FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Rutte, salvaci tu: perché darci i soldi sarebbe deleterio

Rutte sembra il più duro dei frugal four: se gli altri qualche minima apertura potrebbero concederla lui no, è deciso, ed è persino un moderato visto che Geert Wilders è molto, molto più duro di lui.

E, vi dirò, io sto con lui. Il mio apprezzamento per il rigorismo e il conservatorismo fiscale non è nuovo, ma è bene rimarcarlo.

Ma chiariamo una cosa: non avere soldi è nell’interesse dei cittadini italiani.

Se siamo in questa situazione, infatti, è perché lo Stato ha usato la spesa pubblica – e relativo indebitamento – in modo randomico e ora non può usarla quando ci sarebbe davvero bisogno, un po’ come quando la nonna riempie di antibiotici il pargoletto per il raffreddore e quando ha davvero l’infezione batterica finisce in ospedale perché i batteri hanno sviluppato resistenza agli antibiotici comuni.

Dare i soldi all’Italia è come dare droga a un tossicodipendente: rimandi la crisi – d’astinenza o economica – al prossimo problema.

Semplicemente bisogna smettere di fare gli italiani: se siamo in questa situazione è perché mentre i Paesi Bassi sviluppavano un’agricoltura da paura in un Paese senza praticamente terre coltivabili noi stavamo mandando in pensione la gente a 30 anni, mentre in Europa nascevano industrie che ancor’oggi sono forti e stabili noi assumevamo dipendenti pubblici e le grandi aziende o erano statali o erano mantenute dallo Stato.

La ricetta, magari un po’ più light, è sempre quella: ogni minimo problema si risolve in nazionalizzazioni – si vedano ILVA, Autostrade, Alitalia – assunzioni pubbliche – come nella scuola – e mancette varie – di queste ultime mi rifiuto persino di fare esempi.

Una ricetta fallimentare che ha portato ciò che in altri Paesi è stata una crisi in un disastro.

Ma senza le riforme che i frugali chiedono qualsiasi aiuto non solo sarà inutile ma sarà addirittura dannoso.

Per una semplice ragione: certe misure hanno costi sul lungo periodo: se col bonus dell’UE ci assumi bidelli, prepensioni qualcuno o fai un bonus capestro per il Sud quando finiscono i soldi devi comunque pagarli e aggiungi ulteriore peso alla già abnorme spesa pubblica.

Non è impossibile uscire dal ciclo italiano, sarebbe anche un’ottima occasione per farlo: smettiamola con la supremazia del lavoro pubblico, otteniamo denaro privatizzando aziende decotte – guadagnare poco è meglio che perdere ogni anno -, rivediamo il sistema pensionistico, il finanziamento di sanità e pubblica istruzione, riduciamo la burocrazia e le imposte e combattiamo per davvero, non per finta tagliando i parlamentari, sprechi e corruzione.

Se così facessimo gli aiuti UE non sarebbero altro che una medicina che aiuta negli effetti collaterali di una transizione del genere, che ovviamente esistono, come la disoccupazione di chi oggi avrebbe il lavoro pubblico garantito.

Ma la rivoluzione avverrebbe in Italia, non grazie a qualche magico strumento europeo. E in una situazione del genere potremmo anche accettare prestiti: saremmo ragionevolmente in grado di pagarli.

L’attuale governo italiano, che sa bene che i soldi non avranno alcun ritorno, dice di no ai prestiti proprio per questa ragione.

Rutte, salvaci tu.

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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