e quand’è difficoltoso parcheggiare ha più senso usare un’alternativo) ma non ho approfondito, lo ammetto.
Grafiche del genere hanno una problematica di base: provano a rappresentare un sistema dinamico come se fosse statico. Se poi lo fanno con dati tra l’improbabile e il fantasioso, siamo messi benissimo. Diffidate dunque da queste semplicistiche interpretazioni e, spesso, da chi le condivide: è evidente che spesso, la gente, ritiene qualsiasi dato credibile purché confermi la propria visione preesistente.