FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Speranza, giù le mani dalla scienza!

L’ormai ex ministro (yay!) Roberto Speranza viene intervistato e, tra la convinzione che tutto il mondo ha guardato all’Italia (vorrei vivere sul suo stesso pianeta) e la delusione per la Meloni che parla di modello liberticida che non ha salvato vite (Meloni cattiva che fa notare che copiare la Cina, una dittatura fascio-comunista, è una cosa indegna per uno stato che si proclama liberaldemocratico), dice – ormai suo solito – che lui non ha deciso, ma ha ascoltato la scienza.

Bello scarico di responsabilità: non prendetevela con me, ma con la scienza. Un po’ come il politico che fa la cazzata e poi incolpa l’Europa. Facendo finta, tra l’altro, che molte decisioni non siano state prese senza nemmeno consultare il CTS.

Ma viene da chiedersi: parliamo dello stesso Speranza che ha salvato l’omeopatia e che ha istituto l’ordine degli osteopati? Eppure la scienza è abbastanza chiara: l’omeopatia è zucchero – o alcol! – e non c’è prova che l’osteopatia abbia efficacia maggiore di un semplice massaggio.

Non parliamo, per pietà, della mai dimostrata efficacia di molte misure chiave della gestione Speranza, come la mascherina all’aperto o il coprifuoco, e dei danni didattici della didattica a distanza.

Uscendo dall’ambito sanitario potremmo parlare della netta opposizione del PD allargato – al quale ha aderito l’ex ministro – all’energia nucleare, nonostante gli scienziati siano concordi nel dire che è una forma di energia sicura ed utile nella transizione ecologica.

Sembra quasi che ascoltino la scienza solo a convenienza. Ma in realtà la situazione è peggiore: non capiscono nemmeno cosa sia la scienza.

La formazione, d’ispirazione gentiliana, che molti politici han seguito e seguono, non ha molto spazio per la scienza, che viene vista come una sorta di magico oracolo che dà risposte.

Ma così non è: la scienza è un metodo che ci aiuta a capire il mondo tramite una rigorosa elaborazione dei dati e sperimentazione.

La scienza poteva dirci quanto una determinata misura influiva sulla situazione contagi, ma stava poi ad altri scienziati valutare le implicazioni in altri settori e al politico, tenuto conto di tutto, decidere (e già qui lo spacciare per scienza il timbrare la decisione dei medici viene smentito).

Ad esempio: la mascherina. Sappiamo bene che hanno un certo impatto ambientale, e la scienza ci può dire quant’è. La scienza può anche dirci come influisce sull’andamento pandemico in un dato momento.

Può dirci la scienza quando bisogna preferire la tutela dell’ambiente togliendo l’obbligo accettando più contagi? No. Quella è una scelta legata a molti fattori, che terrà conto del dato scientifico ma non può fondarsi solo su di esso.

Fa chiaramente comodo aver persone con una mentalità scientifica a prendere queste decisioni e non qualche filosofo, ma non è la chiave: son decisioni ispirate dalla scienza, non scientifiche.

[Breve nota: chi accusava imprecisati “errori dell’estate” per il ritorno del Covid era un coglione, scusate il francese, ma è l’unico termine adatto. Basta vedere i tempi, come ampiamente prevedibile c’entrano riapertura delle scuole, autobus pieni, ripresa dal lavoro e clima. Alle volte non serve nemmeno la scienza, ma la logica. Da intendersi come far girare le rotelle nel cranio, non come la tartaruga e Achille]

Idem per il nucleare: la scienza non ci dice che bisogna fare il nucleare, ma che è sicuro e il suo impatto sulle nostre emissioni. Sta poi alla politica, guardando la situazione economica, energetica e sociale, decidere: se vivo in un paese dove il geotermico e l’idroelettrico è abbondante (tipo l’Islanda) cosa me ne faccio del nucleare, che non è certamente gratuito?

L’Islanda è dunque no-nuke perché non ascolta la scienza? Sarebbe ridicolo anche solo dirlo. Com’era ridicolo tacciare di essere no-mask chi non indossava la mascherina all’aperto.

Per certi versi è più pericoloso per la scienza uno Speranza che la accusa dei propri disastri di chi è dichiaratamente contrario ad essa, dato che il primo porta avanti presso un largo pubblico questa visione di scienza come un mostro cattivo che al primo starnuto ti chiude in casa, a differenza del secondo che se ne sta nel suo sottobosco di gente che crede che i gruppi sanguigni siano un complotto delle case farmaceutiche e che si può vivere fino a 100 anni facendosi i clisteri di caffelatte con la luna piena.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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