Sempre più Stati stanno puntando alle mascherine come misura preventiva contro il coronavirus. Se in Cechia è obbligatoria anche solo per uscire di casa ed è fortemente incoraggiato prodursele in casa l’Austria ha deciso di renderle obbligatorie nei supermercati e vari Paesi stanno in generale incoraggiando il loro uso.
In Italia, no. L’Italia dice che la mascherina non serve, che addirittura fa male! Le uniche che hanno il coraggio di dire la verità sono le Regioni del Nord.
L’Italia, semplicemente, ha avuto poca fiducia nel libero mercato e nella cosiddetta “mano invisibile”. Nell’idea dei burocrati se la produzione di mascherine è un tot sempre sarà un tot e valutando che per lo Stato comperare mascherine è difficile conviene dire al popolo di andare senza nulla e lasciarle agli operatori sanitari. Tanto se la gente si infetta puoi dare la colpa ai runner.
Peccato che il mercato, invece, si sia adattato benone alla situazione. Con meno domanda in altri settori varie fabbriche si sono riconvertite producendo mascherine o schermi con una certa efficacia nel prevenire la diffusione del virus.
Sono efficaci al 100%? No, ovviamente. Ma si tratta di semplici grandi numeri: se tante persone usano una mascherina le probabilità che un asintomatico infetti delle persone è nettamente ridotta. Si tratta di una sorta di immunità di gregge: un po’ come le vaccinazioni non sono sempre efficaci ma se le fanno tutti coprono.
Quindi abbiamo dati che mostrano come le mascherine siano utili, abbiamo un mercato pronto a soddisfare la domanda e… l’Italia non cambia idea.
Gli italiani sono molto orgoglioni. Sono quelli che quando uno Stato chiude i bar crede che abbia copiato la loro porcata di decreto (che lo sia lo testimonia l’aver buttato tutto il “chi va fuori casa senza motivo commette un reato” dentro le sanzioni amministrative, ossia una cosa così ridicola che alla persona media conviene pagare e via) con annessa ridicola autocertificazione. L’ha fatto solo la Francia, ossia l’Italia imbellettata, ma loro parlano di “modello italiano copiato in tutto il mondo”.
Per carità, mandare le swifferine di Bugs Bunny e deridere Gallera che fa notare come siano inutili per i sanitari è cosa normale in questo Paese circense, dire che le stesse – se non addirittura fatte meglio – possano essere utili per la sciora Luisa che va a fare la spesa è un tabù.
Ammettere lo sbaglio vorrebbe dire, in pratica, mostrare il fallimento del governo centrale che tanto ora vorrebbe mostrarsi come savio nel gestire l’epidemia e dare, cosa difficile nell’Italia della burocrazia e delle regolamentazioni, dei meriti all’iniziativa privata.
Magari ci arriveremo a dire che le mascherine sono utili, quando sarà ora di scegliere tra l’alternativa “mangiare rischiandosela” o “morire di fame ma sani” e bisognerà ripartire. Magari avremo anche il coraggio di dire che gli Stati che le introdurranno dopo di noi avranno adottato il “modello italiano di ripartenza sicura”.
Nel mentre, però, il virus circolerà più liberamente di quanto dovrebbe. Per pura caparbietà e applicazione della mentalità da burocrate a meccanismo dove farlo è semplicemente impossibile.