Il mondo politico, ormai votato al più bieco meridionalismo e senza qualcuno che difenda il Nord sta dando il meglio di sé.
Ad esempio, secondo un parlamentare del Movimento 5 Stelle, dobbiamo solo ringraziare il Sud se l’Italia ha avuto più elemosina europea, comunemente detta “Recovery Fund”.
L’Italia deve dire grazie al Sud. Che è un po’ come dire che una famiglia deve ringraziare il figlio eroinomane che non lavora così la famiglia riceve l’assegno sociale e non il figlio che si sveglia alle sei del mattino per prendere il treno e andare a lavorare.
Questo è il livello politico di un Paese che ha completamente dimenticato una realtà molto importante: per redistribuire la ricchezza bisogna produrla.
Se i vari governi fino ad oggi se lo sono ricordati almeno il minimo per garantire un minimo di vita decente al Nord usando il Sud come serbatoio elettorale e di lavoro pubblico oggi, col meridionalismo a briglie sciolte non c’è più questa garanzia: chi crea ricchezza ha una colpa da espiare a generose buonemani a chi sta in poltrona a dormire.
C’è sempre qualcuno più a Nord che ha una colpa da espiare producendo o essendo competitivo e che deve mantenerci: Milano, Vienna, Berlino, Amsterdam… la lista è lunga.
Il Sud è rapinato perché non riceve abbastanza soldi pubblici, se osi far notare che quei soldi vengono prodotti principalmente al Nord sei un razzista perché riveli una verità scomoda, ma tranquilli: “anche fosse vero sono soldi ottenuti sfruttando il Zudde e deportando i meridionali” quindi paga e taci somaro lombardo.
Non ci vuole un genio a capire che questo atteggiamento può funzionare solo se c’è qualcuno a pagare e, posto che l’assioma di Margaret Thatcher del socialismo che finisce quando finiscono i soldi degli altri resta valido, per ora abbiamo trovato questo qualcuno.
Ringraziamo quindi tutti insieme il Sud per averci permesso di avere più soldi degli altri. Solo che noi vorremmo tenere i nostri.