“Prima il Nord” non c’entra nulla con “Prima gli Italiani”. La differenza, sottile ma enorme, è nel soggetto prioritario: Nel caso del motto bossiano il Nord, un territorio, nel motto nazionalista, appunto, una nazionalità.
Il Nord ha ragione di essere messo prima per una semplice ragione: è la parte produttiva d’Italia, in un contesto che tende a premiare la politica del posto pubblico, del sussidio e del tutto allo Stato, cosa ovviamente positiva per il politico dato che chi deve la propria ricchezza non a sé stesso ma allo Stato sarà sempre un suddito e una marionetta in mano alle clientele della politica.
In un Paese normale sottoporre Milano al medesimo sistema vigente a Trapani verrebbe vista come una follia, dato che il sistema o è sviluppato per la produttiva Milano, strozzando la Trapani smaniosa di svilupparsi, o è sviluppato per una Trapani che deve svilupparsi limitando inevitabilmente Milano oppure, come ha fatto l’Italia, si crea un compromesso che danneggia tutti.
Pensateci, infatti: Il Nord da tempo chiede meno Stato e più possibilità di svilupparsi autonomamente, mentre il Sud chiede più Stato per svilupparsi. Ovviamente, come ben sappiamo, raramente più Stato è una via per svilupparsi, ma è innegabile, anche in un contesto di Stato liberale, che lo Stato debba costruire determinate infrastrutture per favorire il commercio e l’industria, cosa che non viene fatta dato che i fondi del Sud sono spesso usati per clientele o direttamente non usati.
Ci troviamo dunque con un sistema politico che scontenta tutti all’infuori di chi con questo sistema campa, come falsi invalidi, disoccupati cronici e baby-pensionati.
Iniziare a considerare il Nord sviluppato pienamente e capace di autodeterminarsi e il Sud in via di sviluppo, dove dunque il ruolo dello Stato dev’essere più deciso nell’ordine pubblico e nella costruzione di infrastrutture è vantaggioso per tutti, ovviamente nella nostra ottica si tratterebbe di “Prima il Nord”, nell’ottica della società produttiva meridionale sarebbe “Prima chi produce” o “Basta parassiti”.
Ad unire queste istanze vi è, comunque, un rifiuto chiaro e netto del parassitismo, tema caro a Gianfranco Miglio, e un sistema non invasivo che favorisca dunque chi è meritevole, capace e soprattutto abbia voglia di mettersi in gioco. Lo dicevo già, in un altro articolo: Il Nord deve guardare alla rivoluzione thatcheriana per ripartire.
Prima gli italiani, invece, mette una nazionalità prima di altre. La nazionalità non è, di certo, un elemento di particolare merito.
Ciò non significa negare che esistano turisti del welfare che vengono in Italia a dare poco e prendere tanto, fenomeno che va combattuto decisamente. Se l’Italia può avere un dovere di aiutare, entro certi limiti, i propri cittadini ed eventualmente i cittadini comunitari non si può pensare che l’Italia debba aiutare tutto il mondo. In fin dei conti uno Stato non è la Caritas né un’opera pia.
Non si possono, tuttavia, dipingere gli italiani come un popolo depredato dagli stranieri quando sono i primi che approfittano dello Stato in maniera indecente, pretendendo sussidi, l’aiuto dell’amico del cugino, il mantenimento di istituzioni inefficienti ma che danno lavoro senza necessità di migliorarsi costantemente (qualcuno ha detto scuola pubblica?), dazi e simili amenità assistenzialiste.
Il problema è, prima di tutto, il troppo Stato, e relativo presunto “welfare” (sempre che si possa chiamare benessere la sanità che l’Italia offre, specialmente al Sud) che paralizza il Paese rallentando chi produce e impedisce di avere veri servizi pubblici e sociali funzionanti. Chi ne fa uso è secondario rispetto a ciò.
Senza contare che la moralità stessa di una misura del genere è dubbia: Conosco italiani che parassitano qualcuno da quando son nati e stranieri che lavorano, regolarmente eh, dodici ore al giorno. Probabilmente tutti vediamo situazioni del genere e situazioni a cittadinanze invertite, per quale motivo la scriminante dovrebbe essere la cittadinanza e non la volontà di produrre?
Prima gli italiani, senza una vera rivoluzione in materia assistenza e lavoro pubblico, è semplicemente una scusa per mandare più soldi all’idrovora pubblica che, dati alla mano, è più radicata al Sud (ma non dimentichiamoci che anche al Nord c’è chi parassita). E chi ne fa parte è italiano al 100%.
Non è questo il cambiamento di cui abbiamo bisogno.