Quella del titolo V è stata una riforma confusa ma sulla buona strada, fatta da un centrosinistra culturalmente diverso da quello che è dentro il governo oggi, aperto alle istanze del Nord. Un giorno, si sapeva già, tale riforma andava ulteriormente rimodulata. Si sperava, magari, in favore di un federalismo.
Ma questa Italia sta morendo. Dopo che le Regioni hanno mostrato la loro forza, permettendo all’Italia di ripartire a maggio, facendo opposizione alle folli proposte del governo centrale e prendendo in mano la ripartenza, oggi si presentano supine a Roma, proponendo tutta Italia in arancione.
Alla faccia dell’autonomia! Ci sono regioni che potrebbero stare in zona bianca e dovrebbero mettersi in zona arancione perché è bello?
Certo, ormai siamo completamente assuefatti all’idea di perdere la libertà per la sicurezza (ringraziano “le destre sovraniste” alle quali dovrete spiegare perché va bene chiudere in casa la gente per un virus ma non va bene mettere importanti limiti all’Islam contro il terrorismo), ma la zona arancione ammazza numerosi settori come la ristorazione e la cultura.
Magari è difficile da capire per i fautori del lockdown, persone che spesso vivono di politica o di assegni di stato, ma obbligare certe attività all’ennesima chiusura, senza alcuna garanzia, vuol dire condannarle alla chiusura permanente.
E le regioni avrebbero potuto fare qualcosa di veramente autonomista: chiedere il potere. Chiedere a Roma di definire i livelli e alle Regioni di applicarli, sulla base di criteri sanitari ma anche sociali ed economici e potenti garantire esenzioni sulle basi delle necessità locali.
Invece ventuno montagne hanno partorito un topolino e chiedono di essere tutte trattate allo stesso modo, senza nessuna ragione che non sia il correre dietro allo spauracchio delle varianti (per le quali sarebbe decisamente meglio pensare a vaccinare che a chiudere).
Ma se l’unico scopo delle Regioni è quello di offrire la propria autonomia su un piatto d’argento e chiedere a Roma di colorarci tutti allo stesso modo, è molto più efficiente avere un solo ente e non ventidue.
Valutando che un’Italia centralizzata sarebbe condannata ad una rapida morte, lascio a voi valutare se questa rinuncia di fatto alle proprie prerogative sia un bene o un male…