FEDERALISMO & INDIPENDENZA | Approfondimento Politico

Il centrosinistra può vincere applicando il modello lombardo?

Ho letto questo interessante articolo di Angelo Turco, consigliere comunale di Milano, sulla sanità. Devo dire, pur essendo d’accordo con alcuni dei concetti espressi e con la gran parte dell’analisi dei problemi sulla sanità, non condivido l’analisi sul centrosinistra e sulle scelte che dovrebbe fare e vi spiego subito perché.

Il modello lombardo non è la gestione politicizzata (anzi, l’inverso)

L’articolo confonde decisamente il modello lombardo con la gestione politica, specie dell’ultima giunta.

I fondamenti del modello lombardo, per chi non lo sapesse, sono tre:

  • La libertà di scelta per il paziente
  • La divisione tra pagatore e pagato
  • La parità tra pubblico e privato

Come riconosciuto anche dall’articolo queste condizioni hanno permesso di ottenere un sistema sanitario di buona qualità.

È bene ricordare, inoltre, che il sistema sanitario lombardo odierno – specie nella componente territoriale che si è dimostrata deficitaria – non è quello di Formigoni ma è stato ampiamente ristrutturato dalla legge 23/2015. Insomma, non esiste un peccato originale del modello lombardo che distrugge la sanità territoriale.

Ma ciò che si è spesso insidiato nel nostro sistema sanitario è il potere politico. Che sia illecito – come il sistema di Formigoni con San Raffaele&Maugeri – o lecito – come le varie società regionali che hanno fatto casino nella campagna vaccinale – è ormai evidente che i politici dovrebbero stare lontani dalla sanità e non toccarla nemmeno con un palo lungo dodici metri.

Il modello lombardo aiuta nel tenere fuori i politici? Sì, ma serve anche una buona politica. Qui può insediarsi il centrosinistra

Ecco, i tre pilastri del modello lombardo sono davvero utili nel renderlo possibile. Perché:

  • La libertà di scelta del paziente, ovviamente, premia le strutture migliori e non quelle più vicine al potere regionale (non a caso i soldi dati da Formigoni alla Maugeri non erano derivati dal pagamento di prestazioni ma da fondi aggiuntivi)
  • La divisione tra chi paga (prima ASL e ora ATS) e chi viene pagato (AO/ASST e privati) incentiva un maggiore autocontrollo ed una qualità maggiore: se come in altre regioni tutto dipende dalle ASL è difficile che il direttore dell’ASL sanzioni il direttore dell’ASL perché l’ospedale ASL non funziona, ad esempio
  • La parità pubblico-privato, esistente praticamente in tutte le migliori sanità d’Europa – escludendo quelle scandinave – impedisce ai politici di avere troppo potere e di distruggere gli ospedali sotto il proprio controllo, sia per una leva legale (l’accreditamento, identico tra pubblico e privato) che per una leva di mercato (se gli ospedali pubblici fanno schifo vado dal privato, pagato dal pubblico)

Più che rivedere questi saggi principi, che sono praticamente la base di una sanità decente, dovremmo rivedere chi li implementa e come.

Qui il centrosinistra dovrebbe – e in certi casi già fa – insediarsi. Perché, diciamocelo: i lombardi vedono il bene del loro modello, vedono di potersi curare nelle stesse cliniche dove si cura Berlusconi, vedono di poter scegliere molto più liberamente, di avere più opzioni (sia nello Stato che nel mercato) dei vicini e che il sistema, alla fine, attira anche forestieri, però si chiedono perché diavolo a gestirlo siano persone che, normalmente, gestirebbero una bettola e che si appoggiano a società regionali che non sembrano granché competenti, per dirla in termini che non mi fanno rischiare una querela.

Se l’opzione del “tornare indietro totalmente” può sicuramente fare breccia nell’elettorato più di sinistra, non può invece fare chissà quale breccia nell’elettorato moderato. Ma se l’elettorato di sinistra è o già a bordo o orientato a qualche microlista, così non è per l’elettorato moderato, per il quale fa sicuramente più presa una Lombardia che guarda alla Germania che una che guarda a Cuba. Una visione che, purtroppo, oggi nessuno offre.

Inoltre, è anche rischioso sostenere dopo il fallimento della classe politica lombarda che la soluzione ai problemi sia… Più politica. Ovviamente, non lo farà mai notare l’attuale maggioranza dato che vorrebbe dire ammettere il fallimento politico, ma gli elettori indipendenti, ossia quelli a cui dovrebbe guardare il centrosinistra nel 2023?

Io lo farei notare. E scrissi anche un pamphlet sul tema, in cui proposi proprio una sanità lombarda ispirata a quella tedesca: fortemente radicata sul territorio, con una buona spesa sanitaria usata bene, con meno controllo partitico e – ammetto che è un po’ un sogno e non sarebbe strettamente necessario al buon andamento della riforma proposta – un sistema basato anche su assicurazioni sociali.

Contro un centrodestra immobile e arroccato il centrosinistra dev’essere realista, propositivo e far notare gli errori. Arroccarsi su posizioni di principio rischia di portare il centrodestra a un’altra facile vittoria…

Ed è per questo, a mio parere, che il centrosinistra dovrebbe abbracciare il modello lombardo ma proporre di ripulirlo dal clientelismo, dalle connessioni e di concentrarsi, tramite la sua esperienza civica, sulla sua martoriata territorialità e non più sugli ospedali, che costituiscono già un polo d’eccellenza.

Se si volesse ricostruire tutto, invece, si perderebbe tempo a ricostruire un impianto anche dove già funzionante, perdendo tempo che sarebbe utile invece per sanare le storture, col rischio di creare addirittura più disparità qualora il privato sia marginalizzato e inizi dunque a curare davvero principalmente chi ha i soldi.

Non decisamente la migliore strada per vincere…

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Informatico di giorno, spietato liberista che brama la secessione del Nord di notte. Con la libera circolazione, dato che amo la pizza.

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