FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Legge contro l’omofobia: parliamone senza populismi

Mi è sempre piaciuto il diritto sin dalle scuole superiori, ero uno dei pochi che faceva domande, alle volte anche complesse, e conversazioni con la prof. Quando poi mi sono trovato un corso di diritto penale dell’informatica all’università sono andato in brodo di giuggiole. Per di più, paradossalmente, non l’ho passato nemmeno così bene perché mi ero studiato un botto di riferimenti “inutili” per pura curiosità. E forse aver fatto l’esame a memoria e senza codice penale non ha aiutato.

Ecco, se piacesse anche a voi vi do un consiglio: fermatevi. Perché sentire parlare praticamente chiunque è poi una pugnalata nello stomaco.

Molti, semplicemente, il diritto non l’hanno mai studiato nemmeno superficialmente ma parlano tanto per.

Vediamo molti esempi con le recenti proposte di “leggi contro l’omofobia”.

Ma non sono leggi contro l’omofobia

Ufficialmente non le abbiamo ancora viste ma sappiamo con ragionevole certezza che la “legge contro l’omofobia” sarà un’estensione della legge Mancino, ossia quella contro la discriminazione religiosa, nazionale e razziale.

In sostanza: liberissimi di essere razzisti, cristianofobi e omofobi, però se andate a tirare le mazzolate a qualcuno per questa ragione vi danno un’aggravante, idem se incitate qualcuno a farlo o fondate un’associazione dedita solo a quello.

Alla fine, diciamocelo, se davvero la legge contro l’omofobia fosse restrittiva come dicono oggi dovremmo vedere arresti di massa tra quelli che inneggiano ai porti chiusi o, ironicamente, a chi al gay pride scrive cose poco carine sui cristiani. Nessuno vi verrà a dire nulla se ritenete che il gay sia un prodotto del demonio e che la famiglia sia solo un uomo, una donna e la babysitter che non incrocia mai lo sguardo col padre per chissà quale ragione.

Esattamente com’è molto impreciso dire che la Mancino sia una legge contro il razzismo mi viene prurito a sentire che questa legge è contro l’omofobia: è in generale contro i cosiddetti crimini d’odio, ossia quando qualcuno decide di “entrare in azione”.

Perché queste leggi non mi piacciono (ma è un mio parere)

Devo ammettere: a me queste aggravanti non piacciono. Ma non perché sono un pericoloso razzista, semplicemente per la chiarezza dell’ordinamento.

Se la fai, infatti, devi aggiornare la lista ogni volta che c’è bisogno e le categorie che possono necessitare di protezione sono non poche (si pensi solo agli obesi!). Inoltre, passando tutto per i politici, si deve andare per vie di lobbying (che non vuol dire mica andare in una loggia massonica, eh, è semplicemente influenza politica) e ciò favorisce principalmente chi ha abbastanza voce per farsi sentire ed essere apprezzato a livello sociale.

Pensatela così: se domani un tizio feticista del pannolone venisse pestato in quanto tale vedremmo la stessa mobilitazione che c’è per la “legge contro l’omofobia”?

Credo di no, e ciò è sbagliato: la legge dovrebbe offrire la stessa protezione a tutti e questo potrebbe non accadere.

Se si deve fare un’aggravante dovrebbe coprire in generale i delitti discriminatori.

O, ancora meglio, dovremmo estendere i futili motivi. Perché, ad ogni fine pratico, riducono nettamente l’onere della prova: pensiamo al caso in cui una persona dia una sprangata a un gay così, a caso: per usare la “legge contro l’omofobia” devi provare la discriminazione, coi futili motivi, beh, sono praticamente insiti nel reato.

Motivazioni errate

Ci sono due ragazze omosessuali che gestiscono una pagina Instagram dove pubblicano molto cringe che gli arriva nella casella o nei commenti da parte di omofobi.

Ma, senza offesa eh, il cringe viene a me a sentire alcune loro esternazioni sul diritto. Nulla di personale, sia chiaro, semplicemente sono molto esposte e quindi ha senso analizzare le loro parole e non quelle di Xx_Fragolino97_xX su Twitter.

