Chi mi segue da tempo avrà trovato un’apparente contraddizione nel mio pensiero politico: da un lato, se già esiste ed è degna di tale ruolo, apprezzo una monarchia forte, come quella del Liechtenstein, mentre in un contesto repubblicano rifuggo sia il presidenzialismo che il parlamentarismo, preferendo il direttorialismo, ossia quel sistema di governo, oggi tipico solo della Svizzera, dove il capo di Stato è collegiale, ossia tutto il governo è a capo dello Stato.
Sembrano, e d’altronde sono, sistemi radicalmente diversi, uno in un certo senso accentratore, dove il leader è uno e non passa nemmeno per elezioni (a meno di un referendum di revoca), l’altro dove ogni ministro è 1/x del capo di Stato e dove decisioni che normalmente sono delegate ad un organo monocratico vengono, invece, delegate ad un organo collegiale, composto addirittura da partiti differenti (immaginate un governo italiano che ha come ministri, insieme, La Russa e Fratoianni…)
In un periodo come quello dell’elezione del Presidente della Repubblica, in cui le riflessioni sul tema non si sprecano, ho deciso anche io di riflettere sulle mie posizioni e ho tratto conclusioni che penso possa essere giovevole condividere con voi.
La base del sistema che vorrei io è la sovranità popolare, espressa non solo tramite il Parlamento, ma anche con un forte uso della democrazia diretta, cosa comune a Liechtenstein e Svizzera, e tramite un forte sistema delle autonomie locali, in un contesto federale o meno (il Liechtenstein, ad esempio, è formalmente uno Stato unitario)
Nel caso del Liechtenstein il Capo di Stato è una persona immensa, con grande esperienza economica e imprenditoriale, che ha essenzialmente reso lo Stato ciò che è, e nella sua logica lo Stato è un servizio, di cui lui è l’amministratore delegato.
Ma, in ogni caso, il suo ruolo non dipende dalla prossima elezione né da magheggi politici: lui è lì e può fare programmazione di lungo periodo, consigliare il governo quando necessario, fermare le leggi sbagliate o rinviare quelle problematiche, mentre i partiti – che lui considera un’oligarchia – possono fare politica.
Sembra una visione molto solida: il popolo ha il potere finale nel poter dismettere il Principe o la monarchia in toto, ma finché c’è la sovranità è condivisa e ci si fida del Principe perché abbia una visione più lunga di quella dell’elettorato e degli eletti.
Non è facile, tuttavia, avere una figura così fidata: prima di tutto è difficile istituire una monarchia da una repubblica, specie se non c’è una famiglia reale, quindi i paesi repubblicani son praticamente esclusi, senza contare che più uno stato è grande più è difficile avere quella presa sul territorio che è necessaria per avere un sistema di governo del genere, che potremmo definire infatti micromanagement.
La Svizzera, invece, è allergica a monarchie e uomini forti, rendendo tale soluzione improponibile. E, allora, perché l’uomo forte dovrebbe essere eletto alle urne?
Se il popolo è sovrano, ma ha bisogno di un’entità che faccia da coordinatore e da “moderatore” delle idee, evitando che passi qualsiasi cazzata, in che modo sostituire la figura del monarca con una figura eletta è benefico?
Non lo è! D’altronde, chi viene eletto ha interessi politici, che siano la sua rielezione o, se ciò non è ammesso, i risultati del proprio partito, ed è quindi probabile che agisca addirittura in modo più sconsiderato e populista rispetto ad un presidente eletto.
Le repubbliche presidenziali e semi-presidenziali, infine, sono sicuramente più stabili nel breve periodo, nel senso che è molto più difficile che cada il governo, ma non hanno quella stabilità di lungo periodo che rende i paesi prosperi, a meno di importanti checks and balances.
La soluzione, molto banalmente, è che a rappresentare il popolo ci sia uno specchio del popolo stesso, più persone, esperte, di più partiti, elette in modo da rappresentare al meglio la popolazione, così che nessuno possa dominare sull’altro con semplicità. Appunto, la repubblica direttoriale.
Persone che discuteranno, prenderanno decisioni, daranno consiglio ed emetteranno ordinanze esecutive, quando necessario.
Ma perché ciò funzioni, è necessario che la sovranità sia davvero in mano al popolo, senza intermediari più forti di lui, come spesso accade nelle democrazie rappresentative. E ciò è vero sia in un modello Liechtenstein, sia in un modello Svizzera.
Cambiano sicuramente le ragioni storiche e sociali che portano ad un modello o all’altro, col secondo che è ben più semplice da espandere in Paesi di dimensioni elvetiche, ma il risultato è uno: il popolo, per davvero, è sovrano, nessun politico assume troppo potere e la prosperità, nel lungo periodo, viene garantita.
E se fosse ora di abolire il presidente della Repubblica e passare anche noi al direttorialismo, tra l’altro forma di governo storica della Lega Lombarda?