Per esempio citano due ragioni per cui c’è bisogno di questa legge:

  • Ricevono insulti che “senza l’aggravante non possono essere denunciati”
  • Ricevono minacce di morte che i carabinieri non denunciano

L’ingiuria non è reato

Nel primo caso, diciamocelo chiaro e tondo, puoi mettere qualsiasi aggravante ma l’ingiuria resta depenalizzata.

Se ora nei commenti mi date dell’autore di merda o del programmatore di merda io non posso querelarvi ma posso farvi causa civile: se vinco prendo i danni e lo Stato vi dà una sanzione amministrativa.

Ma anche se mi scriveste “lombardo di merda”, quindi facendo una discriminazione, non potrei denunciarvi, perché appunto le aggravanti del penale nel civile non esistono.

Poi, per carità, il giudice ha una certa autonomia nel valutare le sanzioni e i risarcimenti e penso che un blogger incazzato riceverebbe meno di uno insultato razzialmente, ma sempre la coda dal giudice civile devi farla e non ci sarà lo Stato che ti farà da avvocato ma devi pagartelo tu.

E questo pure se passa la legge anti omofobia e la firma Nostro Signore invece di Mattarella.

La minaccia sì (e anche non accettare denunce)

La minaccia, invece, è chiaramente reato. Ma il problema è più grave: un pubblico ufficiale non può rifiutarsi di non fare una denuncia. È un illecito e si rischia anche l’interdizione dai pubblici uffici.

Un carabiniere può dirti che è inutile, chiaramente, ma se ti impunti deve firmare la denuncia e inoltrarla a chi di dovere.

Paradossalmente se invece di andare a dirlo in TV fossero andate alla Procura della Repubblica avrebbero ottenuto molto di più e, magari dopo una “sonora strigliata”, avrebbero potuto fare le loro denunce tranquillamente.

Perché sì, la minaccia è reato (anche se la pena è risibile). Se uno mi minaccia di morte e vado dai carabinieri mica mi danno un foglio da compilare dove se non bollino un’aggravante mi danno una pedata nel sedere.

E se lo facessero non andrei in TV a lamentarmi ma andrei in Procura.

Ma ci servono queste leggi?

Brutto a dirsi ma non è buona norma prendere consigli legali da chi prende queste cantonate quindi poniamoci la domanda: “queste leggi servono?”

Di sicuro non sono l’urgenza nazionale, non è semplicemente vero che non esistono strumenti per punire le aggressioni.

Ma, alla fine, averle male non fa anche se causano confusione nell’ordinamento e aprono a strumentalizzazione politica negando, in un certo senso, l’equa protezione della legge a tutti e dando al legislatore possibilità propagandistiche non da poco, rendendo il tutto più un teatrino che un’occasione ragionata.

Alla fine fare la legge bene ti impedisce di fare ogni volta la passerella col gruppo X discriminato: risolvi le cose una volta per tutte e non puoi dire di essere dalla parte, putacaso, degli anziani se inizia a divenire di moda picchiarli o degli obesi o dei fan del BDSM se iniziassero ad essere discriminati.

Il fatto che temi importanti siano lasciati ad un’arena propagandistica, beh, non è bello.

Ma non risolverebbe tutto

Sia chiaro: leggi del genere non risolverebbero tutto anzi, poco o nulla. Le aggressioni, omofobe o di altro tipo, costituiscono una netta minoranza nelle discriminazioni e, per di più, molte discriminazioni ricadono nelle autonomie negoziali.

Per esempio una persona è libera di non affittare casa a due gay. Magari non può scriverlo ma è liberissima di affittare solo a chi vuole, discriminando al primo colloquio su qualunque base gli giri al momento nella testa.

A meno di rivedere la proprietà privata questa discriminazione, che al fine pratico danneggia soprattutto il proprietario sul piano economico, scomparirà solo con l’avanzamento sociale, un po’ come l’affitto non ai meridionali: diffusissimo anni fa, macchietta che fa quasi ridere quando vista oggi tant’è grottesca.

Così come l’opinione generale sull’omosessualità è divenuta radicalmente più positiva negli anni sarà solo il tempo a renderla ancor più positiva e a rendere l’omofobia, da “minoritaria” a “così minoritaria che fa ridere”.

Vivessimo in un Paese ideale, ovviamente, avrebbe molto più senso sostenere la modifica sostanziale che copra tutto ma con la nostra classe politica si entra nel campo della realpolitik: a voi la scelta.

Basta sia informata 😉

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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